Intervista ad Andrea Riccardi.
Da ieri Giovanni-Paolo II è beato. Per la Chiesa Cattolica si tratta di un avvenimento importantissimo. Sul piano storico, ovvero sui molteplici della storia (religiosa e geopolitica) l’avvenimento farà ancora discutere l’opinione pubblica italiana e mondiale. Al di là delle discussioni, tante, che ha scatenato questa beatificazione, si tratta di cogliere in profondità l’eredità di Papa Wojtyla per il cattolicesimo contemporaneo. E’quello che abbiamo cercato di fare con il prof. Andrea Riccardi. Riccardi è storico del Cristianesimo ed è il fondatore della Comunità di Sant’Egidio, una delle realtà più importanti del cattolicesimo italiano ed europeo. L’ultima sua fatica è una biografia su Giovanni-Paolo II pubblicata dall’Edizioni San Paolo.
Professor Riccardi, dalla lettura della sua biografia su “Giovanni-Paolo II” emerge un profilo complesso della figura del Papa. Una figura, lei scrive, poco inquadrabile sia nella categoria dei progressisti sia in quella dei conservatori. Dove si può cogliere maggiormente, perdoni il termine, il “riformismo” di Wojtyla?
Wojtyla non fu un riformatore in senso stretto, ma fu un carismatico innovatore. Non c’è in lui nemmeno l’idea di un programma dominante da realizzare; “la linea del papa è la fede” disse a Belluno, dove andò ad onorare Giovanni Paolo I. Risposta semplicistica? Ma con gli anni se ne è vista la portata! Paolo VI aveva cercato di realizzare una profonda riforma del governo della Chiesa: la sua riforma della Curia aveva inteso modernizzare il governo vaticano. Al contrario, alla complessità dei problemi della vita della Chiesa Giovanni Paolo II risponde non solo e non tanto con il governo, ma con altri aspetti del suo ministero, come l’insegnamento, la liturgia, i viaggi, con un governo “carismatico”, come l’ho definito. E le novità che introdusse furono dirompenti. Voleva dare alla Chiesa qualcosa di più ampio del governo ordinario.
Veniamo al rapporto “Chiesa e modernità”. Tutti sanno il grande cammino della Chiesa cattolica nel XX secolo per cercare, con il Concilio Vaticano II, di aprire un dialogo con le istanze profonde della modernità. In questo il documento “Gaudium et Spes” è fondamentale. Quale è, secondo lei, l’originalità della lettura wojtyliana, lui di formazione fenomenologica, della modernità?
Un’analisi del rapporto di Wojtyla con la modernità non può non cominciare dai grandi mali del Novecento: nazismo, comunismo e totalitarismi tutti. E’ una visione aderente alla biografia di Wojtyla: quella di un polacco, figlio di un’Europa considerata periferica, che ha attraversato per intero i grandi drammi del secolo scorso. Certo Giovanni Paolo II conosceva benissimo la filosofia occidentale, ma non ne era stato del tutto impregnato, lui così innestato invece sull’humus slavo. Per definire la Chiesa di Wojtyla ho parlato anni fa di intransigenza e modernità: le due espressioni in lui si tengono e, in una certa misura, si compongono. Il cristianesimo non deve necessariamente adattarsi al sentire “moderno”; pensiamo all’inappellabile condanna dell’aborto. Tuttavia, non si può rinunciare allo spirito di incontro e di confronto, alle grandi aperture verso gli uomini, insomma alla “simpatia” che scaturisce dalla Chiesa del Concilio.
Giovanni-Paolo II è stato il Papa che ha, per certi versi, rilanciato la dottrina sociale della Chiesa. Ovvero una visione non ideologica dell’insegnamento sociale. “La dottrina sociale della Chiesa è teologia morale”, scriveva in una sua enciclica il Papa. Affermazione assai notevole. Eppure nel confronto-scontro con i teologi della liberazione l’impressione che si aveva era quella di una contrapposizione senza possibilità di una mediazione. Non è stato questo un errore di Giovanni Paolo II?
No, affatto. Io credo che riposizionare al centro del pensiero cristiano la dottrina sociale della Chiesa sia stato un fatto decisivo. Il papa non ha fatto sconti al comunismo ed è ben noto. Tuttavia ricordo bene che a Castel Gandolfo, eravamo agli inizi del suo pontificato, nel 1980, mi disse: “Non si può dire che io non abbia gli anticorpi nei confronti del regime comunista. Eppure più conosco l’Occidente e più io resto perplesso”. C’è una “terzietà” wojtyliana tra anticomunismo e anticapitalismo molto esplicita. Lo sarà sempre di più dopo l’Ottantanove. La sua critica al capitalismo consumistico non è stata meno spietata di quella rivolta al marxismo. La Chiesa di Wojtyla non accetta il sistema marxista, ma non è certo appiattita sul capitalismo. Per lui la dottrina sociale della Chiesa, su cui scrive ben tre encicliche, deve essere un’istanza critica nei confronti dei due sistemi economici vigenti e non un’utopica terza via. Wojtyla è convinto che la Chiesa, “esperta di umanità” – come diceva papa Montini – abbia una larga esperienza storica e sociale, e visioni maturate nel tempo, da proporre. Quanto alla teologia della liberazione, le due istruzioni della congregazione per la dottrina della fede, nel 1984 e nel 1986, hanno una duplice funzione: la prima intende limitare l’influenza del marxismo sulla teologia cristiana, la seconda affermare il valore della liberazione per il cristianesimo. Corrispondono a due preoccupazioni fondamentali di Wojtyla. Non va sottovalutata la seconda perché, nel pensiero di Giovanni Paolo II, la Chiesa ha un messaggio di liberazione da proporre a tutti come vera liberazione dell’uomo.
Quali sono gli elementi principali, secondo Wojtyla, della liberazione umana?
Wojtyla sente che il cristianesimo è una grande forza di cambiamento del mondo e di liberazione umana. Ma è una forza “debole”, perché ripudia la violenza e si serve della mitezza, della via del cuore. L’uomo è la via della Chiesa afferma Giovanni Paolo II con la sua prima enciclica, la Redemptor hominis. La libertà religiosa è centrale in questo processo di liberazione umana. Ma non solo. “Nell’argomentare wojtyliano – nota il cardinale Etchegaray – la ‘libertà’ è parola-chiave, ma mai disgiunta dal riconoscimento della ‘verità’ e della ‘solidarietà’. Il papa è molto sensibile al tema della liberazione degli oppressi, ma intende proporre un percorso di liberazione opposto a quello ispirato dal marxismo. E poi ribadisce che il primo compito della Chiesa non è la liberazione politica, ma creare uomini liberi.
Una frontiera importante di Giovanni Paolo II è stata quella del dialogo interreligioso. La visita alla Sinagoga di Roma, l’incontro di Assisi tra i leader mondiali delle religioni, insieme ad altri episodi, restano come due “gemme” del pontificato wojtyliano. Continuerà, nella Chiesa, questa “estroversione” di Karol Wojtyla?
Sono due “gemme”, come dice lei; ma non isolate. Anzi, esse si incastonano in un disegno complessivo, storico, di amicizia e di dialogo, fortemente voluto da papa Wojtyla anche se non da lui iniziato (non si possono dimenticare i primi gesti di apertura in questo senso dei due papi del Concilio, Giovanni XXIII e Paolo VI). Oggi questo disegno è stato confermato dal suo successore. Basti solo ricordare la recente visita di Benedetto XVI alla comunità ebraica romana o la sua decisione di commemorare con solennità il venticinquesimo anniversario della giornata di Assisi, con un nuovo incontro mondiale di preghiera per la pace, a cui saranno invitati di nuovo i leader delle grandi religioni, sempre ad Assisi. Del resto, in tutti questi anni, sia Giovanni Paolo II che papa Ratzinger hanno costantemente incoraggiato la Comunità di Sant’Egidio a proseguire il cammino di dialogo interreligioso iniziato nella città umbra. Proprio a Napoli, in una di queste tappe nel 2007, Benedetto XVI presente all’incontro, affermò: “La Chiesa cattolica intende continuare a percorrere la strada del dialogo per favorire l’intesa fra le diverse culture, tradizioni e sapienze religiose. Auspico vivamente che questo spirito si diffonda sempre più soprattutto là dove più forti sono le tensioni, là dove la libertà e il rispetto per l’altro vengono negati e uomini e donne soffrono per le conseguenze dell’intolleranza e dell’incomprensione”. Questa “estroversione” non si è fermata nella Chiesa.
Wojtyla e l’Italia. Cosa lascia in eredità ai cattolici italiani il Pontificato di Giovanni-Paolo II?
Le affido un ricordo inedito, risale ai primi anni Novanta, era d’estate ed eravamo a Castel Gandolfo, in piena bagarre sulla secessione. E lui, con i pugni sul tavolo, sbottò: “ma qui, chi difende l’unità d’Italia se non lo fa questo Papa vecchio e straniero?” Il primo papa non italiano dopo quattrocento anni si immerge presto nella realtà italiana – come afferma – “con un particolare rispetto e con un’attenzione piena di raccoglimento”. Lo si vede dai primi passi rispettosi, cauti, caratterizzati dall’ascolto. Cerca di cogliere a fondo la tradizione spirituale italiana, visitando i santuari e, in modo incessante, le città e le diocesi. Ne incontra i problemi e da subito comincia a chiamare l’Italia “seconda patria”. Sente la responsabilità, quale vescovo di Roma e primate d’Italia, di ravvivare con decisione la fede degli italiani. A suo parere, vanno richiamate le radici storiche del cristianesimo italiano e occorre impegnarsi per una nuova presenza nella società. Nel cuore della crisi degli anni Novanta, proprio nel 1994, il papa indice una “grande preghiera” per l’Italia: “Se la società italiana deve profondamente rinnovarsi, purificandosi dai reciproci sospetti e guardando con fiducia verso il suo futuro, allora è necessario che tutti i credenti si mobilitino mediante la comune preghiera”. Nella lettera ai vescovi italiani sulle responsabilità dei cattolici, che precedeva di due mesi l’iniziativa della preghiera, scrive: “Sono convinto che l’Italia come nazione ha moltissimo da offrire a tutta l’Europa”. Questo papa polacco ha amato l’Italia e ne ha difeso l’unità di destino. Oggi che il nostro paese appare rinserrato nelle sue frontiere, impaurito, aggressivo, sarebbe utile non dimenticare la lezione di Giovanni Paolo II, per il quale senza una coscienza sociale non c’è una comunità nazionale.
Questo è sincretismo puro:
WOJTYLA AD ASSISI:
ECUMENISMO LUCIFERINO;
LA STATUA DEL BUDDA APPOGGIATA SOPRA IL TABERNACOLO;
KAROL L’ERETICO CHE BACIA IL CORANO;
LA STATUA DELLA MADONNA DI FATIMA LASCIATA FUORI DALL’INCONTRO PER NON OFFENDERE LA SENSIBILITA’ DELLE ALTRE RELIGIONI;
PAPA RATZINGER CHE RIPETE TUTTO LO SCHIFO DI WOJTYLA E MONTINI?
VERGOGNA A LORO E A TUTTI COLORO CHE NASCONDONO LA VERITA’ CREANDO CONFUSIONE NEL PROSSIMO!
p.s.
Se non fosse pubblicata non fa nulla perchè avrebbe già raggiunto chi di dovere…
Saluti
Testimonianza dell’apostasia di karol wojtyla il non papa beatificato da uno come lui nella successione di paolo VI.
Saluti
Caro Salvatore, ti ringrazio per il suggerimento nella preghiera. Tuttavia, sono scettico nei confronti di Gesù e duro di cuore. Non c’è dubbio. A dimenticavo di escplicitare che appartengo alla Chiesa cattolica.
Posso chiederti alcune cose?
Primo, a quale comunità o chiesa appartieni, oppure se sei uno “spirito libero” del vangelo vincolato solo a Cristo?
Secondo, quali sono i punti fondamentali della Fede? Cioè, credi nella Trinità e nella Divinità di Gesù e che fosse pure vero uomo, o qualcos’altro? Qual è, secondo te, il destino di un uomo e di una donna dopo morto? La Chiesa Cattolica la consideri espressione dell’Anticristo e serva di Satana? Ritieni che il Cristo Gesù possa meritarsi il titolo di Nuovo Adamo?
Infine, se chiedessi ai miei fratelli compagni di fede di pregare per me Gesù perché ho un problema serio (salute, lavoro o per il dono della fede) o chiedessi ai miei pastori o anziani di pregare per me Gesù per la guarigione di salute di un mio amico o se volessi fare una preghiera di ringraziamento e chiedessi a mio figlio o a mia figlia o anche ad un mio dipendente che condivide la stessa fede di me di dire le mie stesse parole di bocca sua a Cristo, sbaglierei? Mi è lecito pregare Gesù per qualcun altro?
Si è salvati solo per fede o solo per opere, o per fede ma che senza opere è fede morta e che senso ha per voi la frazione del pane così in voga fra i primi cristiani?
“Per rituali vani che non partono dal cuore” intendi che chi ci va lo fa solo per apparire di fronte alla gente o per paura di qualcosa e che sono quindi epressioni di menzogne e bugie mascherate con una falsa religiosita?
Per essere salvati con Cristo è necessario subire il martirio se le condizioni lo richiedono? Oppure sono salvato lo stesso anche se a parole rinnego di conoscerlo,per salvare me o qualcun altro, ma nell’intimo credo che abbia veramente versato il sangue per me?
Grazie per la risposta.
Chiarimenti per Francesco Sassi
Comprendo il tuo profondo desiderio di conoscere Cristo, ma per amore verso Dio debbo esortarti e correggere: non sperimenterai mai la “nuova nascita” (Giovanni 3,3) osservando le regole religiose della Chiesa o Comunità che frequenti perchè il Signore non ha fondato la Santa Sede o la Chiesa Evangelica, avendo scelto 12 uomini rozzi e sconosciuti per farli diventare Apostoli (inviati). Caifa, faci caso, fu scartato pur essendo Sommo Sacerdote (.)
In verità, Gesù vuole avere con te una relazione diretta e personale, scevra da gesti sacramentali e rituali vani che non partono dal cuore. Se lo desideri, prega così: Signore Gesù, ti ringrazio per il tuo sangue versato per ME, vieni a dimorare nella mia vita OGGI, e fa di me un tuo figliolo.
Ricorda, Francesco, che la Croce del Golgota indica un bivio, con a destra un peccatore ravveduto (il buon ladrone) e a sinistra un malfattore scettico e duro di cuore.
A chi dei due Gesù rivolse certezza di perdono e di paradiso?
Da che parte vuoi stare? Con Wojtyla, la Madonna, i santi oppure con l’Iddio vivente?
Chiarimenti per Antonio
Perchè ti meravigli se un credente oggi fa sentire la sua voce “controcorrente” per difendere il vangelo?
La Chiesa Romana ha estromesso Gesù dal centro della predicazione, tant’è vero che dalle statistiche di Famiglia Cristiana del 2006 il Signore è al 7° posto nela graduatoria dei “santi” invocati (.)
Ma non vedi la reazione del mondo, e dello stesso Vaticano, dopo lo tsunami in Giappone del marzo scorso? Chi predica sull’Apocalisse ventura? Chi parla di giudizio sugli empi? Chi esorta al pentimento? Chi diffonde le verità bibliche? Non vedi che viene innalzato l’uomo e per di più cadavere!
Quindi, è naturale che tu, come milioni di persone, reagisca in questo modo (sono abituato alle ostilità dei religiosi) appunto perchè non conosci Cristo, non hai dimestichezza con la bibbia e ti risenti per partito preso.
I cristiani fuori del cattolicesimo hano gli stessi difeti di tutti gli uomini, ma predicano Cristo e solo Lui crocifisso: rilevi la stessa cosa nel contesto dove tu vivi?
Per finire, sappi che il Giudizio Divino è CONDANNA sin da ora per chi non ha un rapporto personale con Gesù (Giovanni 5,24-29), a differenza dei peccatori “salvati” (fra cui io), verso i quali non v’è alcun verdetto di punizione (Romani 8,1).
Credo che tu abbia bisogno di aver chiara la visione di Dio su questo tema piutosto che fidarti degli uomini (lettera a Tito 1,10-11).
Devo dire che credete nella democrazia se pubblicate certi commenti, tuttavia, vorrei esprimere qualche mia opinione sul merito espresso da questi interventi: ancora una volta viene fuori l’odio profondo, il risentimento acido spesso non riconosciuto da parte dei cristiani cosiddetti riformati, evangelici, valdesi, pentecostali, ecc. verso la Chiesa cattolica. Credono di citare saccentemente i testi sacri cercando di avvalorare il loro approccio fondamentalista verso la fede e la vita. Ma citazione per citazione, si può ben ricordare a questi signori, che nel giorno del Giudizio Universale non saremo giudicati se in vita abbiamo studiato la Bibbia, e neanche se l’abbiamo predicata. Il Giudizio infatti, parola di Gesù, sarà sull’amore, sulla carità praticata e non dichiarata, a chiacchere.
Caro Salvatore,al momento,se mi presentassi di fronte a Gesù ed egli mi chiedesse se per amor Suo sarei disposto a rinunciare a [[[ credere nel Suo rinnovare il sacrificio cruento della croce (di, valore infinito) in modo incruento in ogni messa,come gli apostoli stessi celebravano,fino al suo ritorno glorioso;a credere nella Sua reale presenza nell’ostia consacrata durante la messa;credere nel Suo agire per mezzo dello Spirito nei sacramenti della Chiesa cattolica;credere nel Suo essere mediatore presso il Padre per se stesso e con i santi (che in Lui mediano) e che venero (che non adoro,perché si adora solo Dio) e che leggo in chiave di Suoi imitatori più o meno perfetti; credere nel grande ruolo della Madonna che lo ha portato in grembo e con il Sì detto all’angelo Gabriele (che le ha portato la benedizione divina “Ti saluto, o piena di grazia, il Signore è con te”),ha regalato per mezzo di Gesù la salvezza dell’umanità intera e su di lei posso dire le stesse parole della cugina Elisabetta “Benedetta tu fra le donne e benedetto è il frutto del tuo grembo. A che debbo che la madre del mio Signore venga a me?(…)E beata colei che ha creduto all’adempimento della parola del Signore” e posso fare mio ciò che la madre di Gesù stessa ha detto in risposta ad Elisabetta “…d’ora in poi tutte le generazioni mi chiameranno beata” e seguire il suo esempio, poiché stava sotto la croce, e riconoscere che ha mediato presso Gesù alle nozze di Cana, al Suo primo miracolo pubblico in favore di due sposi(miracolo che peraltro Gesù non voleva fare). Infine, credere nell’obbedienza alla Madonna, venerarla ed amarla sinceramente vuol dire ascoltare le sue stesse parole dette a Cana, ai servi, prima che Gesù compisse il miracolo “fate tutto quello che egli [Gesù, il Cristo] vi dirà” ]]]
non potrei fare altro che dire questo
“Signore,io credo che Tu sia presente in queste cose,anche se stai al di sopra dei santi e della messa e della Chiesa stessa,che è solo il Tuo corpo.Se vado a messa è perché voglio Te e cerco il Tuo sacrificio in croce,se prendo l’ostia è perché penso di poterTi toccare nella mia indegnità,vero Dio e vero Uomo,in una cosa così misera e stupida (ma avere Dio in bocca e sentirlo nel pane, se è verità questa, è una gran cosa),nel vangelo sei Tu che mi parli come Uomo-Dio e in tutta la scrittura come Dio,anche se con la misera umiltà che ho devo dire a malincuore che non sempre capisco il significato e che spesso cado in errore presumendo di essere profeta,poiché non ho ascoltato tutti i Tuoi insegnamenti.In ogni caso Ti cerco e spero nel Tuo amore.Se mi inchino di fronte a quelli che chiamo santi non Ti sto rinnegando,ma è perché credo che un po’ di Te sia in loro e se questo un po’ di Te non l’avessi visto in loro non mi inchinerei, perché Ti adoro per Te stesso e Ti adoro in loro.Loro li venero e li rispetto come uomini e donne che si sono lasciati plasmare da Te.Se così non fosse,non li venererei,ma se così invece è ed io li ho disprezzati,disprezzerei Te che li hai fatti come capolavori ad utilità della Chiesa,anche se tu sei il migliore Capolavoro del Padre al cui confronto tutti gli altri sono solo surrogati capolavori,pur belli,ma Tu sei il più bello dei figli dell’uomo. Signore,se Tu mi dicessi “lascia perdere tutto ciò” potrei obbedirti e potrei dirti Sì,ma facendo così ti direi una bugia orribile a parole e mentirei pure nelle opere, perché ti direi Sì quando in coscienza vorrei dirti No,poiché mi sembra di tradirTi lasciando perdere queste cose nelle quali credo di trovarTi e che credo siano conformi alla Tua volontà.La mia coscienza non è infallibile,lo so,ma se ti amo questo lo faccio solo grazie ad un atto di coscienza scelto e la coscienza me l’hai data per usarla,vero?Quindi,o mi illumini quanto all’errore,dimostrandomi che Tu non sei presente in queste cose ed io le abbandonerò dalla prima all’ultima,oppure,se veramente sei presente in tali cose,dammi la forza di perseverare e di essere ridicolo a giudizio degli altri fino alla fine.Signore,se sono nel giusto confermami,se non ci sono correggimi,ma al momento rimango fedele alla coscienza e continuerò a cercarTi nella Messa,nell’Ostia,nella Madonna in misura inferiore e nei santi in misura ancora inferiore,ma sappi,o Gesù,che sia che vada a Messa o che non ci vada,sia quando chiamo la Madonna,un santo,un angelo o quando non lo faccio,io cerco Te,perché niente ha significato senza di Te o se non mi parla di Te,poiché sei la mia Speranza e molto più di questo”.
Caro Francesco, le tue parole sono estremamente sincere in un momento storico in cui la “bugia” e l’ipocrisia” segnano la nostra società, perciò ti dico che ti trovi nella condizione ideale (umiltà, esame di coscienza) per sperimentare la “nuova nascita” (vangelo di Giovanni 3,3)!
Quindi, il fatto che ti reputi “indegno” per poter ottenere risposte da Dio conferma in pieno le parole di Gesù Cristo, il quale “è venuto per i peccatori, non per i giusti” (Marco 2,13-17), ragion per cui sei sulla strada giusta per ricevere la FEDE (Efesini 2,8), che è un dono e non uno sforzo intellettivo dell’uomo.
Pertanto, anzichè confidare e aggrapparti ai morti, cerca l’Iddio Vivente (Ebrei 7,25) e fidati ciecamente delle sue parole, chiedendoGli di entrare nella tua vita: ti assicuro che il Signore leggerà nel tuo cuore questo desiderio sincero e ti darà certezza del suo perdono (Isaia 1,18)!
La religione, credimi, non darà mai risposte ai tuoi dubbi nè potrà garantirti l’ingresso in cielo, e questo spiega perchè la beatificazione di papa Wojtyla non produrrà giovamento alcuno a chi pensa di poter ricevere qualche grazia da Giovanni Paolo II.
Vangelo di Giovanni,capitolo 13; Pietro, per sapere da Gesù chi lo avrebbe tradito,non glielo chiese “direttamente”, ma fece cenno al discepolo prediletto, che stava sul petto di Gesù,secondo le scritture,nel senso di “domanda di chi parla” e il discepolo prediletto domandò a Gesù: “Signore, chi è?” e Gesù rispose: “E’ quello a cui darò un pezzetto di pane intinto”…
Non poteva Pietro,vicino al discepolo prediletto(e quindi anche a portata di Gesù),chiedere direttamente a Cristo, piuttosto che al discepolo prediletto,ciò che voleva sapere?Facendo così ha deluso Gesù per mancanza di fede in Lui od invece il suo è stato un atto di umiltà? Inoltre, Pietro è ricorso a Giovanni come “strumento parallelo e indipendente da Gesù” o piuttosto come via alternativa per arrivare a Gesù?
Se questo modo di procedere è sbagliato, per quale motivo Gesù non ha condannato, anzi, ha pure dato un segno a Giovanni (per quanto non immediatamente chiaro) per riconoscere il traditore?
Salvatore, io non ho grande fede in Cristo, per questo ho bisogno “ora” delle persone vive o morte che sono più avanti nella fede per arrivare a Cristo e di coloro che ritengo parlino a suo nome, nella speranza e per amore di Gesù, di avere anche io un giorno quella fede che dovrebbe spostare le montagne.Purtroppo, questa fede grande al momento non ce l’ho.Che faccio?Presumo di avercela?Non mi sembra sensato.La chiedo a Cristo?Sì,potrei e dovrei,ma mi accorgo che non ho neanche tanta fede nel credere che sia disposto a darmela,che io non sono così sincero nel volerla ricevere e non sono sicuro di volerla avere per sincero amore di Gesù e non per altri fini,come la superbia spirituale o l’essere stimato dai compagni di fede.Questo mi ostacola lo slancio verso Cristo!Mi sento idegno,testardo,tardo nel credere e mezzo bugiardo a chiedere a Gesù questo dono a causa della mia incredulità e della non onestà di intenzione. Mi rassegno?No!Cerco chi è riuscito nello Spirito Santo ad avercela, affinché la chieda per me e mi insegni come si aperto a riceverla (passo dopo passo) e dopo (supposto di arrivare a così grande altezza) continuerò a fare così per evitare di cadere in superbia o presunzione e sia Gesù a darmi la lode o la condanna.Accetto il rischio.Ma il fine è Cristo.
Premesso che Le ho scritto più volte e lei dimostra di non aver capito il messaggio (riflessioni sui SEGNI DEI TEMPI), la beatificazione di Giovanni Paolo II è una farsa che ridicolizza il concetto di “beatitudine” secondo i vangeli: infatti, non si diventa beati o santi da MORTI bensì da viventi!
Tuta questa pomposa cerimonia del Vaticano avrà terribili conseguenze, in futuro, perchè papa Wojtyla non impedirà l’Apocalisse biblica nè potrà salvare nessun devoto dalle calamità prossime: c’è qualche santo che ha impedito lo tsunami in Giappone?
Lei, come del resto, granparte del clero cattolico, è infinocchiato da una dottrina stabilita dagli uomini (lettera a Tito 1,10-11) e che contrasta i vangeli, ma il suo più grande erore è il confidare in un cadavere umano che – lo sottoscrivo mille volte – non può fare, ascoltare, miracolare, convertire nessuno!
Gesù è RISORTO, ma la Chiesa Romana non crede nell’intercessione reale di Cristo (Ebrei 7,25) a favore dei credenti e di quanti hanno fede nel Signore (Giovanni 3,16); se fosse il contrario, il papato esorterebbe i milioni di cattolici a rivolgersi a Gesù anzichè al papa polacco!
L’ira divina si abbatterà con furore su quanti “devìano” dalla verità bibliche (Romani 1,18), ma il Vaticano non ha alcun timore di Dio perchè è certo di essere nel giusto (.)
Dr. Riccardi, vuole essere salvato? Cerchi il Signore e lasci stare i morti!