In settimana il Senato ha approvato il ddl sulla corruzione. Adesso passerà alla Camera per l’approvazione definitiva. Sta suscitando grande discussione nell’opinione pubblica. Il Csm lo ha praticamente stroncato. Il ministro Severino, in una intervista a Repubblica, la difende. Ne parliamo con Bruno Tinti. Tinti prima di dedicarsi al giornalismo (collabora con il Fatto Quotidiano), è stato magistrato, dal 1967 al 2008. Entra in magistratura pochi giorni dopo aver compiuto 25 anni e prende subito servizio a Torino. Dopo qualche anno in Tribunale, diviene prima giudice istruttore e poi pubblico ministero, ruolo che continua a svolgere fino a quando lascia la magistratura. Dal 1990 al 1995 è Procuratore della Repubblica a Ivrea; dal 1995 al 2008 Procuratore aggiunto a Torino. Ha scritto importanti saggi di diritto tributario, sulla questione morale e sulla magistratura.
Dottor Tinti, secondo classifiche internazionali siamo il 4° Paese più corrotto d’Europa e siamo al 69° nel mondo. Le chiedo il ddl sulla corruzione approvato al Senato, se sarà approvato così com’è alla Camera sarà in grado di far fronte agli standars internazionali dei paesi risoluti nel combattere la corruzione?
Assolutamente no, il disegno di legge approvato al Senato è uno specchio per le allodole, non cambia nulla, i nuovi reati aggiunti: voto di scambio, traffico di influenze e corruzione ai privati, sono reati finti, nel senso che sono previsti dalla legge, ma costruiti in modo da non poter funzionare: la prescrizione è rimasta invariata, in alcuni casi diminuita, quindi complessivamente il nuovo disegno di legge non porta nulla di buono e la situazione rimane quella che era prima.
Non la stupisce il fatto che hanno ridotto le pene nel caso di concussione per induzione, perché lo hanno fatto?
La pena della concussione per induzione è l’unica cosa ancora ragionevole, nel senso che è una fattispecie di reato più vicina alla corruzione che alla concussione, la differenza è che la corruzione è un’estorsione fatta dal pubblico ufficiale, mentre la concussione è un accordo illecito. Il problema non è la riduzione della pena, il problema è che c’è una legge sulla prescrizione assolutamente irragionevole, che risale ai tempi di Berlusconi ed è servita a Berlusconi per non andare in prigione.
Oltre alla mancata ripenalizzazione del falso in bilancio Quali altri limiti soffre la legge?
Come le ho detto i nuovi reati sono finti, fatti per non funzionare, i limiti di pena previsti sono troppo bassi e quindi non si possono usare le intercettazioni telefoniche, senza le quali questi reati non si scoprono proprio: siccome sono reati in cui corrotto e corruttore sono uniti da un vincolo di solidarietà, se si scoprono vanno in prigione tutti e due: è evidente che nessuno parla, nessuno si scopre, l’unico modo sono le intercettazioni. Con le pene previste nel ddl (4 anni e 3 anni) le intercettazioni non si possono fare. Inoltre c’è una cosa apparentemente molto tecnica, nessuno ci bada, ma è la pietra tombale sulla possibilità pratica per trovare questi reati. Mentre per corruzione il premio è soldi o altra utilità(donne, yacht, un trasferimento in un incarico più ambito..), per il traffico di influenze e il voto di scambio il premio sono solo i soldi. Ora, quando due potenti si mettono d’accordo, quello che si garantisce è “oggi io aiuto te e domani tu aiuti me”: sono a disposizione l’uno dell’altro, non ci sono soldi. Quindi in tutte queste fattispecie in cui non si parla di soldi, il reato non esiste, quindi è evidente che si tratta di una norma finta, costruita per dare l’impressione di affrontare il problema, ma di fatto non esiste.
Penati e Berlusconi si salvano con questa legge?
Secondo me no, perché la concussione per induzione resta, non cambia nulla per la “continuità normativa”. Il fatto che la nuova figura di concussione preveda la punibilità anche per il concusso non incide per nulla sulla sussistenza del reato nei confronti del ricattatore. Il problema di Penati è la prescrizione: certo, abbassando le pene, anche il livello di prescrizione si abbassa, mentre per Berlusconi, per fortuna, almeno in questo processo, il problema della prescrizione non si pone.
Ci sono aspetti positivi nella legge?
Nessuno.
E sulla incandidabilità cosa pensa?
È un’altra norma finta. Dovrebbero essere non candidabili quelli che sono stati condannati ad una pena superiore a due anni di reclusione, con sentenza definitiva, cioè di Cassazione, una sentenza per cui non sono possibili appelli, ricorsi. È ovvio che omicidio, rapina, estorsione, traffico di droga sono puniti con pene superiori a due anni, quindi abbiamo la consolazione che l’onorevole che ammazza la moglie non può essere ricandidato. Però gli onorevoli non fanno questi tipi di reati, quelli tipici della casta sono: concussione, corruzione, falso in bilancio, truffa… Per questo tipo di reati c’è in primis il problema della prescrizione, che è garantita, perché con una prescrizione di sette anni e mezzo è evidente che non si riesce a concludere il processo, dove questo comprende anche la Cassazione. Non tanto perché sette anni non bastano per fare i tre gradi, anche se sono inevitabilmente pochi, ma perché i processi per questi reati cominciano tre-quattro anni dopo che il reato è stato commesso, quindi rimangono tre-quattro anni per fare il processo e questo è veramente troppo
poco. In secondo luogo i nuovi reati sono in pratica inesistenti, perché occorre che il premio sia in soldi, il traffico di influenze non si fa con i soldi, quindi tutti questi “inciucciatori”, tutta questa gente che si mette d’accordo non lo fa solo con i soldi, però il reato non c’è e quindi non c’è l’incandidabilità. Inoltre c’è il patteggiamento: questa gente quando viene processata magari patteggia, e si fa per meno di due anni, quindi niente incandidabilità.
Con una battuta finale: il suo giudizio sintetico sul provvedimento…
Si ricorda la vecchia canzone dei Trumpers? Fumo negli occhi.
VISTO CHE C’E LA RETE E CONSTATATO CHE LA POLITICA NON E IN GRADO DI LEGIFERARE PER NOI, PERCHE NON LI COSTRINGIAMO A CHIEDERE IL NOSTRO PARERE QUANDO DEVONO VOTARE UNA LEGGE?