L’ “agenda” Monti monopolizza il dibattito politico di questi giorni. Ne parliamo con Tito Boeri, professore di Economia all’Università Bocconi di Milano.
Partiamo dall’esperienza del governo Monti. Qual è la sua “eredità”?
Il governo Monti lascia come eredità due cose importanti: la prima è la riforma delle pensioni, importante per completare un processo iniziato a metà degli anni ’90 e che doveva essere accelerato per avere un sistema pensionistico sostenibile. E poi il ripristino della tassazione sulla prima casa, che è sacrosanta perché è impensabile che l’Italia, a differenza degli altri paesi dell’area OCSE, non abbia una tassazione sulla prima casa. Entrambe le riforme dovevano essere messe a punto, si trattava di dare importanza ad aspetti di equità di entrambe le riforme, in particolare l’IMU avrebbe dovuto prendere come riferimento i valori catastali che fossero stati rivalutati, onde evitare di tassare di più le persone che hanno case con valore limitato, e poco quelli che hanno grandi immobili. Per le pensioni bisognava avere maggiore accortezza nel rafforzare i nodi degli esodati e dei ricongiungimenti onerosi.
Professore, ora Monti “sale” in politica e presenta la sua “agenda”. Lei ha definito l’agenda un documento che arriva in ritardo. Perché?
Perché se l’avesse fatto tre mesi fa avrebbe potuto condizionare la creazione delle liste elettorali e la definizione delle coalizioni, imponendo ai candidati di pronunciarsi, a tutti i candidati, non solo a quelli della lista del centro. Adesso mi sembra sia tardivo come documento, nei diversi schieramenti che sono a favore delle riforme. A questo punto non è un tentativo di far emergere schieramenti. In questo senso mi sembra sia un tentativo tardivo.
Quali sono i “pregi” e i “limiti” dell’agenda?
Il pregio maggiore dell’agenda Monti è quello di parlare e di partire dall’Europa, di riconoscere il livello sovranazionale delle scelte più importanti del nostro paese. Riconosce il fatto che molte delle decisioni importanti per il nostro paese venivano prese su quella scala. I limiti sono il fatto che è molto vaga, ci sono cifre molto generali, non ci sono obiettivi, viene tutto demandato al dopo elezioni, è un’agenda che si tiene le mani libere per il dopo.
Oggi Barbara Spinelli su “Repubblica” critica l'”agenda” di non essere poi “radicalmente” europeista. Ovvero di non essere consapevole della profonda crisi dell’Europa, la Spinelli critica Monti di non avere il “senso” tragico della storia, ovvero è tutta centrata sulle politiche di bilancio. Insomma all’agenda manca, al di là dei titoli di alcuni paragrafi del documento, di una visione attenta alla drammatica questione sociale. Per lei è giusta questa critica?
Sicuramente ci vorrebbe un po’ più di attenzione agli aspetti di equità, perché le manovre del governo non hanno perseguito l’equità. Ci sarebbe voluta più attenzione. Su questo sono d’accordo su ciò che ha detto Barbara Spinelli, ma nello specifico bisogna capire cosa vuole dire.
Cosa pensa della “salita” in politica del Professore?
È una scelta legittima quella di mettersi direttamente in politica. La questione è se questo è un modo di rendere possibile, di attuare le cose che non è riuscito a fare quando era governo tecnico, per rendere fattibili le cose che lui ha cercato di fare. Mi chiedo se funziona, questo è il vero quesito da porsi, più che il giusto o sbagliato. Francamente temo che se dovesse schierarsi con uno schieramento, come quello di centro, mi chiedo se è un modo davvero per rendere fattibili le proposte di riforma.
E’ possibile una collaborazione, nella prossima legislatura, tra Bersani e Monti’?
Sembra che questo sia nelle cose, che questa azione di Monti sia la stessa anche di Bersani, tutte cose che rimandano al dopo elezioni. Quindi è probabile un accordo tra di loro.
perchè Monti è cosi reticente oevasivo quando risponde?
perchè è così supponente e freddo quasi scostante quando presenta la sua Agenda?
Il governo Monti lascia come eredità due cose importanti: la prima è la riforma delle pensioni, importante per completare un processo iniziato a metà degli anni ‘90 e che doveva essere accelerato per avere un sistema pensionistico sostenibile. E poi il ripristino della tassazione sulla prima casa, che è sacrosanta perché è impensabile che l’Italia, a differenza degli altri paesi dell’area OCSE, non abbia una tassazione sulla prima casa. Entrambe le riforme dovevano essere messe a punto, si trattava di dare importanza ad aspetti di equità di entrambe le riforme, in particolare l’IMU avrebbe dovuto prendere come riferimento i valori catastali che fossero stati rivalutati, onde evitare di tassare di più le persone che hanno case con valore limitato, e poco quelli che hanno grandi immobili. Per le pensioni bisognava avere maggiore accortezza nel rafforzare i nodi degli esodati e dei ricongiungimenti onerosi.
Io credo che l’ingresso in politica di Monti faccia solo bene al
paese,lo stesso paese che con i sacrifici degli italiani,e la
saggezza europeista del professore hanno permesso al paese di non sprofondare.Sarebbe un suicidio pensare di dare l’italia alla stessa classe politica che senza scrupoli ha solo pensato
come spendere i rimborsi elettorali,quindi basta con la politica
padronale,con i ciarlatani e i venditori di fumo.Spazio a Monti
e alla sua agenda.