Un nuovo “autunno caldo”? Intervista a Raffaele Bonanni, segretario generale Cisl

La situazione economica e sociale dell’Italia è sempre molto critica. I dati, diffusi da Unioncamere, sull’occupazione (un saldo negativo di 250 mila unità) confermano questo. Ne parliamo con Raffaele Bonanni, Segretario Generale della Cisl.

Bonanni, nei giorni scorsi alcuni (Casaleggio e il Ministro del Rio) hanno lanciato un allarme sulla situazione economica e sociale italiana. Per Casaleggio addirittura sono possibili anche rivolte sociali. Gli ultimi dati sulla disoccupazione paiono confermare questo pessimismo. Per lei come sarà l’autunno?

“L’autunno sara’ difficile. Non ci sono dubbi. Ma non possiamo solo commentare dati negativi o paventare rivolte sociali. Bisogna occuparsi dei fattori che possono favorire la ripresa economica, assumendosi ciascuno le proprie responsabilita’.   Per questo noi abbiamo chiesto ieri a Letta di fissare insieme un agenda di priorita’ per il paese. Non possiamo andare avanti con interventi a spizzichi e bocconi. Qui ci vuole un taglio secco delle tasse per lavoratori, pensionati e imprese che investono e assumono. La riforma fiscale deve essere l’obiettivo di questo governo a fine anno”.

Veniamo al Governo. Ieri avete incontrato, come Cgil Cisl Uil, a Palazzo Chigi, il Premier Letta.  E sempre ieri il cosiddetto “decreto del Fare” incassa la fiducia della Camera. Si aspetta qualcosa di più dall’esecutivo?

” Il decreto del fare contiene cose importanti. Ma non basta. Ci vuole uno scock fiscale positivo. Ci sono troppe tasse locali, troppi balzelli delle regioni e dei comuni. Ci vuole un coordinamento vero tra il governo centrale e quelli locali per ridurre la pressione fiscale. E poi bisogna recuperare maggiori risorse dall’evasione e tagliare la spesa pubblica improduttiva. Letta deve più’ coraggio e scegliere da che parte stare”.

In questi mesi si è parlato troppo di Imu. Non trova esagerato questa attenzione? Quali sono, invece per Lei, le priorità su questo fronte?

“L’Imu e’ importante ma non e’ eliminando questa imposta odiosa che si rimette in moto il paese. Ci vuole una riforma globale del fisco, che possa fare da volano alla crescita dei consumi, agli investimenti e dell’occupazione. Non e’ piantando le loro bandierine che i partiti risolveranno la grave situazione del paese”.

Il “sistema Italia” soffre da diversi anni di una mancanza di politica industriale. Cosa chiedete al governo?

“Noi chiediamo che il governo difenda gli asset industriali del paese, favorendo nuovi investimenti e intervenendo sui costi dell’energia troppi alti, sulle tasse locali, sulle infrastrutture, sui  servizi, sulla pubblica amministrazione. Nessuno si e’ occupato di questi temi negli ultimi vent’anni. Bisogna soprattutto evitare che le nostre aziende diventino preda degli appetiti stranieri. La politica industriale si fa anche con gli accordi sindacali come abbiamo fatto noi in questi anni, assumendoci le nostrte responsabilita’ e favorendo gli investimenti produttivi”.

Veniamo al dramma degli “esodati”. In Parlamento ci sono proposte “bipartisan” per risolvere questo gravissimo problema sociale. Come pensate di incalzare il governo?

“Il presidente del consiglio ha assunto l’impegno del governo di risolvere questo problema in maniera definitiva. Noi abbiamo manifestato a giugno unitariamente anche sul tema degli esodati. Non faremo sconti a nessuno fino a quando tutti gli esodati non saranno salvaguardati”.

Parliamo del Movimento sindacale. Dopo anni di contrapposizione si sta vivendo una stagione di “pragmatica” unità d’azione. E’ così?

” Abbiamo trovato dei punti importanti di convergenza superando antiche divisioni. Penso al tema della rappresentanza sulla quale abbiamo siglato un accordo storico con la confindustria. Dobbiamo continuare su questa strada, sapendo che l’unita’ sindacale si costruisce ogni giorno con senso di equilibrio e capacita’ di mediazione”.

E’ possibile, dopo la sentenza della Consulta sull’articolo 19 dello Statuto dei Lavoratori, una legge sulla rappresentanza sindacale?

” Noi pensiamo che bisogna estendere nei prossimi mesi l’accordo sulla rappresentanza in tutti i settori ed in tutti i posti di lavoro. Questo e’ l’obiettivo del sindacato. Poi vedremo se occorrera’ anche una legge di sostegno”.

Ultima domanda. La Fiat continua a minacciare ripensamenti sugli investimenti in Italia. Non è venuto il momento per la Fiat di uscire da questa mentalità ricattatoria?

“La Fiat sta facendo importanti investimenti in Italia a Melfi, a Grugliasco, a Pomigliano, in Val di Sangro sulla base degli accordi che abbiamo siglato insieme per favorire questi investimenti. Bisogna continuare su questa strada, rilanciando anche gli altri siti industriali a partire da Mirafiori. Le polemiche continue e il ricorso alla magistratura non aiutano gli investimenti. Bisogna abbassare i toni e lavorare tutti per gli interessi del paese e dei lavoratori “.

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