Il prossimo mese di aprile, con la “Gran Loggia” di Rimini (una sorta di super kermesse massonica),si insedierà Stefano Bisi il nuovo “Gran Maestro” del “Grande Oriente d’Italia”(la principale “obbedienza” massonica italiana). Il Goi ha conosciuto, in questi ultimi anni, un incremento notevole d’iscrizioni. Per capire le ragioni, e i problemi, di questo “boom” abbiamo intervistato Gianfrancesco Turano, autore di una inchiesta sulla Massoneria, giornalista del settimanale L’Espresso.
Turano, diamo qualche numero: quanti sono, in Italia gli affiliati alla Massoneria (mettendo insieme le due “obbedienze” massoniche quella del Goi – Grande Oriente d’Italia- e degli Alam – Antichi liberi accettati muratori-)?
Le due “obbedienze” hanno circa 32000 affiliati, poi c’è una terza “obbedienza” nell’ordine di qualche migliaio che è la Gran Loggia Regolare d’Italia, che sono gli scissionisti del Grande Oriente. Quindi calcoliamo che con queste principali tre obbedienze sono circa 35000 affiliati, poi ci sono tutte le centinaia di obbedienze che sono abbastanza difficili da scoprire.
Il Goi, con il “Gran Maestro” Raffi, è passato da 9 mila a 22 mila iscritti. Come spiega questo “boom” anche tra i giovani?
Sicuramente è legato, da un lato, ad una campagna fatta dal Gran Maestro uscente Raffi, fatta negli ultimi quindici anni della sua gran maestranza, ha fatto una campagna molto diretta, molto movimentista e ha avuto ragione, perché la sua campagna ha conciso con una profonda crisi dei partiti, quindi la massoneria è stata vista come un’alternativa ad altre associazioni viste come declinanti. In Italia c’è sempre stato il bisogno di creare delle reti che fossero più o meno evidenti, trasparenti, perché è tradizione in Italia che tutto quello che si muove intorno alle carriere, si muove più agevole se ci si muove in una rete, in una cordata, in un clan. Da questo punto di vista la massoneria è stata percepita come una garanzia di questo tipo, al di là dell’attrattiva che può avere l’aspetto esoterico, che, secondo me, è minoritario.
Domenica 2 marzo il “Goi” ha un nuovo “Gran Maestro”, il giornalista senese Stefano Bisi. Qual’ è la sua “storia”?
Bisi è un giornalista che ha lavorato su base locale a giornali e a televisioni, con una brevissima parentesi in Rai a Firenze, a 57 anni è arrivato alla Gran Maestranza sulla scia di Raffi, anche se non ufficialmente è stato il suo padrino dal punto di vista politico, quello che l’ha appoggiato, ed è stato premiato dal voto. Bisi è un senese, quindi in una città che è considerata massonica per eccellenza. Ed è amico dell’ex numero uno dei Monte dei Paschi Giuseppe Mussari.
E’ possibile fare un identitik del “perfetto” Massone?
In realtà no, perché il massone vive su due binari: uno associativo e l’altro esoterico, iniziatico. Allora evidente che ci sono due tipi di massone, uno idealista (che si richiama ad antiche “teorie” e all’illuminismo), e poi c’è il massone, chiamiamolo così, “affarista” che coglie nella massoneria il pretesto per entrare in quella rete che dicevamo prima. L’ala maggioritaria è sicuramente un’ala molto più portata verso gli interventi in società, anche se Bisi, per motivi evidenti, deve tenere un piede anche sul piano dell’esoterismo
Quali sono le regioni ad alta “densità” massonica?
L’alta “densità” massonica è, tradizionalmente, in Piemonte e in Toscana, qui si parla dell’800. La regione emergente di questi anni è la Calabria, dove non è che la massoneria sia una novità, l’associazionismo massonico ha origini nell’800, ma sicuramente quello che è successo in Calabria, che ha iscritti superiori rispetto alla Lombardia, Sicilia (regioni più popolate della Calabria) colpisce (è riuscita ad esprimere ben 2000 voti, su circa 16000 aventi diritti, per l’elezione dell’ultimo “Gran Maestro”)
Dove si esprime il potere, l’influenza, della massoneria?
Oggi il potere della massoneria, secondo me lo ha descritto molto bene uno storico della Massoneria, Aldo Mola, quando dice che la massoneria entra nel momento di crollo delle istituzioni, e si è surrogata alle istituzioni che sono crollate.
In questi anni c’è stato un inquietante rapporto tra alcune logge calabresi ed esponenti della ‘ndrangheta. Com’è la situazione delle infiltrazioni malavitose?
Ci sono ormai una quantità di indagini della magistratura che hanno messo in luce un rapporto molto stre tto, in particolare c’è un’intercettazione ambientale, che risale al 2011, al capo del clan Mancuso, uno dei più potenti dell’’ ‘ndrangheta in cui lui teorizza lo scioglimento dell’ ‘ndrangheta e la sua confluenza all’interno della massoneria. Infiltrazioni mafiose hanno portato alla sospensione di una loggia, la “Rocco Verduci”,dopo che erano intervenute le forze dell’ordine e la magistratura. È molto difficile stabilire il livello delle infiltrazioni, perché è vero che bisogna presentare un certificato penale per iscriversi, ma è anche vero che una volta che ti sei iscritto, sei dentro non devi più rinnovare questo tipo di documentazione. Mi sembra che in termini di controllo si potrebbe fare molto molto di più. Vedremo cosa farà il nuovo “Gran Maestro”.
Nel periodo buio della storia della I Repubblica con la P2 vi è stata una potentissima influenza sulla politica. Come sono, oggi, i rapporti tra Massoneria e politica?
Secondo me è ancora marcata l’influenza della massoneria sulla politica, e non solo sulla politica, ma anche sulla gestione dell’economia, attraverso le società pubbliche, proprio perché è diminuita l’influenza dei partiti e dei sindacati. Quindi questo è un fatto che è anche uno dei fattori che hanno portato alla grande crescita numerica delle associazioni massoniche e del loro successo. È chiaro che quello che noi chiamiamo massoneria o lobbismo, negli Stati Uniti, è un momento della dialettica tra il potere democratico e quello di un’oligarchia.
Qualche nome?
I nomi è sempre difficile farli, perché anche se normalmente gli elenchi degli iscritti alle logge sono a disposizione della magistratura, ma abbiamo visto che, dopo il rinvenimento delle liste della P2 nel 1982, ci sono state altre inchieste (vedi quelle di Agostino Cordova) che hanno portato alla luce le liste, ma bisogna capire se è ancora in vigore la pratica delle logge coperte. Ovviamente i vertici della massoneria lo negano. L’impressione è che le figure apicali vengono tenute ben protette da possibili sguardi indiscreti e questo lo ammettono anche loro.
Allora, tirando le somme, cosa inquieta di più della Massoneria?
Quello che inquieta di più è quello che dicevo prima è quello di essere un potere oligarchico, che passa attraverso una cooptazione, che potenzialmente tenta di orientare il potere democratico. Questa è una cosa che succedeva già nella Grecia del V secolo a.C. e quindi lungamente testimoniata nella storia, però in una repubblica democratica pone un problema. Io posso esecrare i miei politici, considerarli una banda di farabutti, e ho sempre la possibilità di non eleggerli, ma un’associazione più o meno segreta io cittadino non ho nessuna influenza, invece loro hanno un’influenza molto consistente..