Lo consigliamo a docenti e alunni. Vale la pena di leggerlo a scuola, offre molti spunti di riflessione sia per il docente e che per l’alunno.
Un libro intenso, pieno di pathos, questo libretto, “L’Ora di Lezione”, scritto da uno dei più noti psicanalisti italiani.
Il libro è un saggio ricco di analisi che tocca diversi livelli: dalla filosofia alla psicanalisi. Ma c’è anche un piccolo “tesoro”: sono le pagine dedicate alla sua esperienza di studente, uno studente cui “destino” pareva segnato dal fallimento: “Ero stato un bambino considerato idiota, fui bocciato in seconda elementare perché giudicato incapace di apprendere. Quando cerco di insegnare qualcosa, è a lui che mi riferisco.” “Andavo lento e ora mi rimproverano di andare veloce”.
In quest’affermazione non c’è boria e trionfalismo. L’autore vuole sottolineare che era considerato una “vite storta”. E tutti siamo “vite storte”, la “stortura” può essere l’occasione di progredire nella conoscenza. Anzi è la condizione per conoscere la propria via. E’ la stortura, la nostra imperfezione, che accende il desiderio del sapere.
Ecco il punto, il tesoro del libro: in quel lontano 1977, gli anni del terrorismo, dell’esplosione della droga, in una classe dell’Istituto agrario, collocato alla periferia estrema di Milano, fa la sua apparizione una giovane e bella professoressa di lettere, Giulia, che incanta con la sua passione per la letteratura e la poesia il giovane studente annoiato dalla scuola. “Non esiste insegnamento senza amore. Ogni Maestro che sia degno di questo nome sa muovere l’amore, è profondamente erotico, è in grado di generare quel trasporto che in psicoanalisi chiamiamo transfert”. La parola diventa “corpo erotizzato”, accende il ionedesiderio. L’apprendimento, per Recalcati, non è pura ripetizione, plagio, sapere “morto” senza vita. L’insegnamento implica, per usare la metafora dell’amore, la trasformazione del soggetto che ascolta in soggetto attivo. Passare da “eromenos” a “erastes”. Ovvero passare al ruolo di “amante”.
La scuola come “sentinella dell’erotismo” del sapere, della possibilità del tuo futuro. Il luogo che mette in moto la vita che ti conduce all’altrove, verso mondi imprevisti.
Questo processo avviene nell’ora di lezione.
Ma oggi nel tempo della scuola “Narciso”, fatta di nozionismo pieno di efficienza fine a stessa, come se la mente degli studenti fosse da riempire con dei “file”, questo è assai complicato. Una scuola “narciso” che non contempla il fallimento, tutto è giocato sull’ansia della prestazione. Non è una bella evoluzione rispetto alla scuola, così viene definita dall’autore, “Edipo” (quella basata sull’Autorità). La proposta di Recalcati è quella di investire nella scuola lo spirito di “Telemaco”, ovvero dell’apertura al futuro delle possibilità.
La scuola come isola di anticonformismo sano, che rifiuta l’intruppamento, e ponga limiti all’indisciplina del godimento immediato.
La scuola come luogo della “legge della parola”. E senza legge non c’è desiderio.
Quindi come si trasforma un “libro in un corpo erotico”? ovvero come “tradurre ogni corpo che incontra in un libro da leggere”?
Per Recalcati gli autori di questa “magia” sono stati i suoi “maestri” :dalla splendida Giulia Terzaghi, “un corpo celeste che veniva da un altro universo”, la professoressa di lettere, ai grandi professori di Filosofia della Statale di Milano, “Heidegger e Sartre diventavano incredibilmente vivi, pulsanti, straripavano dalle loro cornici stabilite per entrarci dentro”.. Ecco perché – scrive Recalcati – “portare la parola è portare il suo fuoco”: è “il miracolo dell’insegnamento: mostrare che quel sapere che ritenevamo morto è vivo, è erotico, si muove, respira. In questo modo, il maestro, sempre, mentre insegna impara, ovvero ridà vita a tutto ciò che lo ha formato”. Ecco l’arte dell’insegnamento (che è un atto di amore).
E per ognuno di noi sicuramente c’è stato qualcuno che ha segnato il nostro destino, che ci ha aperto la via inesplorata o che ci ha consentito di “ripartire”. Ecco questi sono i “maestri” che ricorderemo a distanza di anni la voce, che è “espressione materiale e spirituale del desiderio di insegnare”. E’ Il desiderio d’insegnare che distingue il “maestro” dai replicanti. “Sei una presenza che insiste a vivere in me”, scrive della sua professoressa Recalcati. In-fine il sapere è, anche, un nome. L’amore è sempre, direbbe Lacan, l’amore per il nome. “Magia” dell’ora di lezione.
Massimo Recalcati, L’ora di lezione. Per un’erotica dell’insegnamento, Ed. Einaudi, Torino 2014, pagg. 160, € 14,00