A volte capita d’imbattersi in persone inconsuete, davvero fuori dall’ordinario, che compiono azioni fuori dagli schemi, che dedicano tempo e pazienza all’elaborazione di strategie personali e originali di sopravvivenza e persino di perseguimento della felicità. Capita più spesso di quanto s’immagini.
Meno frequenti, invece, quelli che vanno oltre e, accanto a tale sforzo, compiono anche quello di un’elaborazione critica del proprio percorso intimo, generando così un processo di comunicazione rivolto agli altri, nel tentativo (immaginiamo), di renderli partecipi dei propri progressi, se pure di progressi si tratta.
È questo il caso di Alessandro Pucci, che nella vita di tutti i giorni fa il tecnico manutentore di reti telefoniche per una grande compagnia: controlla le centraline, sale e scende da impianti e palificazioni, accetta e distribuisce lamentele, rampogne e minacce della clientela, tanto bisognosa di connettività quanto avara di complimenti.
La sua “vita vera”, da qualche anno a questa parte, si svolge invece lungo percorsi diversi. Ha letto molto, ha compiuto un percorso di studi teologici e filosofici, ha riflettuto sulla vita quotidiana e sui conflitti che, numerosi, l’avvelenano o la rendono migliore. Cura un blog – cronache dell’anima (http://cronachedellanima.blogspot.it/) – nel quale riversa le sue riflessioni.
Da questo processo è nato un piccolo libro: “Nel cuore del conflitto”; autopubblicato, venduto in rete e distribuito personalmente nei numerosi incontri che l’autore ha organizzato nella sua terra, le Marche, offre una penetrante lettura della vita di relazione; con un linguaggio che oscilla fortemente tra l’eloquio filosofico e la piana, semplice declinazione delle riflessioni quotidiane, Pucci riesce a rendere una modesta e luminosa testimonianza.
Testimonia infatti che è possibile, qualunque sia la nostra funzione nella grande “macchina mondiale” (scippando la definizione da un romanzo di un altro marchigiano, come lui: Paolo Volponi), provare a dipanare la matassa dell’esistenza e delle relazioni, accettando e provando a comprendere – è il caso di dirlo – la natura del “conflitto”, ineluttabilmente presente nella nostra vita.
Quattro capitoli: il conflitto interiore; il conflitto sociale; la guerra come degenerazione del conflitto; la speranza di pace. Seguendo questa mappa concettuale, la ragionata proposta di Alessandro Pucci illumina alcuni angoli del nostro quotidiano, con grande efficacia, soprattutto quando affronta i temi legati alla vita di relazione, ai rapporti umani. In fondo, sembra dire Pucci, tutta la vita è una lotta: cerchiamo di trovarci un senso e una prospettiva.
Come ha acutamente notato padre Alex Zanotelli in una sua recensione apparsa sul numero di Ottobre 2015 di “Mosaico di Pace”, il tema del conflitto è troppo vasto per «poter essere esaurientemente sviluppato in un unico testo». Tuttavia Pucci (è ancora Zanotelli che lo scrive) tenta «di tracciare un sentiero, una via percorribile (…) viaggiare all’interno dei conflitti significa cercare di capire la vita e i suoi inquietanti misteri».
Ecco: dietro ciascuno di noi – e dentro – c’è un mistero; e ancora più grande è quello del mondo. Come scrisse il teologo Rudolph Otto, si tratta di un “mysterium tremendum et fascinans”. Ed è curioso (o provvidenziale?) che, alle volte, un valido aiuto per affrontare l’enormità del tema ci giunga, inatteso, da chi – senza titoli, senza fasti – prova a condividere con gli altri i pensieri più profondi.
Alessandro Pucci, Nel cuore del conflitto, Prefazione di Roberto Mancini (Ordinario di Filosofia Teoretica, Università degli Sudi di Macerata), pagg.: 212, self-published – ISBN-13: 978-1507634806
Il libro è disponibile anche su Amazon (http://www.amazon.it/Nel-Cuore-Conflitto-Alessandro-Pucci/dp/1507634803/ref=sr_1_1?ie=UTF8&qid=1455548623&sr=8-1&keywords=nel+cuore+del+conflitto ).