“Cattolici e luterani si trovano insieme di fronte alle sfide dell’oggi”. Intervista a Massimo Faggioli

 

Pope Francis speaks during an ecumenical prayer in the Lund Luteran cathedral, Sweden, Monday, Oct. 31, 2016. Francis traveled to secular Sweden on Monday to mark the 500th anniversary of the Protestant Reformation, a remarkably bold gesture given his very own Jesuit religious order was founded to defend the faith against Martin Luther's "heretical" reforms five centuries ago. (AP Photo/Andrew Medichini)

Papa Francesco durante la cerimonia nella cattedrale di LUND (GettyImages)

Si è conclusa oggi la storica visita, con la messa a Malmoe, di Papa Francesco in Svezia per i 500 della Riforma Luterana. Per un primo bilancio, ovviamente provvisorio, abbiamo intervistato il Professor Massimo Faggioli, Storico del cristianesimo alla Villanova University (USA)

Professor Faggioli,si è appena conclusa la breve, intensa e storica visita di Papa Francesco a Lund, in Svezia, per celebrare i 500 anni della Riforma Luterana. Facciamo un piccolo, provvisorio, bilancio. Sarà e a storia a darci un giudizio più ampio sulle conseguenze. Certo è che la visita darà un impulso ancora maggiore contributo al cammino comune tra cattolici e Luterani. Per lei che bilancio si può trarre?

Un bilancio positivo perché è un cammino che prosegue: dal Concilio Vaticano II, alla Dichiarazione sulla giustificazione del 1999. La dichiarazione firmata in Svezia recepisce quella del 2003 “Dal conflitto alla comunione” e la inserisce in un quadro molto mutato rispetto ai tempi della nascita dell’ecumenismo: persecuzioni dei cristiani, sfide ambientali, violenza espressa con linguaggio religioso – sono fenomeni nuovi rispetto al concilio. Anche la presa di coscienza dei rapporti tra religione e politica e l’impatto della politicizzazione della religione sull’ecumenismo è un dato nuovo rispetto alle prime fasi dell’ecumenismo. Cattolici e luterani si trovano insieme di fronte alle sfide dell’oggi, non gli uni contro gli altri.

Veniamo al dato teologico di fondo della visita: nel suo discorso , a Lund, il Papa ha affermato  che bisogna essere “grati per i doni ricevuti attraverso la Riforma”.Una frase che farà  discutere l’ area tradizionalista del cattolicesimo ed alcuni esponenti della gerarchia … Sappiamo che il Cardinale Muller (prefetto per la Congregazione per la Dottrina della Fede) aveva detto CHE PER LA CHIESA CATTOLICA NON C’è NULLA DA FESTEGGIARE. Insomma questa mentalità è dura da superare?

Questa mentalità è dura da superare, ma questo è un fatto marginale e nuovo, nel senso che i teologi da molti anni ormai hanno riconosciuto la cattolicità del pensiero di Lutero. La riforma di Lutero nasce come riforma cattolica, non luterana o protestante. Ed è una riforma che ha portato frutti che tutte le tradizioni cristiane hanno recepito, inclusa quella cattolica romana. Le reazioni scettiche contro l’ecumenismo di Francesco fanno parte dello scenario neo-tradizionalista in voga in certi circoli cattolici da qualche anno a questa parte. Ma è un fenomeno marginale, tutto europeo e nordatlantico.

Nella dichiarazione d’intenti finale, firmata dal Papa e dal vescovo luterano Yunan, sull’impegno sull’impegno comune a favore dei poveri e dei migranti (rifugiati), c’è un passo sul dolore di non potere ancora condividere la mensa eucaristica insieme. Per un profano questo è sconcertante. Quali gli ostacoli?

Gli ostacoli sono dovuti a comprensioni che sono ancora diverse della comunione eucaristica. Il fatto importante è che si sono fatti dei passi avanti rispetto al passato anche recente, e che la pratica di ospitalità eucaristica non è più un tabù assoluto. Ci sono casi (come le coppie sposate di confessione diversa) e comunità ecumeniche in cui l’intercomunione è di fatto un fatto e e una tradizione che arricchisce la coscienza che la chiesa tutta ha della comunione. Ma è presto per dichiarare una intercomunione generalizzata tra le due chiese. 

Quali, secondo lei, saranno le conseguenze per l’insieme del mondo protestante?

Difficile da dire: se la chiesa cattolica è molto diversa al suo interno, non meno diverse al loro interno sono le chiese protestanti, in cui la globalizzazione ha portato sfide importanti ad una tradizione teologica e culturale europea. Tutto il mondo cristiano è in via di ridefinizione, e anche l’ecumenismo lo è.

Papa Bergoglio interpreta il “primato di Pietro” in modo dinamico ed è molto attento alla dimensione del dialogo e della comunione. Pensa che arriveremo ad una riforma del  Papato?

La riforma del papato è una riforma che c’è già. E’ iniziata dal concilio in poi, e prosegue con Francesco in vari aspetti, con la differenza che Francesco interpreta il papato a partire da una tradizione cattolica non europea. Il solo fatto che buona parte degli annunci e delle notizie su prese di posizione di Francesco vengano dal papa che risponde a giornalisti dal volo papale è un cambiamento enorme rispetto al papato di solo qualche anno fa.