La clamorosa iniziativa di quattro cardinali, tutti appartenenti all’area iper conservatrice della Chiesa cattolica, di scrivere una lettera, che doveva essere privata, in cui si esprimono forti dubbi teologici di correttezza magisteriale sull’Esortazione pontificia “Amoris Laetitia”, pubblicata dopo il Sinodo sulla Famiglia dell’anno scorso. Un vero e proprio atto di ribellione al magistero pontificio, tanto da minacciare, da parte di uno dei cardinali, una correzione pubblica dei contenuti dell’esortazione se il Papa non avesse risposto a i dubbi esposti nella loro lettera. Oggi il Papa, con un’intervista al quotidiano cattolico Avvenire, ha riaffermato la validità della sua linea pastorale. Ne parliamo, in questa intervista, con il teologo Andrea Grillo, professore di Teologia alla pontificia università Sant’Anselmo di Roma.
Professore, qualche giorno fa il giornalista Sandro Magister, vaticanista dell’Espresso, ha diffuso una lettera di 4 cardinali (i tedeschi Walter Brandmüller e Joachim Meisner, l’italiano Carlo Caffarra, lo statunitense Raymond L. Burke )tutti dell’area conservatrice. Lettera indirizzata al Papa Francesco, e tale doveva rimanere, lettera in cui si chiede chiarimenti sui paragrafi secondo loro controversi (sulla comunione ai divorziati risposati) della esortazione pontificia “Amoris laetitia” . Come giudica il contenuto della lettera dei cardinali?
Sollevare domande, di per sé, è sempre positivo. La cultura del dubbio può essere anche una scoperta recente dei 4 cardinali. Ma di fronte a questa lettera io ho subito pensato una cosa diversa. Se quattro cardinali scrivono in questo modo così poco autorevole e così imbarazzato, occorre rivolgersi a qualche autorità superiore. Nel cristianesimo l’abbiamo: sono le prostitute e i pubblicani. E’ proprio una prostituta, Sonia, che nel capolavoro di Dostojewski “Delitto e castigo” risponde al peccatore: “Perché fai domande che non debbono essere poste”. Sonia dice ai cardinali: “Perché fate domande che non si devono porre?”. D’altra parte, a veder bene, dobbiamo riconoscere che non scopriamo nulla di nuovo. Se andiamo a leggere quello che questi 4 cardinali hanno scritto subito prima del Sinodo, durante il Sinodo, nell’aula del Sinodo e dopo il Sinodo, troviamo che tutto questo era già stato detto: prima come timore, poi come eventualità da evitare e poi come “errore da correggere”. Non è un bello spettacolo.
Hanno un fondamento le critiche mosse al documento pontificio?
Le dico solo questo: in una classe di studenti di Diritto canonico, un mio caro collega ha esaminato i 5 “dubia” sollevati dai cardinali e degli studenti universitari senza particolari qualifiche hanno risolto i 5 dubbi senza alcuna esitazione, sulla base del testo di Amoris Laetitia. Per smascherare la provocazione e le domande false bastano una ventina di ragazzi ben disposti a studiare e a non farsi prendere per il naso. Le critiche hanno fondamento, ma non nel documento, bensì in una cultura arretrata, vecchia, presuntuosa e arrogante.
Ai tempi di Giovanni Paolo II e Benedetto XVI questi personaggi erano nelle cordate di potere della curia romana. Secondo lei questa resistenza quanta è diffusa nella curia?
Questo è un fatto strutturale. La Curia, ogni curia, resiste comunque nella inerzia di quello che faceva prima. Inerzia burocratica e inerzia di pensiero. La questione, tuttavia, non è semplicemente di “potere”, ma di “pensiero”. La inerzia si colloca anche a questo livello, che è meno evidente, ma molto più grave. E’ come se i 4 firmatari non concepissero altro modo di vedere il matrimonio che quello elaborato nella Chiesa in mezzo al conflitto con lo Stato moderno alla fine del XIX secolo. Quella stagione è finita. Per sempre. E con essa anche quella teologia.
Appare evidente che si muovono come un gruppo organizzato. L’obiettivo è screditare un atto di Magistero di Papa Francesco. Addirittura il cardinale Burke ha “minacciato” una correzione pubblica delle parti controverse, se il Papa non darà risposte alle loro richieste . E’ una minaccia alla comunione ecclesiale? Uno scisma ?
Non farei le cose più grosse di quelle che sono. Ognuno dei 4 firmatari rappresenta una “istanza” dell’assetto che con Giovanni Paolo II si era collocato al centro del pensiero e della amministrazione ecclesiale. Ma, obiettivamente, gli argomenti che usano sono talmente deboli e argomentati in modo talmente vecchio che non costituiscono affatto un problema per Francesco, che ha una freschezza di approccio e di pensiero che vola ad un altro livello. Semmai io credo che si debba usare verso di loro una ferma misericordia. Non c’è nessuno scisma, anche se la minaccia alla comunione ecclesiale è rappresentata dalla arroganza di chi si mette, intenzionalmente, a fingere di non aver capito. Questo è grave. Ma è finto. Perché sono tutti e 4 uomini troppo intelligenti per non aver capito che la loro impostazione è definitivamente superata.
Il Papa, nell’intervista ad Avvenire, ha affermato: “la Chiesa esiste solo – ha detto Francesco ad Avvenire – come strumento per comunicare agli uomini il disegno misericordioso di Dio. Al Concilio la Chiesa ha sentito la responsabilità di essere nel mondo come segno vivo dell’amore del Padre. Con la Lumen Gentium è risalita alle sorgenti della sua natura, al Vangelo. Questo sposta l’asse della concezione cristiana da un certo legalismo, che può essere ideologico, alla Persona di Dio che si è fatto misericordia nell’incarnazione del Figlio. Alcuni – pensa a certe repliche ad Amoris Laetitia – continuano a non comprendere, o bianco o nero, anche se è nel flusso della vita che si deve discernere” . Basterà questa risposta del Papa ai cardinali super legalisti?
Queste parole sono non casualmente tratte quasi integralmente dal linguaggio del Concilio Vaticano II. Ed è il Concilio ad aver già risposto ai 4 cardinali. Lo ha fatto da più di 50 anni. Loro hanno fatto finta di niente, aiutati da tante condizioni favorevoli, che improvvisamente sono cessate già con l’arrivo a Roma di un papa “figlio del Concilio” e poi soprattutto con Amoris Laetitia. Che opera, 50 anni dopo, ciò che fece Sacrosanctum Concilium 50 anni fa. Cambia il volto della Chiesa nel rapporto con l’amore, la famiglia e il matrimonio. Su cui le pretese del legalismo sono almeno altrettanto forti di quanto fossero, 50 anni fa, quelle sulla liturgia.
Come sta procedendo la recensione dell’ “amoris laetitia”?
Direi che nel mondo reale, sia pure con le inevitabili difficoltà di ogni riforma, Amoris Laetitia sta procedendo molto bene. In Italia, ad es., ci sono Vescovi che hanno già scritto lunghe lettere di attuazione nelle loro diocesi del dettato della Esortazione. E nessuno di loro ha avuto dubbi, anche se deve camminare allo stesso tempo davanti, dentro e dietro il proprio popolo. La lettera dei 4 cardinali è anche il documento di chi non vuol camminare, di una Chiesa che si isola, che non esce, che ha paura di tutto, che preferisce non guardare…mentre la Chiesa autentica cammina e si lascia stupire dallo Spirito, che soffia con una libertà che sembra così difficile da capire da parte dei 4 cardinali.