La macchina dell’odio che inneggia al contagio. Intervista a Nello Scavo 

Il giornalista de l’Avvenire Nello Scavo (Ansa)

C’è una “macchina” dell’odio che si sta “armando”, in questi giorni per diffondere il contagio. Un contagio mirato contro poliziotti, le comunità di immigrati, gli ebrei e i musulmani. Chi sono questi “accelerazionisti”? Ne parliamo, in questa intervista, con Nello Scavo giornalista d’inchiesta e inviato di guerra del quotidiano cattolico Avvenire

 

Nello, nemmeno di fronte alla drammatica situazione (con migliaia di morti e contagiati dal “coronavirus”) la “macchina dell’odio” si ferma. Chi sono questi folli? Dove si collocano?
E’ un’accozzaglia, ma sarebbe sbagliato sottovalutare questa strana armata. Ci sono gli spodestati dalla politica desiderosi di tornare in sella, i suprematisti travestiti da sovranisti, i neonazisti che indossano la felpa, forse più presentabile, dei cosiddetti “identitari”, i neofascisti di casa nostra sempre in cerca di un’arena, gli svalvolati del web che si prestano a fare da cassa di risonanza. Insomma mondi non necessariamente in contatto, tra loro ma con una consonanza di scopi.

Chi sono gli “accelerazionisti”? Contro chi mirano?
Si tratta di gruppi suprematisti e neonazisti nordamericani che secondo diverse fonti hanno pianificato, nel caso qualcuno di essi venisse contagiato, di entrare poi volontariamente in contatto con gruppi etnici e categorie di persone che vorrebbero far sparire, vuoi per fanatismo ideologico vuoi per interesse criminale. In particolare suggeriscono di contagiare agenti di polizia, e poi comunità di ebrei e islamici. Incuranti del fatto che il virus non conosce certo alcuna barriera etnica.

La loro presenza nel web è diffusa, tanto da preoccupare l’ FBI. È così?
Un recente rapporto dell’Fbi diffuso dall’emittente Abc descrive questi gruppi e le loro intenzioni. Sono anche state specificate le modalità con cui suggeriscono di accelerare il contagio diventando di fatto untori.

In Italia com’è la situazione? Le autorità sono al corrente di questa rete?
Nel nostro Paese prevale la coalizione dell’odio, che usa le fake news come propellente e coagulante. Per alcuni gruppi è una scelta ideologica. Per altri solo un mezzo come un altro per costruire e consolidare il consenso. Quello che sperano è che il clima di paura per il contagio e di incertezza per il futuro possano fare da amplificatore.  Infatti, per tutti questi gruppi il Coronavirus è diventato un’altra potente arma di disorientamento di massa. Così spariscono dal dibattito i diritti umani, i diritti civili, i campi di prigionia per migranti da noi finanziati in Libia, l’inferno dei profughi in Grecia, la rotta balcanica. E se questi argomenti entrano nel dibattito è solo nella chiave del rischio contagio, dunque per giungere alla solita conclusione: il male arriva da fuori, e noi dobbiamo chiuderci dentro. Secondo quella sinistra “pedagogia della chiusura” che ha fatto la fortuna di molti leader politici, oggi terrorizzati da una evidenza: il contagio si affronta insieme, in comunità tra i popoli, l’esatto contrario del settarismo identitario.  Una modalità di pensiero, quella dell’odio e della chiusura, che ha finito per alimentare quella che Papa Francesco chiama “cultura dello scarto”, come del resto sentiamo dire da chi vorrebbe conviverci che se a morire di Coronavirus sono anziani, disabili, senza tetto, in fondo si tratterebbe del male minore”.

Come si sa, appunto, la macchina dell’odio si alimenta delle Fake news. Purtroppo, in questi giorni, anche autorevoli giornalisti hanno diffuso questo veleno. Mi riferisco a quello contro l’impegno delle Ong. È così Nello?
Quello contro le Ong si sta rivelando un clamoroso boomerang. Tanto più che molti volontari delle organizzazioni (come medici e infermieri) sono già dipendenti del Servizio sanitario nazionale, e che periodicamente prestano la loro opera in attività umanitarie in Italia, all’estero o sulle navi di salvataggio. A voler concedere l’attenuante della buona fede, si direbbe che chi si è fatto portavoce della campagna dell’estrema destra internazionale, fosse quantomeno disinformato. Proprio ciò di cui l’informazione non ha bisogno in questi giorni.

Ultima domanda: Vogliamo ricordare Come si sta sviluppando l’impegno delle Ong contro terribile virus?
Organizzazioni come Medici senza frontiere, Emergency, Mediterranea, Open Arms, Intersos e numerose altre hanno già loro loro specialisti sul campo, che si assommano alle migliaia di volontari del Terzo settore. A questo proposito nei giorni scorsi proprio il Forum del Terzo Settore, che rappresenta decine di associazioni e organizzazioni, segnalava come l’altissimo numero di volontari impegnati negli ambiti più disparati e meno noti (come il servizio di baby sitter offerto gratuitamente ai sanitari impegnati giorno e notte in corsia) sia esposto a rischi altissimi senza neanche ricevere le mascherine. Insomma, l’Italia migliore è in prima linea o a dare una mano nelle retrovie. E merita di essere raccontata.

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