Lidia Menapace ci ha lasciato. E’ morta questa notte nel reparto malattie infettive dell’Ospedale di Bolzano dove era ricoverata da diversi giorni a causa del Covid. Aveva 96 anni. Grande cordoglio ha suscitato, nella opinione pubblica, la sua scomparsa.
Pierluigi Castagnetti, suo amico di militanza nella DC, ricordando Lidia Menapace, con un post su Facebook, afferma che è stata una delle migliori intelligenze del Paese.
Una vita intensa la sua: staffetta partigiana, l’impegno giovanile nella Fuci, gli studi alla Cattolica di Milano, la militanza nella sinistra DC, che lascerà negli anni ’60, la militanza nel PCI e successivamente nel Manifesto, fino ad arrivare alla elezione in Senato nelle liste di Rifondazione Comunista. Militante femminista e pacifista. Dunque donna appassionata e coltissima . La vogliamo ricordare con un testo di un suo intervento, del 2014, all’Arena di Verona durante una manifestazione del movimento pacifista.
Ovviamente il suo intervento esprime il suo deciso pacifismo, ma come scrive Giorgio Tonini , ex senatore PD e suo collega nella Commissione difesa del Senato, “Lidia era una collega esigente, ma sempre costruttiva”.
Il testo viene pubblicato per gentile concessione del sito www.azionenonviolenta.it.
Questo 25 aprile
Cerco di dare un titolo oggettivo al massimo, ma mi verrebbe da dire : “Ancora come un tempo, sopra l’Italia intera, soffia il vento e infuria la bufera!” Perché di questa natura sono i sentimenti che mi ispirano alcuni fatti avvenuti il 25 aprile e che considero sciagurati.
Cerco di elencarli e poi ci discuto, sicuramente l’Arena di Verona merita il plauso di tutto il popolo della pace e della nonviolenza che trasmette una memoria non morta della Resistenza, riscrivendo in parte la storia e arricchendola: una impresa giusta e opportuna, che riavvia la ricerca e la conoscenza di quegli eventi quando ancora un certo numero di testimoni diretti vivono e possono parlare. A Verona ho seguito gran parte della giornata e tutto quello che ho sentito, visto, partecipato mi è parso molto bello ricco affettuoso appassionato, tutto, e così vario da non produrre nemmeno un minuto di stanchezza o noia.
Per non essere acritica devo dire però che molto mi ha fatto stizza un “ragionamento” del vicepresidente delle Acli, nota assolutamente dissonante, per fortuna non ripresa da nessuno. Sembra che le Acli intendano lanciare la proposta dell’esercito europeo, una cosa scandalosa!. Se ho capito bene, ma ho sentito con le mie orecchie e visto sul grande schermo la frase che un esercito europeo sarebbe un elemento di unificazione e costerebbe meno dei vari eserciti nazionali, un “ragionamento dissennato”
Allora riprendo un discorso che iniziai non pochi anni fa, quando si stava discutendo della riforma delle N.U. e del Consiglio di sicurezza. Proponevo allora che l’Europa si unificasse con la decisione della neutralità militare, dato che sul territorio europeo già esistono stati neutrali, come Svezia Austria Finlandia San Marino. Una Europa neutrale con il peso della sua storia avrebbe l’autorevolezza per proporre un Consiglio di sicurezza delle N.U. a rotazione tra tutti gli stati che le compongono ecc. Vedevo in una proposta come questa il segno di un taglio deciso, come per dire: “La seconda guerra mondiale è finita davvero: adesso bisogna mettere mano a una organizzazione internazionale autorevole che parta dal primo comma della Dichiarazione universale dei Diritti umani” che dichiara: “La guerra é sempre un crimine” e perciò propone la costituzione di strutture di polizia internazionale per prevenire contenere e punire il crimine. So che il discorso è solo abbozzato, ma mi pare che tiene ancora e vorrei che non fosse lasciato cadere.
Non averlo accolto, nè altri eventuali di questo segno ha portato sì alla fine del secondo dopoguerra, ma col ritorno alla politica di prima di essa, sicchèé abbiamo ormai due superpotenze, che trattano imperialisticamente gli affari del mondo , “pronte” a buttare il mondo stesso nella guerra: e dire che uno dei due capi è Nobel per la pace!
Mi pare urgentissimo non lasciar cadere la cosa. Per il resto Verona e l’Arena è la vera grande profonda appassionata speranza, la primavera del mondo.