La storia di Anna è la storia di una giovane donna coraggiosa di Conegliano Veneto. Che ha combattuto, e vinto, una malattia terribile: l’anoressia. In Italia si stima che siano più di 3 milioni le persone affette da disturbi dell’alimentazione di cui il 95,9% sono donne e il 4,1% uomini. Sono dati del ministero della Salute. Un disagio molto grave. Anna ha vinto con il suo corpo, scoprendolo bello e seducente, realizzando servizi fotografici, calendari. Ed ora, presto, questi scatti saranno oggetto di una mostra fotografica, a Ronchi dei Legionari, contro l’anoressia. In questa intervista raccontiamo la sua storia.
Anna, la tua è una storia di redenzione. Redenzione avvenuta attraverso il corpo. Ma nella tua vita non sempre hai amato il tuo corpo. Infatti, per diversi anni, hai vissuto l’inferno dell’anoressia. Cosa è stata quell’esperienza?
Per me l’anoressia è stato un modo di ribellione a schemi severi familiari. Non mi adeguavo a quel corpo prorompente che attirava le attenzioni maschili. Il rendermi invisibile mi teneva lontana dalle gelosie morbose di un padre siciliano.
L’anoressia è una malattia che ha più cause . Un ruolo determinante, nella manifestazione del gravissimo disagio, lo ha il contesto familiare. Che figure sono stati i tuoi genitori…. Come li hai vissuti?
Il contesto familiare era alquanto rigido, e mia mamma una donna acqua e sapone, che non certo rispecchiava i miei canoni di bellezza, ma così facendo si liberava dalle gelosie di mio padre .
Per una ragazza anoressica íl rifiuto del cibo nasconde, in realtà, una grande fame d’amore. Per te è così?
Il rifiuto del cibo significa senz’altro fame d’amore. L’anoressica privandosi di tutto sfida la morte, il messaggio è chiaro : accorgetevi di me . Le privazioni la rendono vulnerabile e quindi bisognosa di affetto e cure.
Mi hai raccontato che, da ragazzina, eri ribelle, esuberante. Volevi andare oltre gli schemi. A chi ti ribellavi?
Mi ribellavo a un contesto di regole rigide e bigotte. Infatti ricordo regole di orario per le uscite di casa, regole rigide di fare i compiti . Nello studio dovevo raggiungere il massimo dei voti e delle aspettative.
Poi questa tua ribellione l’hai gettata contro il tuo corpo. Perché? Cosa non ti piaceva?
Del mio corpo non mi piaceva il seno prorompente , lo nascondevo sotto maglioni grossi, e le cosce paffutelle.
Come è iniziato il tuo percorso di rinascita? Un percorso complesso e lungo. Cosa ti ha fatto prendere coscienza di prendere in mano la tua vita?
Il mio percorso di rinascita inizia a Villa Garda dove conosco il prof Riccardo Dallle Grave che mi cura con tanta pazienza. Riabilitazione psico fisica. Ero in punto di morte: pesavo 28 kg non c’era altra via che risalire la china.
Dicevamo che il tuo percorso di rinascita è stato lungo e drammatico. Sei stata, anche, una vittima di violenza sessuale. Dopo l’anoressia, la violenza. Il tuo corpo è un corpo che grida…. Ora qual è il tuo rapporto con il tuo corpo?
Il mio rapporto con il corpo e’ migliorato ora tollero i miei difetti e privilegio i miei pregi. Non miro a un corpo esile ma piacente nelle sue forme femminili.
Sei anche madre, com’ è il tuo legame con tua figlia?
A Eleonora insegno a prendersi cura di se’, cospargersi la crema, anche per coccolarsi un pochino, truccarsi il giusto per esaltare i tratti. A livello di cibo le insegno che bisogna mangiare di tutto senza paura di ingrassare o perdere il controllo..
Hai scelto la fotografia come strumento di riscatto. Un’arma potente indubbiamente. Le tue foto parlano della tua libertà e della tua voglia di vita. Non hai paura che qualcuno sciupi il tuo messaggio?
La fotografia è arte. Dipingere con la luce. Forse a non tutti arriverà questo. Nell’arte bisogna accettare anche che vi sia il nudo artistico che, se fatto bene, non assume connotazioni volgari. Infatti sono alla ricerca sempre di scatti seducenti , raffinati, eleganti e mai volgari.
Vuoi lasciare un pensiero per le giovani donne?
Il mio pensiero e’ quello di fare sempre ciò per cui si è portati. Sognare in grande e realizzare le proprie ambizioni. I problemi di un corpo mal tollerato si trovano alla base di una scarsa autostima. Invito quindi a non focalizzarsi sul corpo esile ma essere felici del privilegio di essere donna . Quindi forme corporee utili per la maternità ma che esaltino anche la femminilità.