
Misticismo e abusi sessuali, opere di carità e sottrazione di beni personali, donazione totale di sé e fanatismo dei metodi, culto della leader carismatica e asservimento delle donne; il sorriso costante indossato come una divisa ma unito a un malessere diffuso. È lungo l’elenco delle contraddizioni che emergono da questa inchiesta sul Movimento dei Focolari, una realtà ecclesiale per molti aspetti sconosciuta, nonostante conti due milioni di aderenti in tutto il mondo. Fondato nel 1943 da Chiara Lubich, una figura controversa ma avviata verso la canonizzazione, il Movimento è attivo oggi, a livello internazionale, negli ambiti della formazione, della cultura e della politica – con scuole, gruppi editoriali, istituti di ricerca – e soprattutto opera in campo economico con le attività delle cittadelle, veri centri produttivi, e attraverso migliaia di cooperative e imprese collegate alla rete dell’Economia di Comunione. Un’organizzazione laicale potente, che ha validi sostegni nella Chiesa. Ma che, da qualche anno, è oggetto di severe contestazioni: un folto gruppo di ex appartenenti, in Italia e in altri Paesi, denuncia fenomeni di manipolazione psicologica, sfruttamento del lavoro, censure. Ferruccio Pinotti, che ha studiato a lungo le derive integraliste delle associazioni cattoliche internazionali, ha raccolto in questo libro una ricchissima documentazione sul mondo dei Focolari e una serie di interviste esclusive di testimoni, ex focolarini abusati, teologi ed esperti: il risultato è un reportage vibrante, arricchito da un dossier inedito, che dà voce a drammatiche esperienze esistenziali e osserva dall’interno l’ambiente del Movimento, facendone emergere le problematiche e illuminandone i punti oscuri. In questa intervista con Ferruccio Pinotti focalizziamo l’attenzione su alcuni punti della sua indagine.
Ferruccio Pinotti è giornalista e autore di libri di inchiesta. Lavora al “Corriere della Sera”. Tra i suoi libri “Poteri Forti” sulla morte del banchiere Roberto Calvi, “Opus Dei segreta”, l’inchiesta sulla massoneria “Fratelli d’Italia”, “Colletti sporchi” (col magistrato Luca Tescaroli), e i bestseller “La lobby di Dio” su Comunione e Liberazione e “Wojtyla segreto” (con Giacomo Galeazzi). Da segnalare anche la seconda grande inchiesta sulla massoneria: “Potere Massonico” (ed. Chiarelettere).
Ferruccio, forse questo tuo ultimo libro è quello più delicato. Confesso che sono rimasto impressionato dalle storie raccolte. Storie di ex appartenenti al movimento dei focolari che hanno subito abusi sessuali, manipolazioni e un uso distorto delle autorità. Però prima di parlare dei focolarini, ti chiedo un giudizio sulle dimissioni di Carron leader di Comunione e Liberazione: che interpretazione dai?
Credo che le dimissioni di don Julian Carron non abbiano solamente il significato di adempiere a quello che è il dettato del decreto emanato per volontà del Papa dal dicastero dei Laici relativamente alla necessità di porre fine ai mandati a vita e al culto della personalità dei fondatori, successori e leader carismatici vari. Si tratta a mio parere di un commissariamento di Comunione e Liberazione, che mette a nudo tutti i problemi che travagliano anche questa realtà ecclesiale alla quale ho dedicato un libro di inchiesta già nel 2010, “La Lobby di Dio”, che documentava puntualmente gli scandali che l’hanno attraversata.
Veniamo al libro. Il titolo, “La Setta Divina”, sintetizza e dà una chiave di lettura del libro. Però diamo qualche numero sui Focolarini, anche per comprendere la realtà. Quanti aderenti hanno e che tipo di attività svolgono?
Il movimento dei Focolari, nato nel 1943 su iniziativa della fondatrice Chiara Lubich, è diffuso in 182 Paesi, vanta circa 120.000 membri “interni“ (ovvero consacrati che prestano il triplice voto di castità povertà e obbedienza, volontari e altre persone che partecipano attivamente alla vita del movimento) e circa 2 milioni di fedeli in tutto il mondo, alcune migliaia dei quali anche non di religione cattolica. Le attività spaziano in tutti gli ambiti: dalla presenza in contesti disagiati alla formazione scolastica, dal dialogo interreligioso al supporto di chi soffre in zone travagliate da guerre. Non c’è settore nel quale il movimento dei Focolari non abbia una propria realtà specifica e sul quale non esprima un pensiero.
Abbiamo visto i numeri, ma anche il loro patrimonio è da “multinazionale”. È così?
Sì il movimento dei Focolari è certamente dotato di un patrimonio estremamente consistente, in quanto nei suoi ottant’anni di vita ha fruito di costanti lasciti da parte dei propri membri consacrati, i quali donano i beni propri e spesso anche quelli ricevuti in eredità dalla famiglia, ma anche il frutto del loro lavoro quotidiano nel mondo. Inoltre il movimento dei Focolari vanta un’attività di “fund raising” raffinatissima in quanto i moltissimi organismi nazionali e internazionali di cui il movimento si è dotato per svolgere la propria attività sono attivi nel raccogliere fondi e donazioni non solo da privati, ma da istituzioni ed enti pubblici e privati. Nel corso dei decenni il movimento dei focolarini ha accumulato quindi un patrimonio ingente, di cui tuttavia non ritiene di dover dare conto attraverso bilanci ufficiali, resoconti di entrate e uscite, trasparenza riguardo all’impiego delle consistenti entrate.
All’interno della Chiesa sono una autentica potenza. Che rapporti hanno avuto con i pontefici? C’è stato qualcuno che ha espresso perplessità sul carisma? Come sono i rapporti con Papa Francesco?
I Focolari hanno avuto in primo luogo l’appoggio forte e incondizionato di Papa Paolo VI il quale era legato da legami di parentela a Giulia Eli Folonari che è stata non solo la migliore amica e la compagna della prima ora della fondatrice, ma anche la sua assistente personale per tutta la vita. Un’altra grande spinta all’affermazione dei focolari è venuta da Giovanni Paolo II che conosceva e stimava Chiara Lubich sin dal dopoguerra e che ha utilizzato il movimento anche per un sottile e costante lavoro in chiave anticomunista nei paesi dell’Est. Certamente anche Benedetto XVI avuto rapporti cordiali con il movimento dei focolari.
Molto più critica la posizione di Papa Francesco che già nel febbraio di quest’anno ha rivolto un durissimo discorso all’assemblea dei focolarini, ammonendoli ad evitare il ripetersi di abusi di potere e di ogni tipo, richiamandoli alla sinodalità, evitando il culto della personalità ed altre distorsioni. Su questi temi Francesco è tornato Il 16 settembre incontrando i vertici dei movimenti laicali e ribadendo la necessità che se si adeguino al dettato del suo magistero evitando di essere a tutti gli effetti delle “chiese nella Chiesa”. Recentemente si è tenuto in Vaticano un incontro con oltre 180 vescovi amici del Movimento; molti anche i cardinali che lo appoggiano a partire dal cardinale Becciu recentemente dimessosi. Va poi detto, aldilà del Vaticano, che il movimento dei Focolari gode di consistentissimi appoggi anche in ambito politico: basti pensare che uno dei suoi più ferventi ammiratori e sostenitori è il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella che ha reso più di una volta visita al movimento e che ha firmato la prefazione di una biografia del cofondatore Igino Giordani
Chiara Lubich e Igino Giordani (fondatrice e cofondatore) che figure sono? Come sono state vissute all’interno del Movimento?
La figura di Chiara era e resta certamente di altissima complessità: una giovanissima ragazza trentina carica di una fede fortissima, una persona dotata di un carisma indiscutibile e magnetico, di una capacità di trascinare gli altri in imprese eroiche. Ma anche una donna travagliata da forti crisi e sofferenze personali, da periodici ricoveri in strutture specializzate, ossessionata dal controllo della realtà da lei creata e dal tema dell’Unità da lei espresso nel suo famoso testo detto Paradiso del “49 nel quale chiede ai focolarini di “essere nulla”, di rinunciare alla propria personalità, di “tagliarsi la testa”, in pratica di obbedire ciecamente al suo dettato e alla sua missione, fine al punto di autoelidersi come persone umane. Tutto questo ha prodotto depressioni enormi, sofferenze, fenomeni di autolesionismo e persino dei suicidi. La figura di Igino Giordani é anch’essa complessa: si tratta di un deputato della Dc e della Costituente sposato e con figli che però ebbe un fortissimo rapporto umano e spirituale con Chiara Lubich, tanto che sono sepolti insieme nella stessa cripta presso la sede centrale del Movimento a Rocca di Papa. Fu il primo laico sposato a consacrarsi al Movimento ma anche l’uomo che custodì in una cassetta di sicurezza i segreti del famoso Paradiso 49 sui quali il Sant’Uffizio aveva puntato la sua attenzione e che spingevano la attuale Congregazione per la dottrina della fede a negare la propria approvazione al movimento creato dalla Lubich. Ostacoli superati solo per il costante appoggio del cardinal Montini, poco dopo diventato Paolo VI.
Veniamo alle parti dolorose, profondamente dolorose. Come si è manifestata la deriva settaria del movimento?
La deriva settaria del Movimento si è manifestata poco a poco, in maniera progressiva, mano a mano che la complessificazione e la crescita del movimento, in particolare sotto il pontificato di Wojtyla, facevano crescere il culto della personalità della fondatrice e l’idea che chiunque faceva parte il movimento dovesse sottoporsi a una disciplina rigidissima e consegnarsi a dei superiori che potevano disporre di loro come meglio ritenevano.
Tutto questo lentamente ha generato abusi psicologici, umani, purtroppo anche sessuali, appropriazione di destini, repressione della personalità, infantilizzazione, suicidi. Drammi che intelligentemente la nuova presidentessa del movimento Margaret Karram, insieme al copresidente Don Jesus Moran, hanno ammesso pubblicamente chiedendo scusa alle vittime e promettendo misure mirate al cambiamento, alla pacificazione e al risarcimento del dolore delle vittime.
Quali sono stati gli abusi più gravi?
Certamente tra gli abusi più gravi vanno annoverati i casi di pedofilia che si sono verificati in Francia, in Italia e anche in altre realtà e che sono ora indagati da una commissione interna del movimento dei focolari ma anche da una società esterna inglese, la GCPS Consulting.
Vi sono stati, anche, abusi psicologici e umani. Quelli fisici sono un fenomeno purtroppo diffuso in tutta la Chiesa come dimostra il recente rapporto della Ciase la commissione indipendente sugli abusi sessuali nella Chiesa francese che ha portato all’emersione di centinaia di migliaia di vittime, 216.000, dal 1950 a oggi.
Quanti sono state le vittime nei Focolari?
È difficile dare dei numeri e delle stime, certo è che le molte testimonianze riportate nel mio libro hanno tutte delle sorprendenti somiglianze indipendentemente che siano situate in Inghilterra, in Uruguay, in Olanda, in Italia, in Pakistan o in Argentina. Sfortunatamente le modalità che emergono sono sempre le stesse, quindi è presumibile che i numeri siano estremamente consistenti anche se le denunce aperte sono finora numericamente limitate anche perché molte persone hanno timore di parlare. Non a caso diverse persone che hanno testimoniato per la mia inchiesta hanno preferito celarsi dietro degli pseudonimi, mentre altre hanno coraggiosamente e meritoriamente scelto di comparire con la loro identità. In questi giorni sono stato contattato da molte ex vittime che non conoscevo e che ora desiderano dare voce al loro dolore.
Quali storie drammatiche ti hanno colpito di più?
Tutte le storie mi hanno colpito per qualche risvolto particolarmente drammatico, certamente è molto forte la storia di una signora, Monique, ma anche la storia di Maria è molto forte, così come quelle di Martina e Guido e di tanti altri. Persone spesso strappate alle loro famiglie di appartenenza, maltrattate, usate, gettate via come stracci vecchi e inutili quando non servivano più o stavano male. Straziante è stato per me anche il racconto delle persone che si sono suicidate dopo lunghe sofferenze colpevolmente ignorate. Ciò che più mi ha commosso in certi momenti e anche affranto è stato vedere come delle persone meravigliose, dotate di una fede incredibile e di una volontà di fare del bene quasi sovrumana, abbiano potuto essere stare “usate” da un movimento che – perlomeno in una certa fase – cercava solo l’espansione e il potere e la gloria. Tutto questo mi ha commosso profondamente, ma mi ha anche spinto a raccontare pubblicamente queste vicende affinché questi fenomeni non si ripetano mai più, cosa che mi pare che i vertici del movimento abbiano compreso.
Si parla nel libro di processo di “infatilizzazione” degli aderenti. Perché?
Bisogna innanzitutto dire che molti focolarini sono stati captati in età giovanissima, persino a 10-11 anni, cosa che secondo il mio parere dovrebbe essere vietata e che è inaccettabile, a meno che non sia sottoposta a vagli precisi da parte della Chiesa stessa.
Questo loro stato infantile viene mantenuto a vita, tanto che i focolarini vengono chiamati popi e pope con un’espressione trentina che riflette una visione poco rispettosa ed infantilizzante della persona. La compressione delle persone è esasperata dalla fortissima repressione sessuale, che viene portata avanti per tutta la vita e che genera disturbi molto importanti: sofferenza, autolesionismo ma anche fenomeni di sadismo all’interno di questa stessa realtà
Che visione hanno della donna i Focolari? Il fatto che la fondatrice sia stata una donna, Chiara Lubich, cosa ha significato per le aderenti al Movimento?
Questo è un punto di grande importanza perché di per sé il fatto che la fondatrice fosse una donna e che per statuto il movimento dei focolari possa prevedere solo e soltanto una presidenza femminile di per sé era ed è un fatto innovativo che va salutato positivamente. Interessanti sono anche alcuni passaggi del Paradiso del 49 in cui Chiara Lubich e don Foresi denunciano apertamente il maschilismo imperante nella Chiesa, allora come oggi, spingendosi a porre sotto critica persino il fatto che la trinità stessa sia composta da tre figure maschili.
Queste intuizioni di per sé feconde purtroppo non si sono tradotte in una valorizzazione del ruolo della donna, ma in una schiavizzazione della componente femminile del movimento che è stata caricata di compiti e aspettative immani, molto di più di quella maschile, nella quale infatti i problemi sono leggermente minori. Si assiste così al paradosso di un movimento che è l’unico a guida femminile nella Chiesa, ma che ha portato avanti una vessazione sistematica della donna, compressa e conculcata in ogni sua dimensione a partire da quella intellettuale. Uno dei motti più celebri di Chiara Lubich era che bisogna “gettare i libri in soffitta“ cioè rinunciare a studiare, a prepararsi e a formarsi una professionalità adeguata. Bisognava essere tutte delle fotocopie della fondatrice, a partire dalla pettinatura. Questo ha generato e genera in molte persone un progressivo svuotamento dell’interiorità che anche se non sfocia in denunce aperte provoca depressioni profondissime o, per sopravvivere, genera forme di cinismo che si traducono talvolta in atteggiamenti persecutori di persone giovani e innocenti.
Come sta procedendo l’opera di contrasto all’abuso?
La presidentessa Margaret Karram e il copresidente Jesus Moran nell’intervista che ho fatto loro per il Corriere della Sera e, nella versione più ampia, per il mio libro hanno promesso di farsi carico di tutte le situazioni di sofferenza e di abuso, rispondendo singolarmente alle persone e accettando di analizzare le singole richieste di aiuto o di risarcimento, promuovendo il lavoro della Commissione interna per il benessere e la tutela dei minori e delle persone vulnerabili, la Cobetu, e collaborando con quelli che saranno i risultati del rapporto stilato da GCPS Consulting che sarà reso noti a fine anno. Bisogna augurarsi che questo tipo di risposte non siano formali ma sostanziali. Gli stessi vertici ritengono inoltre necessari cambiamenti profondi negli Statuti del movimento, che tuttora non sono pubblici. Non è ad esempio accettabile che una persona se ne vada dopo 40 o 50 anni di lavoro gratuito per il movimento ritrovandosi senza nulla, senza una pensione, senza un aiuto o una casa.
Come si sta comportando il Movimento nei confronti delle vittime? Cosa è stato fatto.?
Finora il movimento si è limitato ad intrattenere delle corrispondenze con singole vittime accettando in alcuni casi e non senza fatica di corrispondere dei risarcimenti spesso contenuti in ragione dei moltissimi anni di lavoro spesi per il movimento e delle consistenti cifre versate attraverso redditi personali e beni familiari. Tutto questo chiaramente non basta: le vittime si aspettano dei gesti concreti di buona volontà. Diversamente c’è il rischio – come è accaduto nel caso di molte diocesi americane fallite e attualmente per la chiesa di Francia che ha iniziato a vendere immobili per risarcire delle vittime – che anche chi ha subito degli abusi nel movimento dei focolari si organizzi attraverso “class action” e azioni civili che sono faticose per i singoli ma che credo non convengano neanche al Movimento.
Come ha reagito il Movimento all’uscita del tuo libro?
Il Movimento, attraverso i suoi vertici e i responsabili della comunicazione, ha avuto una reazione estremamente intelligente, composta e matura, nel senso che ha accolto le criticità emerse dalla mia inchiesta come uno stimolo al miglioramento e ha riconosciuto il fatto che il dolore delle vittime è incontestabile. Certamente al libro sono state mosse delle critiche anche giuste e corrette, in quanto è stato osservato che l’inchiesta non racconta la vita e l’operato delle migliaia di persone che cercano di fare il bene insieme al Movimento in tutto il mondo e che con il Movimento hanno vissuto delle esperienze positive. Questa è un’osservazione certamente corretta e doverosa, tuttavia il libro partiva dalla necessità di dare voce alle vittime che finora non hanno avuto modo di esprimersi. E nasceva anche dalle sollecitazioni personali che sono state rivolte al mio lavoro di inchiesta. Devo comunque dire che è stata una reazione estremamente matura, che testimonia la volontà di cambiare e di migliorare.
Hai avuto segnali dal Vaticano?
So che il libro è stato è stato segnalato ad alte autorità ecclesiastiche; e che talune figure vicine all’entourage di Papa Francesco cercheranno di farglielo leggere. D’altra parte, anche se non è cosa nota, anche personalità di alto spessore come il cardinale Martini avevano dedicato una attenzione preoccupata al movimento dei focolari, intravedendo già molti anni fa dei rischi di deriva settaria che il presule aveva avuto modo di segnalare a persone qualificate. Inoltre va detto che il cardinale Kevin Farrell responsabile del dicastero dei Laici già nel 2020 ha vietato ai focolari l’uso dei cosiddetti “schemetti”, interrogatori scritti ai quali venivano sottoposti i membri consacrati e che rappresentavano una pesante violazione della privacy. È indiscutibile il fatto che Papa Francesco abbia aperto nel 2021 un faro Importante su tutti questi movimenti, ma cosa deciderà di fare con i Focolari resta ancora un mistero aperto e ci sono vari scenari possibili analizzati nel mio lavoro di ricerca che, mi preme sottolinearlo, non parte da premesse pregiudiziali ma dall’esclusivo interesse alla verità e da sentimenti di profonda compassione verso chi ha sofferto.
Condividi su Facebook