Passi per sconfiggere in Brasile il fascismo e la politica dell’odio. Un testo di Leonardo Boff*

 

Pubblichiamo queste riflessioni, del famoso teologo Leonardo Boff, sulle prossime elezioni presidenziali. Infatti, nel 2022, si svolgeranno, in Brasile, oltre alle elezioni presidenziali anche quelle politiche per il rinnovo del Parlamento. L’articolo va collocato in questo contesto politico.

Questo articolo è dedicato a coloro che combattono in Brasile per una
democrazia ferita e per il riscatto della nazione devastata.

Le forze politiche, nemiche della vita, si sono alleate con il Coronavirus e stanno favorendo la decimazione di oltre 600.000 vite. Il loro obiettivo è condurci ai tempi premoderni, smantellando la nostra cultura e scienza, sopprimendo i diritti del lavoro e della sicurezza sociale, diffondendo menzogne e un odio codardo per i poveri, le popolazioni indigene, i quilombola, gli afro-discendenti, gli omosessuali e le persone LGBTI.

Ideologicamente tali forze sono ultraconservatrici con un profilo spiccatamente fascista. Sono salite al più alto potere della repubblica. Il principale rappresentante di queste forze vuole, con ogni mezzo, anche contro la legge, essere rieletto. Come parlamentare ha magnificato i torturatori e ha difeso le dittature. Come capo di stato, è stato indulgente con i grandi incendi nella foresta amazzonica, con i taglialegna e con l’insediamento di imprese minerarie e garimpos, anche nelle terre indigene. Ha commesso crimini contro l’umanità per il suo negazionismo nei confronti degli immunizzanti al Covid-19 e si è mostrato insensibile e senza alcuna empatia verso la sofferenza di migliaia di famiglie in lutto e milioni di disoccupati e affamati.

Purtroppo constatiamo la fragilità, fino all’omissione, delle nostre istituzioni ufficiali o giuridiche e la bassa intensità della nostra democrazia. Niente o poco è stato fatto per allontanare questa figura sinistra, autoritaria e fascistoide. Non possiamo assistere, impassibili, alla disgregazione demografica, culturale, politica e spirituale del nostro Paese.

Di fronte a questa tragedia storica, abbiamo bisogno, attraverso i mezzi elettorali, di frenare la pulsione di morte, presente nel potere esecutivo e nei suoi ausiliari. È necessario infliggere una clamorosa sconfitta elettorale a colui che si è dimostrato pazzo, indegno, malevolo e incapace di governare il popolo brasiliano. Merita di essere allontanato, legalmente, dalla scena politica e pagare per i suoi crimini, in modo che, alla fine, si possa vivere con un minimo di sviluppo equo e sostenibile, con pace sociale, con gioia schietta e con felicità collettiva.

Per realizzare questo passo politico ed etico, nei limiti della Costituzione e dell’ordinamento giuridico democratico, è importante, a mio avviso, compiere i seguenti passi:

Primo, garantire, se possibile al primo turno, la vittoria per la presidenza, da parte di qualcuno dotato di carisma, con la fiducia della grande maggioranza e con la capacità di tirarci fuori dal baratro oscuro in cui siamo stati gettati. In precedenza ha dimostrato di essere in grado di realizzare questa redenzione.
Non c’è bisogno di rivelare il suo nome perché è già emerso dai sondaggi
elettorali.

Secondo, non basta eleggere un presidente con tali caratteristiche. È fondamentale garantirgli un’ampia rappresentanza parlamentare affinché il presidenzialismo di coalizione non comprometta gli ideali e le finalità, presenti in origine e applicabili, come l’opzione per politiche sociali che vadano incontro alle grandi maggioranze impoverite e oppresse, con trasparenza, con l’etica di solidarietà a partire dai più vulnerabili e con un’attiva e fiera sovranità.
Altrettanto importante è garantire l’elezione dei governatori e, a tempo debito, di sindaci e consiglieri che, nei territori e alla base, diano sostegno al governo centrale con senso di giustizia sociale e cura della vita delle persone e della natura.

Terzo, – il più importante – rafforzare e, ove necessario, riprendere il lavoro di base, organizzando comitati popolari di ogni tipo, in modo che partecipino e si articolino con le organizzazioni già esistenti e attive nei campi della salute, istruzione, uguaglianza di genere e in altri ambiti, creando una coscienza di cittadinanza. Non basta garantire l’inserimento nel sistema attuale, perverso e antipopolare, ma creare una coscienza di cambiamento, puntando a un altro
tipo di società con democrazia partecipativa, ecologica e sociale.

Questo lavoro di base è imperativo se vogliamo creare le condizioni per una trasformazione che viene dal basso e creare movimenti progressisti e libertari, che traducano i sogni in pratiche fattibili e quotidiane. È a questo livello, al pianterreno, che inizia la prova del nuovo e si alimenta l’energia necessaria per continuare la rifondazione di un nuovo Brasile, contro il prolungamento della dipendenza storica, contro il gira-volta presente nella élite dell’arretratezza e contro l’oligopolio dei media, braccio ideologico della classe dominante, erede della cultura schiavista.

Siamo convinti che questo sofferente caos distruttivo passerà e si trasformerà nel promettente caos generativo di un ordine nuovo, più alto, più giusto, fraterno e premuroso per tutta la vita. Infine, di un Brasile nel quale avremo la gioia di vivere e convivere, dove sarà più facile l’amorevolezza e la giovialità che caratterizzano il meglio che è in noi.

*Leonardo Boff eco-teologo, filosofo e scrittore. Ha scritto: Brasil: concluir a refundação ou prolongar a dependência, Vozes 2018.

(Traduzione dal porrtoghese di Gianni Alioti)

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