Amoris Laetitia è un testo che vale un pontificato. Int. a Giacomo Galeazzi

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Sta facendo discutere l’opinione pubblica l’esortazione apostolica di Papa Francesco “Amoris Laetitia”. Un testo che segna una svolta nella pastorale sulla Famiglia nella Chiesa Cattolica. Quali sono le aperture? E quali i limiti? Troverà una “resistenza” all’interno della comunità ecclesiale? Ne parliamo, in questa intervista, con il vaticanista della Stampa Giacomo Galeazzi.

Galeazzi, “Amoris Laetitia”, che è un testo lungo e complesso (264 pagine) da meditare con profondità, è stata definita, da qualche osservatore, come una nuova “costituzione” per le famiglie. Perché?
“Francesco applica il vangelo della misericordia alla pastorale familiare. «Non cambia niente, ma cambia tutto», ha sintetizzato efficacemente il quotidiano dei vescovi, Avvenire. Con l’Amoris laetitia, infatti,tutto può cambiare. Niente cambia in termini di dottrina, tutto cambia e può cambiare se di questa dottrina, per grazia, se ne assumono gli occhi e il cuore che sono quelli di Cristo in carne e ossa. Per una volta Francesco è riuscito a mettere d’accordo il giornale della Cei e Noi siamo chiesa, il cartello del dissenso teologico che rilevando lo stesso cambio di prospettiva celebrato da Avvenire commenta: «spetterà al popolo cristiano praticare nuove strade che ora non sono più chiuse come prima, a repressione di ogni riflessione teologica o di ogni proposta pastorale è terminata”. Un testo che unisce, in grado di parlare della famiglia e alle famiglie, tenendo presente l’importanza dei principi che devono essere praticati, senza mai venire meno al dialogo e al concetto del discernimento, senza mai dare per scontata la formulazione di una verità. Dio ha affidato alla famiglia il progetto di rendere domestico il mondo, affinché tutti giungano a sentire ogni essere umano come un fratello”.

Parliamo, un attimo, del titolo “Amoris Laetitia” (la gioia dell’amore). A me ha colpito la parola “Laetitia” (gioia), per me è la chiave di lettura di tutto il documento. Per lei?
“Sono d’accordo. Per Francesco è nella famiglia che bisogna imparare il linguaggio amabile di Gesù. L’Esortazione apostolica «Amoris Laetitia, sull’amore nella famiglia» chiude un percorso durato due anni. Francesco ha voluto infatti dedicare al tema della famiglia, centrale nel suo magistero, ben due Sinodi durante gli ultimi due anni. Il documento, summa delle discussioni sinodali, risponde alle sfide che il mondo moderno pone alla Chiesa riguardo le problematiche di sposi, figli, coppie divorziate e nuove forme di famiglia. L’argomento dei divorziati risposati è stato il più controverso e dibattuto dell’Assemblea dei porporati ed è il riflesso di una società in cambiamento in cui, oggettivamente, il problema si sente. E affrontando direttamente il tema dell’assoluzione sacramentale ai divorziati risposati afferma che «per quanto riguarda la disciplina sacramentale» in effetti «il discernimento può riconoscere che in una situazione particolare non c’è colpa grave». Affermazioni sempre bilanciate da riferimenti puntuali ai punti di vista dei più conservatori ma fondate sul ritorno al primato della coscienza che è nella dottrina di San Tommaso ma la Chiesa aveva di fatto abbandonato con la Familiaris consortio e la Veritatis Splendor di Giovanni Paolo II”.

Fedele all’impostazione bergogliana, il documento è mosso da una logica inclusiva nella pastorale famiglia. Può spiegare in breve questo approccio?
“L’Esortazione è una mano tesa a quanti sino ad ora si sentivano allontanati dalla Chiesa. I divorziati che vivono una nuova unione, scrive papa Bergoglio accogliendo i propositi dell’ala progressista della Chiesa, possono trovarsi in situazioni “molto diverse”, che non devono essere “catalogate” o “rinchiuse in affermazioni troppo rigide”.Il documento esamina le situazioni che sono in contraddizione con il progetto di Dio sulla coppia, sull’uomo e sulla donna, sulla famiglia, ma, come ha opportunamente sottolineato il priore di Bose Enzo Bianchi, lo fa invitando la Chiesa a non dividere le persone tra “giuste” e “ingiuste”, in “sani” e in “peccatori” all’interno della situazione matrimoniale, che ha sempre bisogno della misericordia divina e non di erigere muri morali. Alla fine l’apertura di Francesco sulla comunione per i divorziati risposati è arrivata. In maniera “morbida”, con discernimento di coscienza per i sacerdoti caso per caso, ma c’è stata”. I Padri sinodali, nella relazione finale avevano chiesto che i battezzati divorziati e risposati civilmente fossero più “integrati” nelle comunità cristiane nei diversi modi possibili. Ed è quello che il Papa ha fatto: “Papa Francesco ha posto la sua esortazione sotto la frase guida: ‘Si tratta di integrare tutti’. Tutti abbiamo bisogno di misericordia, tutti. Siamo tutti in cammino”. Ha commentato il cardinale Christoph Schönborn, arcivescovo di Vienna e padre sinodale, alla conferenza stampa di presentazione dell’esortazione. “La lettura del documento è confortante – ha detto Schönborn -: nessuno deve sentirsi condannato, nessuno disprezzato”.

Veniamo ai contenuti. La visione sulla famiglia del documento è una visione positiva ma realistica. Anzi c’è una critica verso una visione astratta della famiglia. È da questa visione che possiamo comprendere le aperture del documento. Quali sono?
“Nel descrivere le linee guida della Chiesa per la famiglia, Francesco propone anche un'”autocritica”, indicando alcuni atteggiamenti che vanno superati: l’eccessivo peso dato al “dovere della procreazione” nel matrimonio, l’insistenza quasi esclusiva, “per molto tempo”, su “questioni dottrinali, bioetiche e morali”, una concezione troppo “astratta”, negativa, e un “atteggiamento difensivo” nei confronti del mondo. “Dobbiamo essere umili e realisti, per riconoscere che a volte il nostro modo di presentare le convinzioni cristiane e il modo di trattare le persone hanno aiutato a provocare ciò di cui oggi ci lamentiamo, per cui ci spetta una salutare reazione di autocritica”, scrive Jorge Mario Bergoglio. L’apertura ai divorziati risposati è arrivata, di suo pugno. L’argomento dei divorziati risposati è stato il più controverso e dibattuto dell’Assemblea dei porporati ed è il riflesso di una società in cambiamento in cui, oggettivamente, il problema si sente. I divorziati che vivono una nuova unione, scrive Bergoglio accogliendo i propositi dell’ala progressista della Chiesa, possono trovarsi in situazioni “molto diverse”, che non devono essere “catalogate” o “rinchiuse in affermazioni troppo rigide”.Oggi, osserva il Papa, non è più possibile dire che “tutti coloro che si trovano in qualche situazione cosiddetta ‘irregolare’ vivano in stato di peccato mortale, privi della grazia santificante”.

Vi sono anche delle “chiusure”?
“Alle nozze gay non poteva che opporsi. Qualcosa è cambiato in assoluto, ma in un cambiamento che non è una rottura della dottrina. Ad esempio, ribadisce il suo no alle coppie di fatto: “Dobbiamo riconoscere la grande varietà di situazioni familiari che possono offrire una certa regola di vita, ma le unioni di fatto o tra persone dello stesso sesso, per esempio – scrive – non si possono equiparare semplicisticamente al matrimonio. Nessuna unione precaria o chiusa alla trasmissione della vita ci assicura il futuro della società”. “Ma chi – prosegue – si occupa oggi di sostenere i coniugi, di aiutarli a superare i rischi che li minacciano, di accompagnarli nel loro ruolo educativo, di stimolare la stabilità dell`unione coniugale?”.

Pensa che il documento troverà difficoltà ad essere recepito all’interno della Chiesa?
“Le stesse resistenze che hanno trovato le aperture del Concilio Vaticano II, ma alla fine al linea di Francesco avrà la meglio perché è quella del vangelo. il Papa incoraggia un “discernimento personale” dei casi particolari, che dovrebbe riconoscere che, “poiché il grado di responsabilità non è uguale in tutti i casi”, le conseguenze di una norma non possono essere sempre le stesse, e qui, in una nota, il Papa specifica: “Nemmeno per quanto riguarda la disciplina sacramentale”. Inoltre la sessualità «è un regalo meraviglioso» che Dio ha fatto alle sue creature e nella vita dei coniugi non può essere limitato alla necessità della procreazione. «In nessun modo possiamo intendere la dimensione erotica dell’amore – sottolinea Papa Francesco – come un male permesso o come un peso da sopportare per il bene della famiglia, bensì come dono di Dio che abbellisce l’incontro tra gli sposi”.

Ultima domanda : L’amoris laetitia è un documento che vale un pontificato?
“Sì perché al di là della questione dei divorziati che vivono una nuova unione, il corposo documento del Papa abbraccia a trecentosessanta gradi la famiglia, non quella «ideale» delle pubblicità, come lui stesso in diversi passaggi sottolinea, ma quella «così come è». «Non è più possibile dire che tutti coloro che si trovano in qualche situazione cosiddetta `irregolare´ vivano in stato di peccato m ortale, privi della grazia santificante», chiarisce infatti Francesco che tirando le fila dei due Sinodi sulla famiglia, concede in questo modo, ma caso per caso, conviventi i sacramenti e la facoltà di essere padrini, lettori e catechisti ai divorziati risposati. ortale, privi della grazia santificante”, chiarisce infatti Francesco che tirando le fila dei due Sinodi sulla famiglia, concede in questo modo, ma caso per caso, conviventi i sacramenti e la facoltà di essere padrini, lettori e catechisti ai divorziati risposati”.

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