Il “rosario” interminabile dei giorni ci consegna, ogni anno, questa data, drammatica e tragica, per la storia italiana.
Quel 9 maggio di trentaquattro anni fa, con il ritrovamento del corpo senza vita, in Via Caetani , di Aldo Moro, si compie un dramma e una tragedia che la politica italiana si porta ancora appresso.
Con il martirio di Aldo Moro incomincia, così, il lungo declino della “I repubblica” e della sua soggettività politica. Ovvero di quella soggettività politica incarnata nella Democrazia Cristiana, il partito egemone della “I repubblica”.
A ripensare in questi giorni, nel tempo dello “strillo” dell’antipolitica, alla vicenda politica di Aldo Moro si prova un senso di “inattualità”. “Inattualità”, per dirla con le parole di Martinazzoli, non addebitabile al suo progetto politico, di fronte all’inconsistenza di una attualità politica orfana di progetto e inconsapevole del suo stesso orizzonte. Di fronte a quest’esilio della politica la lezione morotea si erge come paradigma politico sempre attuale.
Attuale in quanto il compito della politica, sempre controverso e difficile, assume un valore fondamentale per l’avventura umana. Per Moro, quindi, la politica è legata alla vita, al suo spessore, al suo fluire, al suo procedere complesso tra la continuità e il cambiamento. Una delle frasi, ricorrenti, di Aldo Moro era la “fase fluida dei rapporti sociali”, ovvero attenzione all’intelligenza degli avvenimenti.
“Intelligenza” che, per Moro, era legata “nei moti profondi” della società. Questo suo procedere gli consentirà di leggere, tra l’altro, il movimento del ‘ 68 come i “tempi nuovi di una nuova umanità”. Ed è in questo procedere che si colloca, anche, la politica del confronto con il Pci verso la “terza fase” della democrazia italiana.
Alla politica, quindi, chiedeva il compito di leggere e orientare il percorso, pieno di cadute, dello sviluppo umano. Concepire la politica in quanto “intelligenza degli avvenimenti” era l’opposto del vuoto pragmatismo. Legata alla storia, la politica ha bisogno di una analisi. Per cui “la mediazione politica presuppone e coinvolge una mediazione culturale, un pensiero, un confronto di idee, un’attenzione riflessiva a ciò che si manifesta il corso della storia”.
Avventura complessa e difficile è la politica per Moro. Essa vive i tempi dell’uomo e della sua organizzazione sociale. Essa ha il compito di scandire i tempi della liberazione umana. Come ben scriveva in uno scritto giovanile: “Probabilmente, malgrado tutto, l’evoluzione storica non soddisferà le nostre ideali esigenze: la splendida promessa, che sembra contenuta nell’intrinseca forza e bellezza di quegli ideali, non sarà mantenuta. Ciò non vuol dire che gli uomini dovranno pur restare di fronte al diritto e allo Stato in una posizione di più o meno acuto pessimismo. E il loro dolore non sarà mai pienamente confortato. E’ un dolore che non si placa, se non un poco, quando sia confessato ad anime che sappiano capire, o cantato nell’arte, o quando la forza di una fede o la bellezza dissolvano quell’ansia e ridonino la pace. Forse il destino dell’uomo non è di realizzare pienamente la giustizia, ma di avere perpetuamente della giustizia fame e sete. Ma è sempre un grande destino”.
Cito la Vanescente impegnativa di cui alla Commissione Parlamentare d’Inchiesta sul terrorismo in Italia e sulle cause della mancata individuazione dei responsabili delle stragi ” documento del Senato della Repubblica /Camera dei Deputati XI Legislatura Doc. XXIII n. 13 pag. 49:
…Finchè non sara’ fatta piena luce sugli avvenimenti relativi al caso del sequestro e dell’assassinio dell’On. Aldo Moro e della sua scorta, permane una precisa responsabilità Istituzionale e morale del Parlamento, perchè su questa vicenda non cali il velo del silenzio…..impegno di verita’ dovuto nei confronti delle vittime, dei loro familiari, ed in generale dell’intera comunità civile. L’impegno alla verità è infatti il fondamento inalienabile dell’esperienza di una società democratica. Da tale verità può trovare maggiore efficacia la proposta finale (che la commissione ha l’obbligo di fare anche sulla base degli elementi sin qui acquisiti) in materia di riforma dei servizi, degli apparati pubblici interessati, delle procedure di conservazione di documenti riservati o classificati, degli strumenti di controllo della sicurezza democratica a garanzia dei diritti e della stabilità istituzionale. Ed il <> per la nostra democrazia, e’ diventato l’emblema di tale impegno. …nemmeno la paternita’ dei 39 bossoli non convenzionali trovati in Via Fani si e’ potuta conoscere, senza parlare del covo di Via Gradoli che per scoprirlo i terroristi hanno lasciato il rubinetto dell’acqua aperto! (persino una seduta spiritica ci si e’ inventati per aiutare Aldo! E l’hanno cercato nella località di Gradoli in Puglia!)
Anche l’omofobia è violenza, chiunque pronunci parole d odio sugli omosessuali, chiunque con propri atti spinga al suicidio un adolesevnte di 12-16 anni. Insomma, nozze gay fanno ridere(ci sono molti etero che convivono per una vita e stanno meglio delle coppie sposate) ma una seria legge contro gli omofobi è veramente urgente perchè da molti anni i gay subiscono un crescendo di violenze verbali e fisiche. Tutte le parole violente vanno condannate e non solo quelle che si rivolgono a determinate persone, ma quelle che si rivolgono a tutte le persone specie se in condizione di inferiotà sociale o psichica!
Cambiare cultura, abbattere tutti i razzismi! Un’Italia nuova!
Ciao P.G. Pinerolo
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