Per ricordare questa data del 25 Aprile, nel 71° anniversario della Liberazione dal Nazifascismo, proponiamo questo testo, famoso tra i partigiani cattolici, di un martire dell’antifascismo e medaglia d’oro al valor Militare: Teresio Olivelli.
Cattolico, docente universitario, impegnato nella Fuci e nell’ Azione Cattolica. Il suo antifascismo fu frutto di una maturazione spirituale e intellettuale profonda.
Scrive, infatti, lo studioso della Resistenza cattolica, Angelo Paoluzzi che : “Il fascismo aveva condizionato la sua formazione intellettuale, anche se non era riuscito a intaccare il suo fervore religioso espresso nell’attività dell’Azione cattolica, della Fuci, delle Conferenze di San Vincenzo e in concreta carità quotidiana. Littore, giornalista, giovanissimo rettore del Collegio Ghisleri, sembrava aver risolto in sé le contraddizioni tra fascismo e fede anche se il suo iniziale antisemitismo non reggerà agli approfondimenti culturali e spirituali che lo portano a scoprire la falsità del mito della razza e, con esso, la povertà culturale del regime.
La guerra, alla quale Olivelli non si sottrasse (andrà volontario in Russia), gli darà la chiave degli errori professati, la consapevolezza che non tutto si risolve in una ipotetica eticità dello Stato, per sostituire i propri ad altri valori morali e religiosi. L’anno della svolta, il 1943, lo trova preparato. Aderisce sin dall’inizio alla lotta clandestina, organizza bande partigiane, fonda nel marzo 1944 il giornale “Il Ribelle”, diventa un esponente della Resistenza prima a Brescia poi a Milano. Qui sarà arrestato per la terza volta (era già evaso in due occasioni da campi di concentramento) nell’aprile del 1944 e, dopo mesi di detenzione e una serie di feroci interrogatori che non lo videro crollare, fu inviato a novembre a Hersbruck” (fonte). E qui, nel campo di Hersbruck, sarà ucciso a bastonate da un Kapò per aver difeso un prigioniero dalla violenza criminale di un aguzzino.
Olivelli divenne l’ispiratore dei “Ribelli per Amore”, ecco il senso della ribellione : Ribelli: così ci chiamano, così siamo, così ci vogliamo. Il loro disprezzo è la nostra esaltazione. Il loro ‘onorato’ servaggio alla legalità straniera fermenta l’aspro sapore delle nostre libertà. La loro sospettosa complice viltà conforta la nostra fortezza. Siamo dei ribelli: la nostra è anzitutto una rivolta morale”.
Per le sue virtù eroiche di Testimonianza della Fede nella Chiesa Cattolica, in corso c’è la causa di beatificazione, è considerato “Venerabile” .
Di seguito il Testo della preghiera della Preghiera del Ribelle:
Signore, facci liberi,
Signore che fra gli uomini drizzasti la Tua Croce, segno di contraddizione, che predicasti e soffristi la rivolta dello spirito,
contro le perfidie e gli interessi dei dominanti, la sordità inerte della massa,
a noi oppressi da un giogo numeroso e crudele che, in noi e prima di noi,
ha calpestato Te fonte di libere vite, dà la forza della ribellione.
Dio, che sei Verità e Libertà, facci liberi e intensi; alita nel nostro proposito, tendi la nostra volontà, moltiplica le nostre forze, vestici della tua armatura.
Noi ti preghiamo Signore,
Tu che fosti respinto, vituperato, tradito, perseguitato, crocifisso, nell’ora delle tenebre ci sostenti la Tua vittoria: sii nell’indulgenza viatico, nel pericolo sostegno, conforto nell’amarezza. Quanto più si addensa e incupisce l’avversario, facci limpidi e diritti.
Nella tortura serra le nostre labbra. Spezzaci, non lasciarci piegare.
Se cadremo fa che il nostro sangue si unisca al Tuo innocente
e a quello dei nostri Morti a crescere al mondo giustizia e carità.
Tu che dicesti: “Io sono la resurrezione e la vita”, rendi nel dolore all’Italia una vita generosa e severa. Liberaci dalla tentazione degli affetti: veglia sulle nostre famiglie.
Sui monti ventosi e nelle catacombe delle città, dal fondo delle prigioni,
noi Ti preghiamo, sia in noi la pace che Tu solo sai dare.
Dio della pace e degli eserciti, Signore che porti la spada e la gioia, ascolta la preghiera di noi “ribelli per amore”.