
Joe Biden al The Queen theater in Wilmington (AP Photo/Susan Walsh)
Con la certificazione della vittoria elettorale, da parte del Congresso, arrivata oggi, dopo il folle assalto di ieri delle “brigate” trumpiane a Capitol Hill, per Joe Biden non ci sono più ostacoli per la Presidenza degli Stati Uniti. Il Presidente eletto giurerà, insieme alla Vice Presidente Kamala Harris, il prossimo 20 gennaio a Washington.Gli scontri di ieri a Capitol Hill, istigati da Donald Trump, hanno provocato una ferita inaudita per la democrazia americana. Un paese diviso e incattivito dalla propaganda estremista dei circoli sovranisti. Anche l’estrema destra cattolica porta la sua responsabilità (vedi ad esempio Steve Bannon e l’ex nunzio Carlo Maria Viganò). Non sarà semplice per Biden fare opera di pacificazione. Una sponda importante , sicuramente, la troverà in Papa Francesco. L’elezione del cattolico Biden significa, infatti, la sconfitta dei nemici sovranisti del Papa. Anche il Vaticano sta vivendo un momento importante: la riforma delle sue finanze ad opera di Papa Francesco. Ma si sono ancora episodi da chiarire come le notizie provenienti dall’Australia.
Proprio oggi il Congresso ha ratificato la elezione di Joe Biden a Presidente degli Usa. Sappiamo quanto è profonda la ferita inferta alla democrazia statunitense .L’assalto al Congresso da parte dei fanatici Trumpiani. Per Biden il primo dei compiti è quello di pacificare il paese. E in questo penso che una sponda importante potrà venire da Papa Francesco. Ci sarà una nuova stagione nel rapporto con il Vaticano?
Certamente. Biden e’ Il secondo cattolico ad essere stato eletto Presidente degli Stati Uniti dopo John Fitzgerald Kennedy, sessant’anni fa. Biden ha apertamente parlato della sua fede durante il discorso di investitura alla Convention democratica di Milwaukee, e ha spiegato quanto sia stata importante per aiutarlo a superare i gravi lutti subiti nel corso della sua vita. All’inizio della campagna elettorale,il suo staff ha preparato un video in cui mostrava un breve incontro a un’udienza generale con Papa Francesco, come una “benedizione“ papale alla sua scalata alla Casa Bianca.Nel corso delle settimane, la questione “ cattolica” per i Dem e’ rimasta sotto traccia. Ma non è solo per la sua fede personale che la vittoria di Biden, “libera” Papa Francesco da un possibile scacco matto, ipotizzabile invece in caso di vittoria di Trump.Per motivi geopolitici e per motivi “ interni” alla Chiesa Cattolica, riporta il Trono del mondo in qualche modo in sincrono con l’Altare. E quindi in qualche modo eviterà le forti tensioni che si ebbero alla fine del pontificato di Ratzinger con l’ elezione di Obama e negli anni della presidenza Trump per Francesco.Chi non ricorda le iniziative sovraniste di Steve Bannon? L’alleanza con i cardinali “conservatori” ( a cominciare dal cardinale Burke), mano a mano arginate dopo l’uscita dalla Casa Bianca fino al suo recente arresto in relazione a reati finanziari relativi alla costruzione del Muro antimigranti con il Messico? L’alleanza in Italia con Matteo Salvini,il politico con la maglietta “Il mio papa e’ Benedetto”?Il voto cattolico (26 per cento della popolazione) è stato decisivo per le vittorie di Obama, ma negli ultimi anni negli Stati Uniti si è sempre più’ polarizzato: perché “spostarsi” a destra per un cattolico americano ha significato anche prendere le distanze dal Pontificato di Francesco.La propaganda dell’ex Nunzio monsignor Carlo Maria Viganò ha martellato per oltre due anni, dall’agosto 2018, contro il Papa, di cui ha chiesto più volte le dimissioni. Viganò ha indetto preghiere per la rielezione di Trump e ha ottenuto il pubblico appoggio di Trump in persona. Mentre con una mossa senza precedenti il Segretario di Stato Mike Pompeo a fine settembre ha accusato il Vaticano di immoralità per i suoi accordi diplomatici con la Cina in materia di scelta dei vescovi.
Questo processo adesso, con il prossimo inizio della presidenza Biden , si interromperà
L’ ex Nunzio Viganò ha “ sponsorizzato” azioni a favore di Trump e contro Biden fino all’altro ieri.
Sì. Tre giorni prima dell’assalto al Congresso degli Stati Uniti per “bloccare” la proclamazione della vittoria di Joe Biden, l’ex Nunzio Carlo Maria Viganò ha rilasciato (1 gennaio, festa di Maria Madre di Gesù) un’intervista a Steve Bannon resa pubblica il 3 gennaio su Lifesite (in Italia Stilum Curiae) in cui ha incitato i “figli della luce” ad agire “adesso”. Visto quanto è successo al Capitol isi può ben dire che i complottisti hanno avuto una benedizione “cattolica” da parte parte del controverso arcivescovo il cui pupillo è almeno dal 2018 Donald Trump e il cui nemico numero uno è Papa Francesco, che a suo dire sarebbe complice del Gran Reset, della sudditanza alla Cina ( se c’è’ però un politico che ha indebolito gli USA a favore della Cina negando la pandemia, questo è’ Trump) .Al grido di “Dio lo vuole”, grido di battaglia medievale per arruolare i crociati da inviare in Terra Santa a liberare il Santo sepolcro. Una delle domande di Bannon a Viganò infatti suonava così: “Lei si è mostrato fiducioso che Dio desidera una vittoria di Trump per sconfiggere le forze del male” . Da notare il verbo al presente . Ma Viganò non è stato solo protagonista contro Francesco. Oggi si ascrive tra i sostenitori di Benedetto XVI , ma in realtà’ fu lui che alimento’ la fuoriuscita di documenti riservati durante il primo Vatileaks e che scrisse il falso a Benedetto pur di non lasciare il suo incarico di potere in Curia. E’ un personaggio centrale non solo della geopolitica vaticana, ma anche della partita delle finanze. Nell ‘intervista, ha quasi sollecitato la pubblicazione di prove di corruzione della “deep church”, in mano ai servizi segreti.”
Il Papa ha appena varato una importantissimo riforma finanziaria per la Santa Sede e dall’Australia arrivano venti di tempesta. Mi riferisco alla notizia, diffusa dai media Australiani, secondo cui dal Vaticano sarebbe stata trasferita in Australia una somma enorme 1, 8 miliardi di euro. Il Vaticano, attraverso un funzionario, ha commentato la notizia come “fantascienza”. E anche la Chiesa Australiana ha negato di averne mai saputo nulla. Cosa può essere, per te, tutto questo? È una, ennesima, tempesta in arrivo?
Dal primo gennaio, di quest’anno, è entrata in vigore la riforma di Papa Francesco sulla centralizzazione delle casse vaticane. Mi riferisco in particolare al trasferimento dei fondi ( la cosiddetta terza banca) dalla Segreteria di Stato all’APSA. Tutto questo è una vera rivoluzione, che è’ stata innescata dal cosiddetto caso Becciu, con l’ oscura vicenda dell’acquisto del palazzo di Londra . Il punto è che il Papa c’è’ dovuto arrivare in tre successive mosse: una lettera al cardinale segretario di Stato Parolin ad agosto, poi la nomina della Commissione per la gestione del trasferimento dei fondi ad ottobre, infine il Motu proprio con forza di legge a dicembre. Per tornare anche all’Australia, però, bisogna comprendere che questo processo relativo ai fondi della segreteria di Stato, non è’ ancora finito, e si attuerà definitivamente, tranne imprevisti, solo entro 4 febbraio. C’ è ancora un mese di tempo. L’antiriclaggio australiano AUSTRAC ha evidenziato 47 mila transazioni in sei anni ( 2014-2020) dal Vaticano all’ Australia. Se non sono soldi vaticani, ma sono ‘ solo’ passati attraverso entità vaticane, di che soldi si tratta?, e soprattutto di chi? I resoconti della stampa australiana parlano di conti cifrati di esponenti laici. Bisogna ricordare che proprio nel 2014 il cardinale Pell aveva pubblicamente denunciato l’esistenza di fondi extrabilancio in Vaticano per un ammontare vicino alla cifra monstre di cui si parla ora ( oltre un miliardo e 400 milioni di euro). E che dal 2014 e’ iniziata la ripulitura dei conti dello IOR,anche questo un processo molto lungo durato anni.
A una mia precisa domanda oggi l’Austrac ha risposto che è’ in corso una revisione completa di tutti i trasferimenti che risultano effettuati , in collaborazione con l’ASIF vaticana, cioè’ l’Antiriciclaggio guidato da Carmelo Barbagallo. Tra AUSTRAC e ASIF infatti vige un protocollo di collaborazione bilaterale. Bisogna verificare chi sono i mittenti e chi sono i beneficiari. E se all ‘ interno di questo fiume di denaro ci siano stati versamenti anche per condizionare il processo penale per pedofilia contro Pell, come ha dichiarato ai magistrati vaticani , uno degli indagati per la vicenda del Palazzo di Londra, poi “ pentito”.
Veniamo al cosiddetto caso Becciu. A che punto siamo dell’indagine?
In corso, come si dice.
Quali sono le contromosse di Becciu?
L’arcivescovo Becciu ha sempre negato di aver commesso reati, ed in particolare di non aver interferito con il procedimento penale contro Pell.
Che reazioni sta avendo in seno alla Curia?
Il ridimensionamento istituzionale della Segreteria di Stato ( ormai un dicastero senza portafoglio) e’ sicuramente un cambiamento , direi, maggiore, che imporrà di riscrivere anche la bozza già quasi pronta della “ Preadicate Evangelium” ,la costituzione apostolica che dovrá sostituire la “Pastor bonus” di Giovanni Paolo II. Allo stesso tempo, la figura del cardinale Pietro Parolin, segretario di Stato, ne uscirà inevitabilmente ridimensionata.E con lui, il cosiddetto “partito italiano”.