Dove va il Capitalismo Italiano? Intervista a Giulio Sapelli

Il Capitalismo italiano sta vivendo un periodo di turbolenza. Ad esempio la tensione che sta vivendo ora il gruppo “Generali”, al suo interno, ne è la cifra, insieme alla vicenda di Parmalat (senza dimenticare Fiat ed altre ancora ), più eclatante. Tensioni dovute ad una “un’ offensiva – come afferma Giulio Sapelli in questa nostra intervista – per arginare dalla sua vocazione il più potente gruppo del capitalismo italiano” . Così siamo ad un passaggio delicatissimo per la Compagnia. Continua a leggere

Capitalismo Predatorio

La vicenda Eutelia – Agile, ultima storia di avidità italica (senza dimenticare Cirio, Parmalat), segna davvero il punto più basso del “capitalismo” italiano.
Una società sana, senza problemi di mercato, distrutta per bieco arricchimento individuale.

Nasce undici anni fa ad Arezzo per operare nell’ambito dei servizi informatici. Attraverso vari passaggi la società cresce, crea altri rami aziendali (Agile e Omega). Fino ad arrivare nel 2005 alla quotazione in Borsa, dal 2008 però inizia la crisi. Nel 2009 i duemila lavoratori vengono ceduti, per 96 mila euro (!?) ad Omega.
Ed ecco che comincia lo svuotamento della società con il conseguente furto ai danni dei lavoratori (che vengono, così, defraudati del loro lavoro). I vertici di Eutelia, secondo i magistrati,  concentrano perdite, debiti e i lavoratori su Agile. “E’stata fatta un’operazione – scrivono i magistrati nell’ordinanza di arresto dei manager – di svuotamento attraverso una operazione di distrazione, pagamenti a privati e società privi di una obiettiva giustificazione per 12 milioni di euro”. Insomma sembra che la mission fosse il dissesto aziendale.
In Parmalat i fondi aziendali venivano sottratti anche per scopi aziendali, in altri casi (vedi Cirio) le frodi sono state compiute per nascondere la crisi della società.  Quindi, questo di Eutellia, è un caso criminale veramente unico.
Gli stessi “valori” di alcuni protagonisti sono raccapriccianti. Ricordano quelli del cattivo Gordon Gekko, il protagonista del film Wall Street, che affermava che “l’avidità è una buona cosa”. Così nel mondo cannibalesco degli speculatori americani la cupidigia era da esibire con orgoglio.
Suo pari, purtroppo nella realtà e non nella fiction, è questo Antonangelo Liori, ex giornalista, che raccontava al telefono, intercettato, di aver detto in un incontro con i Sindacati: “se c’è un fallimento io continuo ad avere la mia macchina, il mio autista, il mio elicottero, la mia villa. Tutto uguale…e loro (gli operai) non ce l’hanno un lavoro…Questa è la  storia”.
Che “carino”!
Per non parlare dell’altro protagonista, Samuele Landi, oggi latitante, che pugnale tra i denti minacciò l’anno scorso i dipendenti della sede di Roma. con un blitz, insieme a dei vigilantes, cercava di cacciare i lavoratori che occupavano la fabbrica.
Siamo ben lontani, ovviamente, dalla “mano invisibile” di Adam Smith. Se è vero che per il filosofo scozzese l’interesse personale  giova alla società, questo non potrà mai andare contro la legalità.
Il mercato ha bisogno della legalità. Questo vuol dire più regole di trasparenza per lo stesso.
Come afferma con limpida chiarezza l’articolo 41 della nostra Costituzione: “L’iniziativa economica privata è libera. Non può svolgersi in contrasto con l’utilità sociale o in modo da recare danno alla sicurezza, alla libertà, alla dignità umana.La legge determina i programmi e i controlli opportuni perché l’attività economica pubblica e privata possa essere indirizzata e coordinata a fini sociali”.