Un libro intenso, come del resto è lo stile dell’autore, quello di Stefano Ceccanti dal titolo problematico, al cattolico perplesso (ed. Borla, Roma 2010, pagg. 176, € 22,00), ma che, invece, si configura, nella sua “sistematicità” mounieriana (dal grande Emmanuel Mounier, filosofo cattolico francese degli anni 30-40 del secolo scorso, ispiratore di generazioni di cattolici democratici italiani ed europei) come un “Manifesto di una generazione”, quella degli anni 70 e 80, di giovani cattolici impegnati in politica.
L’autore, infatti, è stato tra i principali leader di quel movimento giovanile, di provenienza di Azione Cattolica, che, in particolare nei primi anni ’80, che all’ Università di Pisa ha cercato vie nuove per la riforma della politica. E questo, per Ceccanti, è stato un lungo cammino “preparatorio” (prima nella Lega Democratica di Giuntella e a Scoppola, poi nella Fuci – cui l’autore è stato Presidente Nazionale, poi l’impegno accademico nell’Università), prima di arrivare all’impegno politico diretto. Per altri esponenti di quella “seminagione” il salto nella politica è stato diretto (e i nomi sono tutti di rilevanza nazionale).
Ora Stefano Ceccanti è Senatore del PD, esperto costituzionalista (insegna diritto pubblico comparato alla Sapienza di Roma), porta nella sua elaborazione culturale, e teologica, quella esperienza irripetibile per molti giovani cattolici di oggi.
Eppure questo libro ne è una piccola “summa”, da far circolare tra i giovani cattolici, e non, che guardano, non senza ragione, alla politica con perplessità.
Il vostro cronista appartiene a quella storia, ed è con lo stesso entusiasmo di quegli anni universitari, quando con l’autore ha condiviso, insieme ad altri amici, diverse battaglie per il rinnovamento della politica, che accoglie quest’opera ricca di spunti.
Allora cerchiamo di cogliere il dato fondamentale del libro.
Una prima indicazione, per cogliere la profondità del suo messaggio, sta in quei quattro grandi personaggi, a cui il libro è dedicato, della storia del cattolicesimo del ‘900 che ne hanno segnato una tappa fondamentale verso un cammino profondo di umanizzazione della politica: Vittorio Bachelet, Oscar Romero, Alcide De Gasperi e Giovanni Battista Montini.
Due martiri (Vittorio Bachelet e Oscar Romero) e due cristiani (Montini e DeGasperi) impegnati, senza minor “eroismo”degli altri, nelle temperie del secolo XX.
In queste figure si dipana tutta la logica dell’etica della responsabilità che il nostro autore propone all’odierno cattolicesimo politico.
Libro “mouneriano” e “degasperiamo” al tempo stesso, contro gli integralisti di ogni tipo (ecclesiale e politico), richiama a quella visione mite della politica che sa che la causa politica è sempre una causa imperfetta. Belle queste parole di Luis Landsberg: “Non esiste una simile attività (quella politica ndr) senza una cera decisione per una causa imperfetta (…) E’ attraverso una tale coscienza dell’imperfezione che la fedeltà ad una causa si troverà preservata da ogni fanatismo, cioè da ogni convinzione da vivere in possesso di una verità assoluta e integrale. E’ questa coscienza inquieta che genera una critica perpetua che tende ad una più grande perfezione della causa che si è scelta”.
In questo senso il principio di non appagamento diventa il motore dell’impegno politico del cristiano.
Ma è nel parlare di Pietro Scoppola, al suo grande insegnamento, alla sua “rischiosa creatività” trova lo snodo fondamentale per il suo libro. Ed è con questo spirito che l’autore ci offre spunti preziosi su molti temi “rischiosi” dell’attualità politica.
Un libro prezioso, frutto di una trentennale riflessione personale e collettiva. Una “guida” piena di speranza per quanti, ripetiamo, con fatica, vogliono intraprendere questa splendida avventura che è la costruzione della città dell’uomo.