La cultura della Liberazione. Un pensiero di Pietro Scoppola

Celebriamo oggi il 25 Aprile, giornata della vittoria della Resistenza sul nazifascismo. Proponiamo ai nostri lettori questo pensiero dello storico Pietro Scoppola.

“Il processo di liberazione non è mai compiuto: non è compiuto nelle coscienze dei singoli, non lo è nella vita sociale. La liberazione dell’uomo, di tutti gli uomini, dall’oppressione, dalla miseria, dall’ignoranza, dalla paura – e in una parola dal male – è un obiettivo sempre valido, sempre necessario e sempre aperto. La cultura della liberazione non implica un punto di arrivo, non ha, come la cultura della rivoluzione, modelli definiti di società da proporre, si coniuga con il realismo della politica, ma rappresenta un principio costante di non appagamento rispetto a tutti i risultati raggiunti e costituisce perciò quell’elemento di tensione utopica che tiene viva la democrazia e ne garantisce lo sviluppo.

La storia dell’Italia unita è segnata da una domanda di liberazione che parte dal Risorgimento nazionale e si rinnova nella Resistenza. (…) La Costituzione del ’48 è ancora un punto di riferimento sicuro per indicare il cammino della liberazione (…).

Celebrare il 25 aprile significa dunque aprirsi alla cultura della liberazione, all’idea di traguardi più avanzati di dignità e di libertà umana, a una idea di democrazia che coniuga tensione utopica e ricerca di adeguati strumenti istituzionali; significa aprirsi alla prospettiva di una lotta per la liberazione che continua oggi e deve continuare domani”.

(Pietro Scoppola, 25 Aprile. Liberazione, Einaudi Editore, Torino 1995. Pagg. 100-101)

Affarismo Trasversale. Intervista a Ferruccio Sansa

Le cronache di questi giorni ci consegnano ennesimi scandali politici. Vedi la vicenda della Lega. Due bravi giornalisti d’inchiesta, Claudio Gatti (Il Sole 24 Ore) e Ferruccio Sansa (Il Fatto Quotidiano), hanno pubblicato, per la casa editrice Chiarelettere, un libro che indaga sul “sottobosco”. Ovvero il “mondo” dell’affarismo trasversale. Ne parliamo, in questa intervista, con Ferruccio Sansa.

Sansa nel vostro libro scoperchiate un mondo nascosto, il “sottobosco” appunto, dove la politica e gli affari si intrecciano in maniera strutturale. Tanto che in nome del business si “superano” le rispettive appartenenze politiche (“dalemiani” e “berlusconiani” ed anche “centristi”). Insomma gli interessi affaristici hanno il sopravvento. Qual è la “logica” profonda che “anima” il sottobosco?
La logica profonda è che, in apparenza, centrosinistra e centrodestra si sono molto aspramente criticati, magari con toni durissimi, anche rispetto a quello che succede in altri paesi. Poi, dati alla mano, si scopre che questa differenza di tipo ideologico non c’è assolutamente, perché poi quello che conta di più è che invece sulle questioni di affari e denaro c’è una totale corrispondenza e l’elemento ideale – ammesso che ci sia – passa in secondo piano. L’elemento pratico, praticissimo è invece in primo piano. Ed è quello che noi abbiamo scoperto facendo questo lavoro.

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La salvezza e la speranza umane. Un pensiero di Aldo Moro.

Offriamo ai nostri lettori questo pensiero di Aldo Moro. Un pensiero, nei giorni desolati della politica contemporanea, che riscatta la dignità dell’ impegno politico. E’ un pensiero, certamente, “credente” quello di Moro. Nella sua profondità svela il nesso intrinseco tra la politica e la liberazione umana. Una liberazione sempre parziale. Ma senza questo legame la politica muore. Continua a leggere