Quella di oggi è stata una giornata politica segnata da polemiche. In particolare tra Casini e Bersani sulla riforma della legge elettorale. Polemiche anche tra Bersani e Renzi.
Ne parliamo con l’Onorevole Bruno Tabacci, uno dei cinque candidati alle Primarie del centrosinistra.
Onorevole Tabacci, partiamo dalla rielezione di Barack Obama a Presidente degli Stati Uniti. C’è una “lezione” che si può trarre da questo evento per il centro-sinistra italiano?
Una forte emozione. Obama ha saputo dare una scossa forte e soprattutto ha saputo rimettere in moto un meccanismo ,nel pieno di una profondissima crisi, nel quale Italiani e Americani si riconoscono. Questo è un fatto importante, che mostra la sua statura di uomo politico, capace di parlare alla gente.
Veniamo a Mario Monti. L’esperienza del governo Monti ha ridato credibilità internazionale all’ Italia. E questo è, indubbiamente, una eredità positiva. Lei ha definito Monti come un “De Gasperi” dei nostri giorni. Non è un po’ forte come paragone?
Monti è un uomo di straordinarie qualità, ci ha fatto riprendere prestigio sul piano internazionale. Le ricordo che al vertice di Cannes nessuno voleva farsi fotografare col nostro Presidente del Consiglio. Nei mesi successivi tutti si sono litigati per poter avere tra i loro ospiti Mario Monti. Questo vuol dire che ha messo una forte credibilità sul piano internazionale, guadagnata sul campo, certo in un quadro molto difficile. Un anno fa non eravamo neppure in grado di pagare gli stipendi agli statali. Poi di De Gaspari ha una cultura cattolico-liberale profondamente democratica, molto vicina al mio modo di pensare, lo considero un uomo straordinario.
E sull’ipotesi “Monti-bis” cosa pensa?
Questo è nelle mani degli elettori. L’incarico in una Repubblica parlamentare lo dà il Capo dello Stato, una volta accertati gli orientamenti degli elettori, quindi queste cose non si possono fare a tavolino e anche la discussione che si fa in questo periodo è azzardata. Vedremo l’orientamento degli elettori. Certo se il voto è come quello in Sicilia: se i grandi partiti non superano il 30%, le maggioranze non si stabiliscono forzando le leggi elettorali, quindi c’è poco da inventarsi.
Nel polo “moderato” ci sono “grandi manovre” e anche grande eterogeneità(i cattolici di Todi, Montezomolo, Casini, Giannino, ecc). Come vede questo “agitarsi” dell’ipotetico “centro”?
C’è anche molta confusione. Spesso sotto queste insegne c’è poca moderazione, nel senso che c’è un agitarsi per acquisire una sorta di protagonismo da spendere non sempre in modo politicamente molto schietto, questo va detto. Certo c’è un eccesso di confusione dentro quest’area centrale, che pur dovrebbe avere una funzione riequilibratrice.
Una battuta su “cattolici e politica”. Non le fa impressione che chi si ispira alla “dottrina sociale della Chiesa” faccia un “manifesto” insieme a Montezemolo?
Evidentemente questi modi di procedere sono alquanto indicatori non di una coerenza di fondo, ma di una certa strumentalità: si firma una cosa e anche il suo contrario, talvolta.
Parliamo di Casini. Lui vuole avere “mani libere”. Come giudica gli ultimi comportamenti di Casini?
Io penso che sia sbagliato, perché questo momento, in cui con il popolo italiano bisogna essere molto schietti e leali, poiché rivendiacare mani libere richiama la volontà di svolgere un’alternativa successiva al voto, squisitamente giocata sugli effetti di poteri, penso non sia una cosa buona. In altri tempi aveva una sua logica, ma adesso sarebbe stato più opportuno dire che si vuol fare una coalizione di centro sinistra.
Veniamo al Centro-sinistra. Le chiedo come sarà possibile costruire questa “coalizione” che metta insieme “progressisti e moderati”?
Io sono in giunta con Pisapia e vedo che si può fare, quindi se si può fare a Milano, si può fare anche in Italia. Ovviamente è il caso di spiegare a Vendola che sarebbe il caso che si ispirasse più a Pisapia. Se invece il richiamo è quello di lanciare una serie di slogan, che poi sono velleitari, come certe polemiche antieuropeiste, con la scusa di attaccare Monti, mostra un euro-scetticismo che non va bene. Neppure i Greci vogliono tornare alla Dracma.
Lei è candidato alle “primarie” del centro-sinistra. Qual è il senso della sua candidatura?
Io intanto sono candidato alle primarie del centro-sinistra e non del PD, perché non sono del PD. Penso che ci sia dentro questo schieramento potenziale un’area che fa riferimento ad un centro riformatore nel quale io mi colloco. Magari saranno anche titubanti ad andare a votare perché non c’è dubbio che c’è una struttura organizzativa, che viene dalla struttura dei vecchi comunisti che hanno riversato la loro macchina nel PD. Ma una volta superati questi problemi di natura psicologica, penso che la cosa abbia una sua logica e io ho cercato di interpretare questo.
Una battuta, Come lo vede Renzi?
Per Matteo ho simpatie, però quando lancia questi slogan così ustionanti, come quello della rottamazione, lo vedo molto strumentale e non mi piace. Il problema non è lanciare contrasti generazionali, ma semmai cercare delle collaborazioni.
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