“La forza storica dei poveri”. Intervista a Leonardo Boff

La teologia della liberazione sta vivendo una nuova primavera, grazie anche a Papa Francesco. Nei giorni scorsi è stato ricevuto dal Papa il suo”padre fondatore”, il domenicano Gustavo Gutierrez. Per parlare di questa interessante stagione, che sta vivendo la Chiesa Cattolica, abbiamo intervistato Leonardo Boff, teologo della liberazione brasiliano. Lo incontriamo , insieme alla sua compagna Marcia Maria Monteiro de Miranda (attivista dei diritti umani in Brasile), a Bassano del Grappa, una delle tappe del suo affollatissimo tour italiano. Continua a leggere

L’ateo e il Cardinale. Un libro di Giulio Giorello sul Cardinal Martini

E’ passato poco più di un anno dalla morte del Cardinale Carlo Mario Martini, e in questi giorni sono usciti diversi volumi che ne ricordano la grande figura.
Uno dei più interessanti è sicuramente questo del filosofo della scienza Giulio Giorello: “La lezione di Martini. Quello che da ateo ho imparato da un cardinale”(ed. Piemme, pagg. 105, € 12,00).
Giulio Giorello e Carlo Maria Martini erano legati da una grande amicizia e stima profonda, tanto che l’allora Arcivescovo di Milano chiese al filosofo non credente di collaborare con lui alla ”cattedra dei non credenti” (una delle più belle e innovative “invenzioni” di dialogo create da Martini, durante il ventennale ministero episcopale, nella Diocesi ambrosiana). In particolare l’autore collaborò a due “cattedre”: quella sugli orizzonti tecnico scientifici della modernità, e quella, complessa e assai difficile, sul tempo.
In questo libro Giorello ci offre, della figura di Martini, una lettura fine e carica di forte empatia. Da ateo “libertario”, come ama definirsi, non fa sconti all’uomo di fede. Così è con la stessa capacità pensante del Cardinale che l’ateo Giorello fa i conti fino in fondo con il suo ateismo: quella di Martini – afferma Giorello – “era proprio la figura più adatta a ‘provocare’ (come amava dire lui) un ateo dichiarato, spingendolo a ripensare la natura del proprio ateismo non attaccandolo con esclusioni o condanne, ma stimolandolo con l’attenzione e con quello che potrei chiamare il dubbio del credente. Il mio ateismo si è configurato sempre più come un atteggiamento, per così dire, di metodo per sondare quali possibilità si aprano a chi decida di procedere senza Dio, prescindendo da qualsiasi fondamento teologico nella pratica scientifica e nella solidarietà della vita associata”.
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