“Il delirio di onnipotenza di Grillo danneggia i 5 Stelle”. Intervista a Federico Mello

imagesNegli ultimi giorni il Movimento 5 Stelle è stato, sulla scena politica italiana, un protagonista molto discutibile. Gli eventi hanno dimostrato, drammaticamente, gli elementi di forte criticità del Movimento.  Ne parliamo con  Federico Mello, giornalista della redazione di “Servizio Pubblico”. Mello ha scritto il primo libro nel 2007: L’Italia spiegata a mio nonno, uscito primo online sul suo blog e poi pubblicato da Mondadori nella collana Strade Blu. Dopo aver seguito per il Fatto l’esperienza del Popolo Viola, ha scritto “Viola”, un saggio sui meriti e i limiti dell’attivismo politico online. Nel 2011 è uscito il suo terzo libro “Steve Jobs – Affamati e folli” mentre nel febbraio 2013, due settimane prima delle elezioni politiche, è arrivato in libreria il suo quarto libro: “Il lato oscuro delle stelle”, un’inchiesta su Beppe Grillo e il Movimento 5Stelle.

 

Le azioni di questi ultimi giorni dei “5 Stelle” fanno impressione: contestazioni violente alla Camera, insulti alle alte cariche dello Stato (Napolitano e Boldrini), insulti e minacce a giornalisti e avversari politici. Insomma definirlo inguardabile è davvero poco, alcuni l’hanno definito “eversivo”. E’ esagerato definirlo in questo modo?

 

Di certo il Movimento 5Stelle non è una forza eversiva. Certo, alla Camera ci sono stati degli atti di “squadrismo”. Mi riferisco in particolare alla violenza con cui Alessandro Di Battista ha interrotto la conferenza stampa del collega pd Speranza. Lo squadrismo era esattamente questo: imporre agli altri la propria volontà impedendo (con violenza) di esprimere la proprio opinione.

 

 

Ormai è quasi un anno che sono in Parlamento. Come giudica il loro operato?

 

Come quello degli altri partiti, con chiari e scuri. Ma il problema secondo me non risiede nel lavoro parlamentari grillini. Sono nuovi e inesperti, ma la maggior parte ci sta provando a fare del bene a questo Paese. Il problema è in alto: il duo Grillo-Casaleggio. Come possono i parlamentari 5Stelle a fare “bene” politica, in maniera efficace, se non sono del tutto liberi, se in qualsiasi momento può arrivare una scomunica via blog? Come si fa a dare spazio alle proprie idee quando il gruppo comunicazione pagato dai cittadini e comandato da Casaleggio ti segue con il fiato sul collo per verificare il tuo grado di ortodossia rispetto al sacro verbo del blog?

 

Grillo sta imponendo al Movimento una linea politica “radicalpopulista”. Ovvero una sintesi di antieuropeismo, antimmigrazione, ecologismo radicale, culto idolatrico della “rete” ecc. Un “ideologismo” trasversale a Destra e Sinistra. Lei pensa che, nei prossimi mesi, in vista delle elezioni europee possa accentuarsi questo populismo estremo? Farà concorrenza alla Lega Nord?

 

Grillo di certo andrà dritto su questa strada, anche se non credo che si abbasserà al livello – questo sì fascista – della Lega Nord e di Fratelli d’Italia. Il problema è la crisi economica: da sempre queste fasi arano terre sconfinate nelle quali può attecchire l’odio per il capro espiatorio. E l’Euro, come capro espiatorio, è perfetto. Va detto comunque che la critica all’Europa parte da due prospettive: una di destra che di fatto vuole un ritorno al nazionalismo, e una di sinistra che chiede un’Europa più solidale e multipolare. Grillo come al solito mischia i due piani per “vendere” il suo prodotto al maggior pubblico possibile. Ma credo che la sua base e i suoi parlamentari, in gran parte, facciano proprie le critiche “di sinistra” a questa Europa.

 

L’Istituto di ricerca SWG, in una indagine recente, ha delineato l’identitik dell’elettore grillino, essenzialmente sono: giovani, poveri e contrari all’immigrazione. L’ambito quindi è quello del “ribellismo” : più c’è crisi, più lo votano. E’ questa la spiegazione dell’ancora consistente, stando ai sondaggi (superiore al 20 %), consenso?

Queste definizioni non sono sovrapponibili. Ovvero Grillo parla sia ai giovani che ai poveri che a quelli contrari all’immigrazione, non ai cittadini con tutte e tre questa caratteristiche insieme. È sacrosanto, a mio avviso, che qualcuno si occupi dei giovani e dei poveri. Ma Beppe non vuole risolvere i problemi di questi persone, vuole solo vendere dvd e poltrone ai suoi spettacoli. Dovrebbe scegliere: o fa una cosa o l’altra.

 

Renzi fa davvero paura a Grillo?

Certamente sì. Grillo è proliferato nella crisi di una politica in grado di fare assolutamente nulla. Se la settimana prossima Renzi porta a casa l’Italicum (per quanto solo alla Camera) sarà evidente come Grillo e Casaleggio hanno sbagliato strategia: il Parlamento ha approvato una nuova legge e loro devono ancora capire quale proposta fare. Dovrebbero fare autocritica i due capi del blog: sono nati con il Vday contro il Porcellum e, ad un anno dalle elezioni, non hanno ancora una loro proposta. Hanno tergiversato, perso tempo, lanciato la consultazione quando i giochi erano già fatti. Se il M5S fosse un partito e non un marchio registrato, l’opposizione interna avrebbe già chiesto le dimissioni del duo.

 

Alcuni deputati e senatori dei “5 stelle” hanno espresso dissenso sui comportamenti di questi giorni. Ci sarà una scissione?

È una strada alla lunga inevitabile, e salutare. Grillo e Casaleggio non riusciranno a contenere a lungo le voglia di “fare” e cambiare le cose dei loro eletti. Non riusciranno per sempre ad imbrigliare l’energia di chi crede nel Movimento e non ha voglia di aspettare ogni volta la sparata dei due padri-padroni per decidere.

 

Ultima domanda: Quanto durerà la linea “isolazionista” del Movimento?

Fino a quando non butteranno a mare i due leader. Guardi che il Movimento 5Stelle parla davvero di temi del futuro, di questioni che riguardano tutti. Perché su questa deve decidere solo Grillo? Provare a proteggere il cambiamento registrandone il marchio – come fatto dalla Casaleggio – e come provare a fermare il mare con le mani. Solo un despota che non accetto di invecchiare, affetto dal delirio di onnipotenza tipico di chi è diventato qualcuno con la televisione, può pensarlo. Ma i tempi sono cambiati caro Beppe, e quelle Cinque Stelle, secondo me, appartengono a tutti. Soprattutto alla sinistra di questo Paese.

 

 

 

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