Creare una Coscienza civica per il futuro. Intervista a Luca Rolandi

Un libro di Gloria Schiavi e Luca Rolandi, giornalisti e osservatori della realtà, pubblicato dall’editrice torinese Neos racconta le storie di comunità, donne e uomini, giovani e adulti che nel nostro Paese, prima e durante la pandemia, si impegnano per trovare nuove strade di partecipazione civica. “Coscienza civica e dove trovarla. Storie da una Italia che r-esiste”. Ne parliamo, in questa intervista, con Luca Rolandi.

Come è nata l’idea di scrivere un libro su questo tema, di attualità sicuramente ma non sempre considerato come si dovrebbe?

C’è bisogno di coscienza civica, di formazione di donne e uomini che siano orientati a pensare e agire per il bene comune. Insieme a Gloria Schiavi, giornalista e documentarista, con una grande esperienza internazionale abbiamo provato a raccontare alcune storie straordinarie per la loro semplicità e coerenza. Come ricorda spesso Gloria si tratta di storie belle di persone che combattono per fare in modo che le cose vadano nella direzione giusta. Storie “inspiring”, con cui speriamo di stimolare il cambiamento e l’impegno civico. Il progetto editoriale è  nato come una sfida mettendo insieme sensibilità diverse, le nostre di autori, e le esperienze composite dei testimoni. Speriamo che il libro possa essere letto e discusso da tante comunità. Provare a trovare il bene non è facile. Noi con molta umiltà e mettendoci in ascolto ci abbiamo provato.

Quali sono le storie che raccontate nel saggio?

Intanto va detto che noi abbiamo osservato e raccolto la testimonianza di tantissime persone:   28 storie di cittadinanza attiva e di partecipazione “dal basso”, 28 casi esemplari di coscienza civica, 28 iniziative sparse su tutto il territorio nazionale, da Torino a Roma a Lecce, da Milano a Rimini ad Accumoli, messe in campo da comuni cittadini che si sono dimostrati capaci di avviare cambiamenti all’interno delle loro realtà e che si battono per il bene comune nelle forme più diverse, alcune assai innovative (inclusione dei più deboli, sostenibilità, ri-uso, co-housing, agricoltura biologica, lotta alla speculazione immobiliare, valorizzazione dei territori marginali, piattaforme digitali e civic hacking, ecc.). “Storie di ordinario civismo”, come le definisce il sociologo Franco Garelli, che firma la prefazione, collegate tra loro “dal filo rosso di una creatività sociale attenta a misurarsi con il possibile e il realizzabile”.

Chi sono i protagonisti di questa r-esistenza civica?

Gruppi di cittadini che lottano per realizzare il “quartiere che vogliamo”, che si mobilitano intorno a palestre, campi sportivi ed aree verdi, che recuperano vecchie fabbriche abbandonate per farne luoghi di convivialità, che ridanno vita ad aree montane e collinari oramai spopolate, che realizzano condomini solidali aperti, che fanno rinascere borghi e aziende agricole dimenticate nelle zone colpite dal terremoto, che promuovono corsi di italiano per donne immigrate, che si prendono cura degli immigrati senza fissa dimora, che utilizzano la rete per offrire servizi concreti alle popolazioni colpite da eventi drammatici.

Cosa insegnano questi interventi d’impegno costante e coraggioso per il nostro Paese?

Sono piccole rivoluzioni nate dal basso, magari per rispondere alle difficoltà, che costituiscono invece il germe trasformativo della società. Buone pratiche operose e silenziose, che spesso cadono nell’indifferenza dei media. Questa raccolta di casi e testimonianze vuole portarle in primo piano e dare dignità documentaria a quegli alveari innovativi, tanti ed esemplari, che crescono in Italia: una risorsa di energia costruttiva che mette in moto cambiamenti concreti ed innesca altre azioni positive, una resistenza attiva dalle molte sfaccettature, urbana, agricola, ecologica, sociale. In una parola, umana.

 

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