I “Re di Roma”. Destra e sinistra agli ordini di mafia capitale. Un libro di Chiarelettere

"I re di Roma" - Abbate Lillo

La triste vicenda di Mafia Capitale. Un sistema criminale senza precedenti,
Che ha dominato, per anni, su Roma con la complicità di politica e istituzioni viene raccontata in questo documentatissimo libro, appena uscito nelle librerie, di Marco Lillo e Lirio Abbate.

IL LIBRO

Una storia vera ma così incredibile che sembra creata da un’immaginazione diabolica.
Un ex terrorista finito in carcere più volte, legato alla Banda della Magliana e addestratosi in Libano durante la guerra civile. Da anni gira per Roma tranquillo con una benda sull’occhio perso durante una sparatoria. Lo chiamano il Cecato. È lui che governa politici di destra e di sinistra. Per i magistrati è il capo, Massimo Carminati.
Un omicida. Ha inferto 34 coltellate alla sua vittima ma in cella è diventato detenuto “modello”. I suoi convegni in nome della legalità raccolgono il plauso di grandi nomi come Stefano Rodotà e Miriam Mafai. In realtà ha fregato tutti. Fuori dal carcere è diventato il businessman dell’organizzazione criminale. I magistrati lo chiamano l’organizzatore, Salvatore Buzzi.
Un funzionario pubblico, già braccio destro di veltroni sindaco e poi uomo chiave del coordinamento nazionale sull’accoglienza per i richiedenti asilo del ministero dell’interno, che nasconde almeno tre false identità, le usa per coprire vari reati ma nessuno se ne accorge. È l’uomo di collegamento tra boss e politica, luca odevaine. E ancora neofascisti, ultras, soubrette, calciatori, attori. Una galleria eccezionale di personaggi, in cui compaiono perfino il capo della segreteria per l’economia del Vaticano Alfred Xuereb e il capitano giallorosso Francesco Totti. 
Tutto questo è “I re di Roma”. Abbate e Lillo hanno costruito un racconto potentissimo, con documenti inediti. La testimonianza appassionata di chi ha denunciato quel sistema criminale quando nessuno ne voleva parlare.

GLI AUTORI

Llirio Abbate, inviato de “L’espresso”, è autore di inchieste giornalistiche sulle mafie e le collusioni dei politici con i boss. Negli ultimi vent’anni si è occupato dei principali scandali italiani su criminalità organizzata, tangenti e corruzione. Nel 2014 Reporters without borders lo ha inserito fra i “100 eroi dell’informazione” e nel 2015 Index on censorship lo ha annoverato tra le 17 personalità che nel mondo lottano per la libertà di espressione. Ha scritto i complici (con Peter Gomez, fazi 2007). Il suo libro più recente è “Fimmine ribelli” (Rizzoli 2013).
Marco Lillo, giornalista investigativo, caporedattore inchieste de “Il fatto quotidiano”, ha pubblicato, tra l’altro, i documenti segreti che hanno svelato le congiure in Vaticano e i trucchi nel bilancio del Monte dei Paschi di Siena ai tempi di Giuseppe Mussari. Ha scritto inchieste dure sull’ex presidente del senato Renato Schifani, sull’ex sottosegretario Carlo Malinconico e sull’ex ministro Nunzia De Girolamo. Ha svelato la storia della pensione di matteo renzi, assunto nell’azienda di famiglia pochi mesi prima dell’elezione in provincia. È autore dei libri “Bavaglio” (2008) e “Papi” (2009) con Peter Gomez e Marco Travaglio.

PER GENTILE CONCESSIONE DELL’EDITORE, PUBBLICHIAMO UN ESTRATTO DEL LIBRO

«Piano, piano… non lo vedo, non lo vedo… guida lui, guida lui…» Ancora un istante concitato, poi: «Scendi da questa cazzo di macchina… è bloccato!». La voce è di uno degli uomini del Reparto anticrimine del Ros di Roma, guidato dal colonnello Stefano Russo. Il video dei carabinieri ha invaso i media per giorni. Lui, l’ex terrorista nero, il boss della malavita romana, il punto di contatto tra manovalanza criminale e colletti bianchi, viene catturato dai militari mentre viaggia, apparentemente inerme, sulla sua Smart lungo una stradina di campagna a Sacrofano, alle porte di Roma. È il 1° dicembre 2014: l’arresto di Massimo Carminati segna un punto importante dell’inchiesta su «mafia Capitale», il terremoto giudiziario che si abbatte sui palazzi del potere travolgendo trasversalmente i principali partiti politici italiani. Un’indagine senza precedenti, che ha scoperchiato un vero sistema di corruzione, usura, estorsione, concussione, turbative d’asta e false fatturazioni. Una macchina ben rodata che lavorava per il controllo della città e degli appalti pubblici e poteva contare sulla connivenza della politica e delle istituzioni.
Carminati (C), secondo la Procura di Roma, è l’uomo chiave del «Mondo di mezzo», ha costruito un sistema di cui si vanta lui stesso in una conversazione intercettata con il suo braccio destro Riccardo Brugia (B) e con l’imprenditore Cristiano Guarnera (G):
C: «È la teoria del mondo di mezzo compa’… ci stanno… come si dice… i vivi sopra e i morti sotto e noi stiamo nel mezzo».
B: «Embe’… certo…».
C: «E allora… e allora vuol dire che ci sta un mondo… un mondo in mezzo in cui tutti si incontrano e dici cazzo come è possibile che quello… come è possibile, che ne so, che un domani io posso stare a cena con Berlusconi…».
B: «Certo… certo…».
C: «Cazzo è impossibile… capito come idea?… è quella che il mondo di mezzo è quello invece dove tutto si incontra… cioè… hai capito?… allora le persone… le persone di un certo tipo… di qualunque cosa… si incontrano tutti là…».
B: «Di qualunque ceto…».
C: «Bravo… si incontrano tutti là no?… tu stai lì… ma non per una questione di ceto… per una questione di merito, no?… allora, nel mezzo, anche la persona che sta nel sovramondo ha interesse che qualcuno del sottomondo gli faccia delle cose che non le può fare nessuno…».
B: «Certo…».
C: «Questa è la cosa… e tutto si mischia».
B: «E certo…».
G: «…sotto sotto, semo tutti uguali…».
La suggestiva teoria di Carminati – ispirata probabilmente dallo scrittore inglese John R.R. Tolkien, ideatore di quel luogo mitico chiamato «Terra di mezzo» in cui si svolgono le vicende de Il signore degli anelli e Lo hobbit – è la sintesi della mafia romana; quella che alle armi preferisce il denaro, che non spara ma corrompe, che i politici e gli imprenditori non deve rincorrerli per fare affari e per partecipare alla grande abbuffata degli appalti pubblici, che non si accontenta delle consuete attività criminali ma vuole dettar legge ovunque: raccolta e smaltimento dei rifiuti, accoglienza degli immigrati, campi rom, verde pubblico, mense, strade. Tutto.
Il «Mondo di mezzo» è la cerniera tra l’illegalità e la legalità, tra criminali di strada e uomini in doppiopetto. «Perché tanto… nella strada… comandiamo sempre noi…» spiega Carminati al sodale Brugia.
I magistrati della Procura di Roma definiscono il sistema Carminati una mafia «originaria e originale». I 101 indagati della prima ondata giudiziaria, accusati in base all’articolo 416 bis o con l’aggravante di aver avvantaggiato l’organizzazione criminale, sono infatti quasi tutti romani o, comunque, del Centro Italia. Ci sono pochissimi meridionali. Per questo può definirsi anche originale, perché ha caratteristiche proprie che rispecchiano in qualche modo la società in cui si è sviluppata: è una mafia che non controlla il territorio chiedendo il pizzo ai commercianti, che non lascia i morti sulle strade. Non ha una struttura rigida e piramidale, sebbene siano stati identificati dai giudici «un capo», Massimo Carminati, e altri due viceré, anche loro con un ruolo direttivo specifico: Riccardo Brugia sul fronte «militare», e Salvatore Buzzi su quello «economico e dei rapporti con la pubblica amministrazione». Tutti e tre con precedenti penali e, nonostante tutto, nuovamente presenti. Tutti e tre di nuovo sulla scena. Gli uomini di «mafia Capitale» conoscono bene però l’arte dell’omertà: «No, non deve parla’ mai, risponde’ alle domande… le domande sono lecite, le risposte non sono mai obbligatorie» dice Brugia a Guarnera riguardo la regola del silenzio imposta dal capoclan. Ed ecco Salvatore Buzzi che dà la linea a un suo collaboratore: «Bisogna essere riservati, non parla’ troppo, anzi, ‘ste cose di cui non le sa nessuno, nemmeno Alessandra [Garrone, moglie di Buzzi, nda] perché… infatti l’ho ripreso da Massimo,Massimo è bravissimo, lui non parla, parla pochissimo perché dice “meno sai, meno ti dico, meno sai e più stai sicuro”».

L’intoccabile. Il re del «Mondo di mezzo»

Lirio Abbate e Marco Lillo, I Re di Roma. Destra e sinistra agli ordini di mafia capitale, Ed. Chiarelettere, Milano 2015, pagg. 272, € 14, 90

LA CASSAFORTE DEGLI EVASORI.
La storia di Hervé Falciani in un libro di Chiarelettere

EPA/FACUNDO ARRIZABALAGA

EPA/FACUNDO ARRIZABALAGA

“In banca esisteva una struttura per aiutare i clienti a evadere le tasse e io volevo impadronirmi delle prove.” (hervé Falciani).

Falciani è l’ uomo che ha dato inizio a “swissleaks”. Suscitando un grande clamore a livello globale.

Ecco in PRIMA EDIZIONE MONDIALE la versione dell’UOMO PIÙ TEMUTO d’Europa, inseguito da servizi segreti, magistrati, poliziotti, una primula rossa versione 2.0, ex dipendente di una delle più grandi banche del mondo, la Hsbc, attraverso la quale transitano immensi patrimoni illegali

legati anche al narcotraffico e alle mafie.

 

Lui ha messo ko il segreto bancario svizzero. Non era mai successo che l’intero archivio di una banca fosse copiato e rivelato alla pubblica opinione. La famosa liSTa FalCiani ha fatto tremare i salotti buoni di tutta Europa e continua ad agitare il sonno di politici, banchieri, imprenditori, campioni sportivi e riciclatori di enormi somme di denaro (sarebbero più di diecimila i clienti italiani, per un totale di 8 miliardi di euro). Alcuni nomi sono già stati riportati dal “Consorzio internazionale dei giornalisti investigativi”. Per Falciani il potere della Banca Hsbc “è legato ai suoi più importanti clienti e al controllo che può esercitare grazie a queste enormi fortune e all’intreccio di interessi di clienti, manager e politici”. Nel libro si fanno importantissimi.

 

LA SUA STORIA non l’aveva ancora raccontata: dai primi passi al casinò di Montecarlo alla banca di Ginevra, la fuga dalla Svizzera, le minacce di morte, il finto rapimento, il viaggio in libano, il carcere a Madrid, la collaborazione con i magistrati spagnoli, francesi e americani (mentre l’Italia sta alla finestra per timore che salti fuori qualche nome importante) che ha fruttato il recupero di centinaia di milioni di euro.

 

UN’AVVENTURA dopo l’altra che culmina con il progetto di una rete internazionale per aiutare le GOLE PROFONDE che denunciano casi di corruzione e di frode fiscale: lui le chiavi per far saltare il sistema le ha e lo dice, rischiando grosso.

 

La cassaforte degli evasori piatto fascettaIl libro, che in Italia uscirà il prossimo 23 febbraio, riporta, anche, un documento importante: l’accordo standar che L’Hsbc firmava con gli intermediari che presentavano nuovi clienti, cui veniva riconosciuto il 25% delle commissioni (!!!).

 

GLI AUTORI

 

Hervé Falciani è un ingegnere informatico italofrancese. Dal 2009 ha collaborato con le polizie di diversi paesi permettendo loro di accedere al sistema informatico della banca privata Hsbc di Ginevra, dove lavorava dal 2001. La cosiddetta lista Falciani (130.000 nomi) ha reso possibile il recupero di milioni di euro evasi da cittadini soprattutto francesi e spagnoli.

 

Angelo Mincuzzi è caporedattore e inviato del quotidiano “Il Sole 24 Ore” e autore di importanti inchieste su politica ed economia. Ha pubblicato con Giuseppe Oddo il libro OpuS dEi. il SEgRETO dEi SOldi. dEnTRO i miSTERi dEll’OmiCidiO ROVERaRO (Feltrinelli 2012).

 

Per gentile concessione dell’editore pubblichiamo un breve estratto

 

Prefazione

L’uomo che vale miliardi

di Angelo Mincuzzi

Il fantasma di Bouvet

L’isola di Bouvet, a metà strada tra l’Africa e l’Antartide, è il posto più remoto del pianeta. Sulla sua superficie, quasi interamente coperta di ghiaccio, vivono leoni marini, foche, gabbiani e pinguini, oltre ad alcune specie di vegetali semplici come muschi e licheni, ma nessun essere umano. Com’è possibile allora che un suo abitante abbia aperto un conto e depositato dei soldi in una delle più grandi banche del mondo? È una delle tante domande che si pongono gli investigatori francesi quando, nel 2009, cominciano a esaminare migliaia di file della Hsbc Private Bank sequestrati nel computer di un dipendente dell’istituto. Da dove salta fuori il misterioso cittadino di Bouvet, se l’isola non ha neppure un residente? È un errore di chi ha trascritto quei dati o una procedura interna per proteggere l’identità di un importante evasore fiscale? E per quale motivo un istituto come la Hsbc avrebbe alterato i suoi registri inventando una falsità così grossolana?

Il «fantasma di Bouvet» è uno dei 127.000 clienti della Hsbc Private Bank di Ginevra finiti al centro di un caso che nel 2009 ha fatto tremare il mondo bancario svizzero. Il 20 gennaio di quell’anno, su richiesta della magistratura elvetica, la Procura di Nizza perquisisce una casa sulle colline di Mentone, al confine con l’Italia, e sequestra il computer del suo proprietario, Hervé Falciani, ingegnere informatico nato nel 1972 a Montecarlo ma con doppia cittadinanza, francese e italiana.

Quando cominciano ad analizzare i file archiviati nella memoria del computer, gli investigatori restano a bocca aperta: tra i clienti della Hsbc ci sono migliaia di società, trust e fondi d’investimento domiciliati nei paradisi fiscali. Gli agenti ritrovano anche le transazioni dei depositi bancari e tutti gli strumenti finanziari utilizzati nella gestione dei soldi, come opzioni, obbligazioni e azioni. Sullo schermo si materializzano inoltre documenti interni riservati, i nomi dei gestori che amministrano i patrimoni depositati, i rapporti scritti dopo ogni visita ai clienti e la rete completa degli intermediari, vale a dire i punti di contatto tra clienti e gestori, intersezioni strategiche nell’attività della banca. L’archivio segreto della Hsbc è, insomma, sotto i loro occhi.

• Hervé Falciani con Angelo Mincuzzi La cassaforte degli evasori. I Segreti dei Pardisi Fiscali (con documenti inediti) , Chiarelettere, Milano 2015, pagg.224, € 13,90

“Professione” Lolita: un romanzo di Chiarelettere sulla Roma marcia degli ultimi avvenimenti.

 

proscenio_professione lolita

Potere, corruzione, droga, sesso. Questa è Roma. La Roma marcia degli ultimi avvenimenti di cronaca: dalle baby prostitute del Parioli a Mafia Capitale. Scrive Roberto Bonini, giornalista di Repubblica, nella sua introduzione: “Il romanzo di Daniele Autieri ha il coraggio di raccontare non solo una generazione, ma cosa siamo diventati. Jenny e Lalla parlano di noi tutti e di una città, Roma, che è insieme metafora e sintomo dell’abisso italiano.”. Proprio così un romanzo sull’abisso in cui siamo sprofondati.

professione-Lilita-fascettaIL LIBRO

A quattordici anni JENNY e LALLA si prostituiscono in un appartamento dei PARIOLI.

Lo fanno per i soldi e per la coca.

A quindici anni FAIRY vomita per essere più magra e meno sola. Per essere ancora più bella. È così insicura che finisce nella rete di K, il fotografo delle minorenni adescate nei quartieri bene. K le convince a fare sesso tra di loro. E scatta. E vende.

A diciotto anni MALPHAS adora le lame, il Duce e CasaPound. Gestisce lo spaccio e la ricettazione nel cuore della capitale.

Deve tutto alla camorra e al patto con i bori di Tor Bella Monaca. Il prezzo che dovrà pagare sarà altissimo. Poi ci sono loro. POLITICI, IMPRENDITORI, GIUDICI.

Affamati di carne giovane e di potere. Pronti a sborsare centinaia di euro per una notte con una minorenne. Disposti a tutto per arrivare ancora più in alto. Poi c’è lui. Il CAMALEONTE. Il re di Roma. L’uomo a capo dell’associazione a delinquere che ha messo le mani sugli appalti pubblici assegnati dal comune e dalle sue società controllate. L’uomo responsabile di estorsioni ai danni di commercianti e imprenditori. L’uomo che vuole arricchirsi anche con il business della prostituzione minorile.

Un sistema criminale sul quale indaga il capitano del Nucleo investigativo dei carabinieri EUGENIO MARCHESI. Cresciuto in borgata e in borgata noto a tutti come Markio, oggi il capitano vuole salvare i ragazzini come un tempo è stato salvato lui.

Di notte perlustra le strade della capitale a bordo della sua Cbr 1000, nelle orecchie il Notturno di Chopin, sulle spalle un passato ingombrante che non vuole dimenticare. Le sue indagini lo portano sulle tracce di Lalla, Jenny e Malphas. Lui è l’unico che può salvarli e incastrare i burattinai che giocano con le loro vite.

 

 L’AUTORE

Daniele Autieri (Roma, 1977) è scrittore e giornalista de “la Repubblica”. Sua l’inchiesta che ha rivelato i retroscena della vicenda delle baby squillo dei Parioli: le sue indagini giornalistiche hanno condotto all’arresto di Furio Fusco, il cosiddetto fotografo delle minorenni, e hanno permesso ai carabinieri del Nucleo investigativo di smascherare un giro internazionale di produzione di materiale pedopornografico, legato al mondo delle minorenni della capitale. Ha già pubblicato Alemagno (Aliberti 2011) e Il saccheggio (Castelvecchi 2013).

Di seguito i personaggi del libro:

I violenti

Jenny
Quindici anni, una vita di coca, soldi, sesso. Una madre di cui non si fida, che gli ha nascosto perfino la morte del padre. A Jenny non resta altro che la ribellione. Non le resta che fuggire da chi le ha dato la vita e ha provato a rinchiuderla in una scuola di monache. Lei vuole il mondo ai suoi piedi. Il prezzo non conta.

Lalla
«Mamma» è una parola brutta da pronunciare. Perché richiama ricatto e urla che graffiano la pelle. Perché a casa i soldi non bastano mai. Ha quattordici anni, Lalla, e una sola amica, Jenny. Vuole fare come lei: vendersi e ricominciare a vivere. Vendersi e dire addio ai suoi dolori.

Chicca
Sedici anni, ricca e bellissima. Scambia il suo corpo con chi le promette droga, trasgressione e magari, nelle distrazioni della notte, una carezza. Non chiede soldi. Vuole solo vivere e superare i limiti. Ma alla solitudine non esiste antidoto.

I ribelli

Fairy
A quindici anni la solitudine è la sua condanna. Ignorata dai genitori, Fairy: troppo impegnato nel lavoro, lui; troppo frivola e indifferente, lei. La ragazza si chiude in bagno e vomita. Ma nessuno bussa a quella porta. Ha solo i suoi fantasmi, Fairy, i suoi aguzzini che le riempiono la vita di sogni e illusioni.
Meglio cercare quello che manca altrove. Fino a Dubai. E oltre.

La Guardia
Eugenio Marchesi è una guardia, ma l’Arma lo sa che il suo è un passato ingombrante. Di giorno indossa la divisa. Di notte torna nella periferia dove è cresciuto. Alla ricerca di una verità che nessuno vuole ascoltare.

Trilly
Sabrina vuole diventare showgirl. Cambia nome, dice addio alla provincia e al suo passato. Ma il compromesso è un patto di sangue con il carnefice.
E le vittime sono bambine, proprio come lo era lei.

I demoni

Il Boss

Pistola nei pantaloni e guardie del corpo alle spalle. A Roma chi vuole fare affari con la camorra deve parlare con lui. Altrimenti la pantera scatta, afferra la preda, affonda i denti nella carne. «Ce verimm’ ampress’, nenne’» esclama di fronte alla carcassa. «All’inferno» risponde lei.

Il Camaleonte
È lui il re del mondo di mezzo. Impartisce ordini, minaccia e ricatta. Quando serve uccide. Vive nascosto perché uscire allo scoperto sarebbe inutile: le anime nere non sbiadiscono al sole.

Malphas
Il demone è ragazzo. La vita lo vuole violento, la famiglia lo crede borghese. Il padre ha militato, ha conosciuto la strada ma il tempo gli ha fatto un regalo che si chiama politica.
Sotto la camicia bianca, i tatuaggi marchiano l’anima nera di Malphas. Roma Nord lo riconosce come il suo capo branco eppure la periferia ha regole diverse. L’abito inganna. Il volto truffa. Ma il sangue resta sulla lama.

Franca
La slot machine è la sua droga. Un’ultima scommessa e sarai ricca. Franca chiude gli occhi e tira la leva. Stavolta la posta è alta, perché sul banco della vita ha puntato Lalla, sua figlia.

I perversi

Il Giudice
Il corpo sudato e l’anima derelitta. Lo spirito corrotto e il piacere forsennato.
La legge non conta. L’onore non conta. Conta solo godere.

L’Onorevole
La politica è una puttana generosa. Va succhiata fino all’osso, fino al segreto del potere.
Per scoprire in quel momento che l’avidità non ha limiti. Ed è pronta ad azzannare la coscienza.

Il Presidente
La superbia veste un abito comodo. Un mantello che nasconde il volto del peccato. Alla sua età, il Presidente guida la grande azienda dello Stato con la tenacia del leone.
Ma sotto l’abito pubblico, l’animale scalpita. E il desiderio ha un nome che fa paura.

Gli infami

K
La mano del fotografo davanti al corpo della bambina. Ogni scatto è un’anima rubata. Il fotografo le vuole tutte giovanissime. Perché la carne giovane va forte al mercato degli insospettabili. E la lussuria è una signora senza età.

Tilde
Amava un uomo troppo vecchio. Matilde ora lo ha perso e con lui ha perso la rotta. Le resta solo la figlia, Jenny, e la sua rabbia.
Meglio chiudere gli occhi e non vedere quello che sta succedendo. Illudersi ed evitare di soffrire.

Toni
La iena ha fame ma non fa vittime. Sfrutta le ragazzine perché loro portano i soldi. Le fa battere e vive dei loro avanzi. Si lancia sulle carcasse e strappa quello che serve. Il resto marcisce sotto un sole infuocato.

Daniele Autieri, Professione lolita, Ed. Chiarelettere, Milano 2015, Pagg. 330. € 15,00

Il «Proscenio», che pubblichiamo per gentile concessione dell’editore, è di Vincenzo Bizzarri (Foggia, 1987). Autore di fumetti e illustratore, dopo sei anni di autoproduzione esordisce nel 2012 come disegnatore nel libro a fumetti Dal Risorgimento alla Resistenza edito dalla Regione Toscana. Collabora e pubblica con la casa editrice Double Shot, Kleiner Flug, la rivista «Lo Spazio bianco» e il Goethe Institut. Nel 2013 vince la Comics Jam indetta dalla Fondazione Ferragamo. Attualmente frequenta il biennio specialistico in Linguaggi del Fumetto all’Accademia di Belle Arti di Bologna.

Utilizzatori finali, Sesso, potere, sentimenti il lato nascosto degli italiani. Un libro di Riccardo Iacona

Il Libro

Utilizzatori finali_Iacona_piattoUn libro denuncia, da venerdì nelle librerie,  questo di Riccardo Iacona e dei suoi collaboratori di Presadiretta. Tratta della vita parallela e segreta di milioni di maschi italiani. Dopo Se questi sono gli uomini, il libro che ha documentato i tanti casi di violenza sulle donne da parte di mariti, compagni ed ex fidanzati, Riccardo Iacona, giornalista rai,  propone un racconto ancora più crudo e spiazzante, ma necessario.

Che cosa stanno diventando le relazioni di coppia in Italia? Queste pagine registrano la voce più inconfessabile dei maschi italiani. Padri di famiglia, mariti all’apparenza integerrimi, fidanzati premurosi che frequentano abitualmente escort di lusso, prostitute di strada o bordelli oltreconfine.

Milioni di clienti. O ancora uomini che farebbero carte false pur di portarsi a letto una minorenne, fregandosene di rischi, denunce, controlli. Sono loro stessi a parlare, finalmente. Senza filtri. Tra cronaca e testimonianza diretta.

Dal caso delle “baby squillo dei Parioli” alle altre lolite che oggi riempiono le aule dei tribunali. E ancora i tantissimi minorenni, ragazzi e ragazze, incontrati fuori dalle scuole, per i quali il sesso è ormai pura merce di scambio, usa e getta.

Questo libro racconta un’emergenza di cui nessuno si cura. Scomparse le istituzioni, decimati i consultori e i servizi sociali, l’educazione sentimentale e sessuale è diventata un tabù, meglio tacere. Ed è proprio questo silenzio che produce mostri.

Gli Autori

Riccardo Iacona è giornalista da più di vent’anni. È autore e conduttore della trasmissione PRESADIRETTA su Rai3. Per Chiarelettere ha scritto l’italia in presadiretta (2010) e se questi sono gli uomini (2012).

Liza Boschin, Federico Ruffo, Elena Stramentinoli lavorano come inviati della trasmissione PRESADIRETTA.

Per gentile concessione dell’Editore pubblichiamo l’introduzione di Riccardo Iacona

 Questo libro è strettamente legato all’ultimo che ho scritto,

Se questi sono gli uomini (Chiarelettere 2012). Già

allora, durante le presentazioni in varie parti d’Italia,

avevo annunciato ai lettori che era mia intenzione andare

avanti nel racconto. E soprattutto più in profondità, per

cercare di capire meglio cosa c’è attorno alla questione

della violenza sulle donne. Ora, nessuno mette più in

dubbio il carattere endemico del fenomeno: basta leggere

le statistiche e, purtroppo, anche le pagine dei giornali

che quasi ogni giorno riportano casi di donne uccise dai

propri compagni o dagli ex. Ma i numeri ci dicono che il

territorio in cui questi comportamenti sono consentiti è

vasto, che non solo sono tanti, troppi, gli uomini che usano

concretamente l’arma della violenza, dell’intimidazione,

dell’oppressione psicologica, quelli capaci di «alzare le

mani», ma sono ancora di più i cosiddetti «simpatizzanti»,

quelli che le botte non le danno, ma vorrebbero che la

donna fosse sottomessa e, se potessero, qualche schiaffo

lo mollerebbero anche loro.

 

A questi si aggiungono i «negazionisti», quelli che pensano

che il tema non esista, che anzi la realtà sia radicalmente

diversa – sono le donne a opprimere gli uomini – e che

se si fa chiasso attorno al femminicidio o alla violenza di genere è solo colpa della lobby femminista, aiutata da una serie di maschi traditori, spesso apostrofati come «froci».

Ma rimane la questione: quanto grande è quella parte di

maschi nel nostro paese a cui piace come pazzi «tenere sotto»

le donne, da ogni punto di vista, quello sessuale prima di

tutto? Per rispondere occorre immergersi fin dentro la pancia

dei maschi italiani, sentirne tutti i borbottii e sopportarne

tutti i miasmi.

 

C’è un luogo dove le pance si esprimono al meglio ed è

quello della prostituzione, l’unico territorio dove gli uomini

sono contenti delle donne che incontrano. Ci sarà un motivo,

o no? Una cosa è certa: gli uomini italiani che vanno

a prostitute non sono pochi, al contrario sono milioni. I

numeri parlano di nove milioni di prestazioni sessuali a

pagamento all’anno e di una platea di due milioni e mezzo

di clienti. Una stima cui si è arrivati moltiplicando il numero

delle prostitute che operano in Italia per il numero di

clienti al giorno, ma che tiene conto solo delle prostitute

di strada – settantamila secondo il dipartimento per le Pari

opportunità della presidenza del Consiglio – e lascia fuori

dal calcolo quelle che lavorano a casa e quelle che utilizzano

i siti internet per negoziare incontri, tariffe e prestazioni. Di

questa nuova frontiera dello scambio sessuale a pagamento si

sa poco, anche se la cronaca ci dice che si tratta di un mercato

in enorme espansione, parallelo a quello della strada, con

numeri altissimi. Basta andare su internet per rendersene

conto: digitate sul motore di ricerca del vostro computer

la frase «cerco donna» e otterrete più di dieci milioni di

pagine e migliaia di siti specializzati. Adesso siate ancora

più espliciti e digitate «cerco escort»: i risultati saranno un

milione e centinaia i siti specializzati.

C’è un altro limite alle ricerche degli studiosi: prostituirsi

non è un reato e neanche pagare una donna per fare sesso.

Solo l’induzione e lo sfruttamento della prostituzione lo

sono. Così le statistiche dei reati non ci dicono nulla sulla

dimensione del fenomeno e gli uomini che pagano le donne

rimangono nelle loro macchine, nel buio delle strade,

nelle case, davanti agli schermi dei computer, senza nome

e cognome, consumatori indistinti. È talmente difficile

individuarli che anche chi si occupa di questo fenomeno

da anni ne ha incontrati pochissimi, e tra questi si contano

sulle dita di due mani quelli disposti a raccontare la

loro storia.

Claudio Magnabosco, autore nel 2002 del bellissimo

libro Akara-Ogun e la ragazza di Benin City (Jaca Book),

in cui ha raccontato il suo incontro con una giovane prostituta

nigeriana poi diventata sua moglie, conosce da

vicino i clienti italiani. Nel suo impegno a favore delle

donne prigioniere del mercato sessuale, li ha incontrati

sulle strade o in gruppi di discussione che ha organizzato in

tutta Italia per cercare di sensibilizzare gli uomini sulle loro

responsabilità nella tratta delle giovani donne straniere che

riempiono a migliaia i marciapiedi della penisola. Tuttavia

anche lui, che fa questo lavoro da dieci anni, oggi fatica a

parlare con i clienti: «I gruppi che un tempo riuscivo ad

animare in tutte le regioni, oggi sono diminuiti» mi ha

scritto quando l’ho contattato. «Non ho persone che si

rendano disponibili a parlare in pubblico, come un tempo

succedeva e, quindi, ho pochissime possibilità di trovare

degli uomini che si facciano intervistare in quanto clienti.

Sto cercando di motivarne alcuni, indicando loro l’utilità

dell’intervista, ma è dura.»

Ecco, questo è il buio che avevamo davanti quando

abbiamo iniziato, talmente denso da scoraggiare chiunque

volesse cercare di addentrarsi. Con questo libro abbiamo

provato a squarciarlo un po’ e a intravedere qualcosa oltre.

L’abbiamo fatto con Liza Boschin, Federico Ruffo ed Elena

Stramentinoli, giovani giornalisti che sono cresciuti con

me nella squadra di Presadiretta. Non è un racconto facile

da mandare giù, ma è quello che siamo. E questo è quello

che abbiamo visto.

Riccardo Iacona, Utilizzatori Finali,

Con Lisa Boschin, Federico Ruffo, Elena Stramentinoli

Ed. Chiarelettere, Milano 2014, pagg. 208, €  13, 60

La Massoneria delle Superlogge internazionali. Un libro choc del “gran maestro” Gioele Magaldi

Massoni I_Magaldi_piatto

Il Libro

Questo è un libro assai controverso. E’ il primo volume di una lunga “trilogia” che l’Editore Chiarelettere pubblicherà nei prossimi mesi. Una “trilogia” che vuole offrire un’inedita radiografia del potere. Ieri a Roma c’è stata la presentazione in libreria.

In questo volume TROVATE STORIA, NOMI E OBIETTIVI DEI MASSONI AL POTERE in Italia e nel mondo, raccontati da autorevolissimi insider del network massonico internazionale, che per la prima volta aprono gli archivi riservati delle proprie superlogge (Ur-Lodges).

LE LISTE CHE LEGGERETE SONO SCONVOLGENTI. Lo sapevate che Angela Merkel e Vladimir Putin sono stati iniziati alla stessa Ur-Lodge, la Golden Eurasia? E che l’Isis è manipolato da superfratelli assolutamente indifferenti all’Islam? Da Barack Obama a Xi Jimping, da Mario Draghi a Giorgio Napolitano, da Christine Lagarde a Pier Carlo Padoan, passando per Gandhi, Reagan, Mandela, Agnelli, Clinton e Blair, ecco i grembiulini che hanno segnato la storia del Novecento e dei primi anni Duemila.

UNA BATTAGLIA PER LA DEMOCRAZIA. Tra le Ur-Lodges neoaristocratiche, che vogliono restaurare il potere degli oligarchi, e quelle progressiste, fedeli al motto Liberté égalité Fraternité, è in corso una guerra feroce. L’ultimo atto è già iniziato, come rivela Magaldi per la prima volta, con la rottura della PAX MASSONICA stilata nel 1981: il patto UNITED FREEMASONS FOR GLOBALIZATION. UNA RILETTURA ESPLOSIVA del Novecento nei suoi momenti più drammatici – la guerra fredda, gli omicidi dei fratelli Kennedy e di M.L. King, gli attentati a Reagan e a Wojtyla – arrivando fino al massacro dell’11 settembre 2001 e all’avanzata dell’Isis in questi giorni.

Insomma sono “Superlogge sovranazionali che vantano l’affiliazione di presidenti, banchieri, industriali” in cui “nessuno sfugge a questi cenacoli”.

Gli Autori

Gioele Magaldi (14 luglio 1971), storico, politologo e filosofo, ex Maestro Venerabile della loggia “Monte Sion di Roma” (Goi), già membro della Ur-Lodge “Thomas Paine”, è Gran Maestro del movimento massonico “Grande Oriente Democratico” (God). Fautore di un impegno solare e progressista della massoneria, ha dato vita anche a “Democrazia Radical Popolare” (Drp) e al Movimento Roosevelt (Mr).
Tra le sue pubblicazioni: UT PHILOSOPHIA POESIS (Pericle Tangerine) e ALCHIMIA. UN PROBLEMA STORIOGRAFICO ED ERMENEUTICO (Mimesis).

Laura Maragnani, giornalista (“Europeo”, “Panorama”), ha scritto LE RAGAZZE DI BENIN CITY (Melampo), ECCE OMO (Rizzoli), I RAGAZZI DEL ’76 (Utet).

Per gentile concessione della Casa Editrice pubblichiamo questa nota editoriale, che spiega il senso di questo libro

Un mondo tutto da scoprire, quello delle superlogge (Ur-Lodges), davvero l’altra faccia, la più nascosta e la più importante, del mondo che conosciamo: una prospettiva che ci mancava. Questo libro, la cui stesura ha comportato un lavoro di almeno quattro anni, arriva direttamente dall’interno del network massonico internazionale ed è stato reso possibile grazie all’accesso ad alcuni archivi privati e finora segretissimi. Non era mai accaduto. Le liste e i nomi dei massoni che leggerete sono esplosivi. Ma il libro non intende rispondere solo alla curiosità di chi vuole sapere chi c’è o non c’è negli elenchi degli affiliati, non è un’inchiesta giornalistica bensì un contributo testimoniale, un’occasione straordinaria per guadagnare una prospettiva inedita con cui guardare l’Italia e gli equilibri mondiali, dalla metà del Novecento a oggi.
Una nuova puntata di Chiarelettere sul potere e le sue trame. Una puntata certamente controversa perché i documenti su cui si basa non sono pubblicati all’interno ma, per un accordo tra le parti coinvolte nella stesura, sono depositati in vari studi legali (di Londra, Parigi e New York) con il patto esplicito di renderli pubblici solo in caso di contestazioni.
I brani di autori inseriti in pagina dipendono da una scelta di Magaldi, motivata dalla necessità di offrire un quadro complessivo del dibattito che negli anni si è sviluppato intorno al mondo massonico. Suoi i giudizi e le osservazioni critiche. Laura Maragnani ha collaborato all’intero progetto e ha firmato il capitolo Il potere in grembiulino, frutto di un lungo dialogo con Magaldi dal quale emergono i nodi centrali del volume. L’ultimo capitolo propone un confronto tra Magaldi e quattro autorevolissimi rappresentanti della massoneria internazionale, con riferimenti sorprendenti all’attualità (crisi dell’euro, attacco alle democrazie, conflitto mediorientale, Isis…). Per la novità dell’impianto (bastino le Dediche iniziali, i Presupposti dei vari capitoli, i lunghi elenchi di nomi di massoni) e l’eccezionalità dei contenuti (il libro è una dichiarazione di guerra all’ala più reazionaria della massoneria), Massoni. Società a responsabilità illimitata, di cui leggete qui il primo volume, La scoperta delle ur-Lodges, ci pare un unicum a livello mondiale. Ma, come sempre, sarà il lettore a giudicare: a lui l’ultima parola.

Gioele Magaldi (Con la collaborazione di Laura Maragnani), Massoni società a responsabilità illimitata. La scoperta delle ur-lodges, Ed. Chiarelettere, Milano 2014, pagg. 672 , € 19,00