Il Pd e la questione morale. Intervista a Pippo Civati

In questi ultimi giorni si sta parlando, nell’opinione pubblica, di questione morale. E’ un fatto trasversale. Sul Partito Democratico si sta concentrando l’attenzione su alcune vicende che riguarderebbero Filippo Penati, ex-Presidente della Provincia di Milano ed ex capo della Segreteria Politica di Pierluigi Bersani. Bersani in questi giorni ha risposto con due lettere, ieri al Corriere e oggi al Fatto quotidiano a Marco Travaglio. Sullo sfondo c’è il disagio della base del PD. Di tutto questo parliamo con Pippo Civati, consigliere regionale della Lombardia esponente di spicco del PD nazionale. Continua a leggere

Dalla parte degli zingari

Il governo Sarkozy, con un provvedimento del tutto strumentale (legato cioè a problemi di consenso del suo governo in caduta dopo lo scoppio dello scandalo Bettencourt) e per nulla efficace sul piano della cosiddetta “sicurezza” (visto che sono cittadini di Stati membri della Unione Europea e quindi, a meno di non commettere reati in quegli stati, nessuno potrà impedire a loro di ritornare in Francia), espelle 700 rom dal territorio francese.
Domani ci sarà il primo volo di “rimpatrio” per la Romania.
E’ un provvedimento che l’UE guarda con preoccupazione, i governi di Romania e Bulgaria  (i paesi d’origine dove saranno “riaccompagnati” i Rom) denunciano il rischio di una deriva “populista e sul generarsi di reazioni xenofobe” (così si è espresso il Ministro degli Esteri rumeno).
Ancora una volta, come se la lezione della storia non bastasse, si riduce tutto, si semplifica tutto nel nome di una stupida ideologia securitaria (cui, anche, il nostro Paese è infestato grazie alla propaganda leghista). Sulla pelle dei deboli e dei  marginali si costruisce la “fortuna” dei governi.
Così gli zingari, dice la volgare opinione diffusa, sono un grave problema di sicurezza. Invece, come scriveva qualche tempo fa lo storico Andrea Riccardi, il fondatore della Comunità di Sant’Egidio, “l’atteggiamento verso di loro è espressione dei nostri problemi (quelli dei gagé, per usare l’espressione dei rom che indica i non nomadi). Non solo loro sono un problema, ma su di essi si scaricano (e si rivelano) quelli che sono i nostri problemi”.
 Così avere un nemico è rassicurante, ed avere, poi, “un nemico della nostra sicurezza, come gli zingari (tanto deboli), è rassicurante e, alla fine, poco minaccioso”. Combattere qualcuno dà la sensazione di presidiare attentamente le nostre barriere sociali e quelle del futuro.
Allora ecco che occorre una politica capace di entrare alla radice del problema.
La nostra società, infatti, ha un debito di memoria nei confronti di questa popolazione.
Presente nel nostro Paese fin dal Trecento, nel resto d’Europa anche prima, la loro esistenza è stata attraversata da persecuzioni (di carattere razziale al tempo del fascismo), fino ad arrivare al  folle genocidio ad opera del nazismo. Una miscela di stereotipi, pregiudizi diffusi, violenze perpetrate senza remore hanno costituito la base per il folle progetto di sterminio nei lager nazisti. Si calcola che il numero di sinti e rom uccisi varia tra i duecentomila e cinquecentomila. E’ questo  il “buco nero” della memoria europea.
“Sospeso tra terrore e poesia,  lo zingaro è un immagine piuttosto che un uomo concreto” (Impagliazzo),  così si continua sapere poco su di loro, sulla loro cultura e su molto altro.
Allora lo sforzo deve essere su più livelli. In particolare culturale. Il “diverso” fa paura solo alle società deboli e la nostra Europa, per non dire dell’Italia, deve camminare ancora tanto per essere la patria rappacificata delle alterità.