Sono passati appena otto mesi dalla elezione al soglio pontificio del Cardinale Bergoglio. Papa Francesco continua a suscitare grande emozione nella Chiesa cattolica e anche fuori dalla Chiesa. Eppure, in questi mesi, insieme all’entusiasmo è cresciuto una opposizione, minoritaria (un caso clamoroso è quello dei due giornalisti tradizionalisti allontanati da Radio Maria), reazionaria e nostalgica. Ne parliamo con Massimo Faggioli, Professore di “History of Modern Christianity” alla University of St. Thomas (Minnesota – Usa).
Professore qual è la “geografia” politico-teologica di questa opposizione?
E’ variegata: ci sono opposizioni di tipo ideologico, principalmente dei nostalgici di una chiesa piu’ “escludente” che inclusiva, piu’ definita dai “valori non negoziabili” che da un approccio pastorale alle questioni concrete dei cristiani di oggi. Poi ci sono i tradizionalisti a tutto tondo, che sono sia dentro la chiesa che fuori, che vedono nel papa un parvenu della teologia rispetto al predecessore. Molti degli scettici di papa Francesco, buoni cattolici, sono sconcertati dal fatto che il papa possa essere popolare – come se fare il papa comportasse per forza essere incompresi e impopolari sempre e comunque.