“I sommersi e i salvati da Bergoglio” è l’ultima fatica di Nello Scavo, il bravo giornalista d’inchiesta del quotidiano cattolico Avvenire. Il libro, uscito da pochi giorni per la casa editrice Piemme, ci racconta la lotta di Padre Bergoglio contro la dittatura di Videla. Un libro che ci offre molte informazioni sulla personalità di Jorge Bergoglio e sulla sua lunga lotta contro l’ingiustizia. Lotta che sta continuando come Papa della Chiesa Cattolica.
Nello Scavo, il suo ultimo libro ci offre una visione profonda del coraggio e dell’astuzia di Padre Jorge Bergoglio contro la dittatura militare argentina, allora giovane Padre Provinciale dei Gesuiti. Quale era il “metodo” Bergoglio capace di aggirare un regime militare sanguinario come quello di Videla?
Padre Bergoglio aveva realizzato una rete informativa molto sicura e difficilmente individuabile dalla polizia politica. Grazie a queste informazioni spesso riusciva a prevenire i sequestri dei ricercati, ma in generale aveva stabilito presso il Collegio Maximo, a San Miguel de Buenos Aires, una sorta di quartier generale delle operazioni clandestine con cui venivano nascosti i ricercati e organizzati i piani di fuga verso l’estero.
E’ possibile fare una stima di quante persone (credenti e non credenti) ha salvato la vita Padre Bergoglio?
Ad oggi ho raccolto testimonianze dirette che possono farci dire che il futuro pontefice si occupò di almeno un centinaio di persone. Tutto questo in un contesto politico internazionale molto complesso. Molti ex studenti dell’università argentina del Salvador, considerato ateneo gesuita, mi hanno poi raccontato di come grazie all’attività di prevenzione messa in campo da padre Bergoglio, si sono evitate numerose altre retate. Se uno di quei giovani fosse stato arrestato e torturato, avrebbe potuto fare i nomi di decine di compagni di lotta politica. Grazie alle cautele dell’allora superiore provinciale dei Gesuiti, questo non avvenne.
Nei suoi incontri argentini, necessari per scrivere il libro, lei ha incontrato tanti amici di Bergoglio. Quale di questi incontri l’ha colpita?
E’ difficile sceglierne uno in particolare. Mi ha molto colpito però il desiderio di tanti argentini i quali hanno voluto raccontarmi episodi personali, anche molto privati, della loro amicizia con il Papa. In generale, però, è viva una sincera gratitudine da parte di chi oggi, grazie a padre Bergoglio, può raccontare da vivo la propria storia.
Il suo libro non è solo un’opera su Bergoglio è anche la storia di quegli anni terribili per l’Argentina, lei, tra l’altro, ha messo in evidenza le ipocrisie e le colpe del mondo occidentale (in particolare degli Usa con la famosa “operazione Condor”) e anche il ruolo nefasto della P2 di Licio Gelli . Le chiedo a distanza di tanti anni dalla fine della dittatura, possiamo noi occidentali ritenersi “riconciliati” con quel Paese?
Nel nuovo libro, fra l’altro, ricostruisco il ruolo della massoneria italiana, in particolare della P2 di Licio Gelli, in Argentina e in altri Paesi dell’America Latina. Ho anche pubblicato documenti dei serivizi segreti inglesi e del Dipartimento di Stato Usa, nei quali emerge il ruolo controverso degli Stati Uniti e in particolare dell’allora capo della diplomazia statunitense, Henry Kissinger, nelle operazioni di “pulizia” che il regime di Jorge Mario Videla aveva messo a punto, facendo sparire circa trentamila persone, eliminandone altre ventimila durante presunti conflitti a fuoco, e rubando almeno cinquecento bambini a donne condannate alla desaparicion. Non credo, perciò, che i conti con la storia siano stati fatti. Tante omissioni, molti silenzi (anche da parte della Chiesa argentina di alcuni apparati vaticani di allora) hanno impedito a lungo di poter ricostruire i fatti. Ed oggi, ancora una volta per merito di Bergoglio, vengono aperti archivi e messi a disposizione documenti che potranno aiutarci a capire di più. Come è già avvenuto nel caso del processo per l’assassinio del vescovo Enrique Angelelli. Solo a luglio si è arrivati alla condanna di mandanti ed esecutori, dopo che il Papa aveva messo a disposizione della magistratura argentina documenti riservati custoditi in Vaticano.
Torniamo a Bergoglio: nel libro lei raccoglie la testimonianza del teologo gesuita Juan Carlos Scannone, che lo definisce come un “Rivoluzionario della tenerezza”. Perché questa definizione?
Semplicemente perché con generosità e tenerezza ha guidato la Chiesa argentina, e con lo stesso piglio, che non esclude affatto la fermezza e la determinazione, sta guidando la “Chiesa di Roma”.
Lei ha incontrato, in Argentina, un giornalista molto critico nei confronti di Bergoglio: il famoso Horacio Verbitsky, come spiega la sua diffidenza?
Proprio in queste ore Verbitsky ha fatto sparire per sua stessa ammissione dall’archivio del giornale Pagina12 il suo dossier contro il Papa. Bergoglio è stato ed è un personaggio scomodo. Perciò qualcuno si è sentito in dovere di attaccarlo per tentare di indebolire la forza della sua testimonianza e delle sue denunce. Nelle ultime settimane sono avenuti fatti nuovi. Estela Carlotto, leader delle Nonne di piazza di Maggio, si è recata dal Papa con il nipote ritrovato dopo 36 anni (era stato sottratto a Laura, la figlia di Estela sequestrata e uccisa dopo il parto; poi il bambino venne fatto adottare illegalmente da una famiglia di contadini), ebbene Estela si è scusata per avere diffidato di Bergoglio a causa di una “disinformazione” confezionata ad arte contro il Papa. Un’accusa neanche tanto velata proprio a Verbitsky. Quando nello scorso maggio avevo incontrato il giornalista a Buenos Aires, egli mi aveva spiegato, come riportato nel libro, di non aver mai pensato che Bergoglio fosse stato complice del regime, ma di avere dubbi su alcuni comportamenti. Dubbi che ho fugato nella mia inchiesta, che va avanti dal giorno dell’elezione di Francesco. Anche prestigiose testate internazionali, dall’Ap al Washington Post, a El Pais – solo per citarne alcuni-, hanno controllato i contenuti de “I Sommersi e i salvati di Bergoglio”, trovando solo conferme che hanno definitivamente spento la “macchina del fango”.
Nell’ultima parte del libro lei parla di un suo incontro con un agente dei nostri Servizi di Intelligence. Secondo questo agente, impegnato in operazioni delicatissime contro il riciclaggio di denaro sporco, Papa Francesco si è fatto tanti nemici. Nomi non ne fa , ma sicuramente questi nemici fanno parte establishment mondiale. Che idea si è fatto di questi nemici del Papa?
In realtà nel libro non spiego a quale Paese e per quale agenzia lavori questa fonte di intelligence. Posso dire che si tratta di uno 007 europeo che insieme ad altre fonti riservate a cui ho avuto accesso mi ha permesso di raccogliere informazioni e spunti per una nuova inchiesta giornalistica. E quando sarà conclusa si leggeranno nomi importanti non solo del gotha finanziario e politico mondiale.