La Casa editrice Feltrinelli, insieme al magazine del non profit “Vita”, ha pubblicato un prezioso testo (insieme ad altri brevi molto densi) di Simone Weil Un testo “datato” ma molto profetico. Continua a leggere
Monthly Archives: March 2013
Le nuove vie di Papa Francesco
Le nuove vie di Papa Francesco. Intervista a Ignazio Ingrao
Continua a stupire Papa Francesco con il suo stile diretto e semplice. Ieri nella “Sala Nervi” ha incontrato i giornalisti, oggi il primo “Angelus” in Piazza San Pietro. C’è stato un richiamo forte alla misericordia: “La misericordia rende il mondo più giusto” . Insomma un Papa dal grande dinamismo. Ne parliamo con Ignazio Ingrao, vaticanista del settimanale “Panorama”. Ingrao è anche autore del saggio, pubblicato da Piemme, “Il Concilio Segreto”.
Ingrao, parliamo del Conclave. Lei lo ha definito come un Conclave “atlantico”, non è un po’ limitativo?
Volevo segnalare principalmente il fatto che questo Conclave è stato il primo dove gli americani del Nord e del Sud, che sono due Chiese legate, hanno esercitato un peso decisivo, sono riusciti a spostare il baricentro dell’Ecclesia. Questo perché prima c’era una diffidenza tra Nord e Sud, invece ora hanno trovato una grande unità, anche perché il cattolicesimo negli Stati Uniti è sempre più ispanico. I preti vanno a studiare anche in Messico o nei paesi dove si parla spagnolo, per apprendere la lingua. Questo ha fatto si che fosse più pesante l’incidenza degli americani su questo Conclave.
Papa Francesco sta stupendo il mondo. E’ possibile già delineare, in qualche modo, alcuni punti fermi del suo Pontificato?
Prima di tutto un punto fermo di natura teologica: è un Papa molto conciliare, cioè legato al Concilio Vaticano II, quindi al centro c’è il popolo di Dio, cioè la Chiesa. Il gesto che lui ha fatto è un gesto dove ha condensato un trattato di teologia. La Chiesa è il popolo di Dio e questo ha continuato a ripetere e ha affermato che la chiesa è il popolo di Dio in cammino. Allo stesso tempo è legato al tema della Chiesa dei poveri, come l’Arcivescovo Giacomo Lercaro di Bologna del Concilio Vaticano II, che ha una grande attenzione sociale, ma anche un forte rigore morale sui temi dell’etica.
Nella grande stampa occidentale si è messo in evidenza, quasi a voler attenuare la portata “rivoluzionaria” della sua elezione, la sua non vicinanza alla teologia della liberazione. Io non sono convinto di questo. Penso, invece, che lui sia vicino alla corrente argentina della TdL. Ovvero alla “teologia del pueblo” (teologia del popolo) elaborata dal filosofo Juan Carlos Scannone, un confratello gesuita del Papa Francesco. Qual è la sua opinione?
Anche io sono convinto che lui non sia un mutuario nella teologia della liberazione in quanto tale, la sua prima priorità è l’annuncio del Vangelo, quindi la vicinanza ai poveri è una modalità di annuncio al Vangelo, oltre che un tema della giustizia sociale, vuole comunque al primo posto il tema dell’annuncio e questo è stato chiaro anche dal primo discorso che ha fatto ricevendo i cardinali, ma soprattutto dal documento di Aparecida del 2007, un documento che lui ha fondamentalmente scritto ed annuncia la missione di annuncio al primo posto. Non nega i temi della teologia, ma li colloca in un contesto di annuncio ed evangelizzazione.
Il Papa ha assunto i poveri (gli ultimi) come “categoria” fondamentale per la sua pastorale. “Chiesa povera per i poveri”, ha detto ieri nella Sala Nervi durante l’incontro con i giornalisti. Questo “per i poveri” come sarà declinato?
Innanzitutto questo “beati i poveri” è una categoria dello Spirito per Papa Francesco, nel senso che la povertà, l’empatia è una categoria dello Spirito: è un Papa di preghiera, i poveri in Spirito per incontrare il Signore. La sua empatia dei poveri diventa anche il segno di una vita spirituale. Non bisogna ridurlo ad un Papa sociale, ma è prima di tutto spirituale, e di conseguenza essenziale, riporta il Vangelo all’essenzialità. La sua vicinanza ai poveri non è solo esclusivamente sociale, ma anche e prima di tutto spirituale. Come tutti i santi che sono stati vicini ai poveri hanno dato questa doppia dimensione: papa Francesco non è santo, ma coglie questo elemento.
Sui diritti civili lei pensa che il Papa manterrà la sua posizione, oppure nell’apertura alla “misericordia” vi saranno cambiamenti?
So che lui è un uomo estremamente rigoroso in tema morale, per cui alla fine su alcuni temi potrà avere alcune aperture, su altri temi non mi aspetto invece grandi aperture, come, ad esempio, i matrimoni gay o la contraccezione. Ci saranno invece sorprese dal punto di vista ecclesiologico: il ruolo dei laici, delle donne, l’organizzazione della Chiesa. Lui è venuto per ripulire la Chiesa, ma lo farà cercando di dialogare con le persone, fermo restando che la sua fama è di uomo di governo, uomo forte, di polso.
Ultima domanda: l’elezione di Papa Francesco che luce getta sul Pontificato di Ratzinger?
Certo qui si potrebbero fare due valutazioni: una più malevola: i cardinali hanno compreso l’errore che hanno compiuto otto anni fa, ma io credo che non sia la valutazione giusta, io credo che hanno capito i cardinali che occorreva un gesto di grande coraggio per completare il messaggio di Ratzinger. Certamente ha uno stile diverso, una sensibilità diversa, però il tema dell’incontro con Cristo, dell’annuncio della fede è un tema centrale anche per Bergoglio. I cardinali lo hanno visto come colui che poteva completare il messaggio di Ratzinger e poteva avvicinare la Chiesa ai credenti e non credenti. Non vedrei però ogni gesto di Bergoglio come critica di Ratzinger, perché la sostanza è la stessa.
Papa Francesco, un papato che inizia nel segno della misericordia
La prima giornata di Papa Francesco è iniziata nel segno della misericordia. Infatti così si è rivolto, questa mattina presto, ai penitenzieri della Basilica di “Santa Maria Maggiore”: “Voi siete i confessori – ha aggiunto il Papa – quindi siate misericordiosi verso le anime. Ne hanno bisogno”. Anche il suo moto fa riferimento alla Misericordia: e’ la frase latina del Vangelo di Matteo “Miserando atque eligendo”, che descrive l’atteggiamento di Gesu’ verso il pubblicano (considerato un pubblico peccatore) che “guardo’ con misericordia e lo scelse”. Continua a leggere